Altri tempi, altre squadre, altri uomini. Nessuno si aspettava che Leonardo Bonucci arrivasse al Milan la scorsa estate, come nessuno si aspettava che lui tornasse a Torino a fine stagione, là dove sotto la curva aveva invitato al l'igiene orale segnando proprio al suo caro amico Buffon, davanti a chi aveva rinnegato scegliendo i diavoli milanesi.

Ma sembra storia passata ormai, o almeno in parte, diciamo "passando alle cose formali" Bonucci è di nuovo un giocatore della Juventus, pace fatta con Allegri e con lo spogliatoio che è stato subito pronto a riabbracciarlo. Ma come rimane con coloro che una stagione fa hanno visto in lui il simbolo della rinnascita? Come rimane con quella fascia da capitano chiesta è abbandonata al suo destino? Come rimane con le belle parole spese per il club che lo ha accolto come se fosse sempre stato della famiglia? Sono domande che solo il tempo riuscirà a portare alla luce della verità, solo la stagione che seguirà potrà dirci se Leo ha fatto una scelta frettolosa di nuovo oppure il Milan si è liberato del capitano "fallimentare", come ormai viene definito tra i tifosi rossoneri, prendendo in cambio la punta di "peso" che serviva al Milan da anni e uno dei difensori centrali più promettenti della scena mondiale.

Nel calcio come nella vita, le scelte sono fatte dai protagonisti di ogni singolo atto che và in scena e Leonardo Bonucci le sue scelte le ha fatte, come anche il Milan e la Juventus, ma resta il doppio tradimento a cui nessuno ha trovato una vera risposta, che probabilmente non troverà mai risposta, ma come la stagione che è passata resterà scritto per sempre, capitano dell'anno in cui il Milan è fallito e ha fallito.