4-4-2,4-3-3,3-5-2. Dalle formazioni più semplici a quelle più complesse, dagli schemi più rifiniti a quelli più grezzi, la figura fondamentalmente trascurata è quella del mediano. Perdonate l'ossimoro ma purtroppo è così. Il ruolo del mediano all'interno di ogni schema e formazione è "semplicemente" quello di aiutare la difesa, aiutare l'attacco e infine smistare i palloni. Ma tanto semplice questo ruolo in fondo non è. Ragioniamo su questo; per quanto la mia età possa ricordare, negli ultimi vent'anni il mondo calcistico ha posato il proprio sguardo su mediani di altissimo livello, dai nostri amatissimi Pirlo e De Rossi passando per Xabi Alonso e Mascherano fino ad arrivare ai giocatori d'oltralpe come Essien e Lahm. Sono loro i giocatori chiave di ogni squadra, sono loro che fanno del calcio un'arte e non il gioco "di chi corre dietro ad un pallone". Purtroppo negli annali del calcio, nelle Hall of Fame, nei ricordi più profondi il mondo si ricorderà sempre di coloro che segnano, perchè nel calcio non segnando non si vince. Ma pochi tra trent'anni ricorderanno come De Rossi in campo non faceva il "mediano" ma il tuttofare, giocando in difesa, parando più di un portiere, portando avanti la squadra coi suoi passaggi lunghi e a volte segnando con bordate dalla distanza; solo gli amanti del calcio ricorderanno Pirlo, colui che con un calcio di punizione ha fatto tremare anche i portieri più forti del mondo, che con i suoi passaggi millimetrici ha fatto la storia nel Milan prima e nella Juventus dopo, illuminando gli attaccanti che giocavano con lui e dettando il ritmo di gioco. Ogni mediano ha un compito preciso, "marca l'uomo", "rallenta il ritmo", "pressa e spingi". Il loro compito è un compito sporco, il lavoro che solo i duri possono fare; non sono corridori, non devono dribblare l'avversario, ma si potrebbe dire che sono più incontristi, metodisti, registi del gioco, pedine essenziali in qualsiasi formazione per muovere i fili e portare l'ordine tra difesa e centrocampo. Come scritto in precedenza, oltre alla figura del mediano tecnico e preciso, possiamo trovare nell'arco della storia anche incontristi col ruolo di pressare senza lasciar nemmeno un centimetro all'avversario più temuto degli altri club. Anche se il mio cuore è giallorosso mi ritengo uno sportivo e non vi parlerò oggi di gesta di leggende come Rijkard, Vieira e Xavi, ma del nostro leggendario Gattuso. La sua storia è molto particolare perchè, anche se ha giocato ad altissimi livelli e vinto un Mondiale, non ha mai posseduto caratteristiche tecniche elevatissime. Ma al "Ringhio" la tecnica non serviva, non gli serviva saper segnare o correre come Bolt, non gli serviva saper colpire di testa, perchè per Gattuso, come egli stesso disse in un'intervista: "il mio Pallone d'oro è rubare più palloni possibile". E in questo Gattuso era uno dei migliori, riuscendo ad arrivare anche quattordicesimo nella classifica del Pallone d'oro 2006. Non era tiratore, non regista, ma per la sua carica agonistica, per la personalità prorompente e per la sua forza fisica il Milan ne ha fatto uno dei pilastri centrali della propria squadra. La partita migliore di Gattuso, per quanto mi riguarda, fu quando nella storica semifinale Milan -Manchester United della Champions League, durante la stagione 2006-2007, il mitico mediano riuscì ad arginare, strattonare, limitare e persino impaurire, oserei dire, lo stratosferico Cristiano Ronaldo. Purtroppo in tutti gli sport, come nella vita d'altronde, si mettono in mostra solamente i personaggi più illustri; rammenteremo per sempre le gesta di Napoleone ma mai coloro che hanno combattuto per lui e hanno perso la vita per conquistare tutta l'Europa; vedremo ogni giorno creazioni nuove, macchine sportive velocissime, come quelle della nostra Scuderia Ferrari che sforna innumerevoli capolavori, ma mai conosceremo i nomi di coloro che dietro le quinta li creano; infine ricorderemo per sempre Cristiano Ronaldo, Messi, Ibrahimovic, giocatori che sono formidabili e che giocano a livelli sovrannaturali, ma nessuno in un futuro lontano, raccontando ai propri nipoti del magnifico sport del calcio e delle sue leggende, parlerà di Gattuso, De Rossi, e di quanti come loro che a centrocampo fanno il lavoro sporco, che scivolano nel fango e nell'erba per strappare un pallone dai piedi fatati di giocatori illustri, che sulla linea di porta sono l'ultimo baluardo difensivo della squadra. Almeno con questo articolo e con quelli di tanti altri che come me oggi hanno scritto su questo argomento siamo riusciti a dare la giusta importanza anche a tutti quelli che lavorano per la squadra e non solo per se stessi, a tutti quelli che danno il cuore per il lavoro che fanno, a tutti quelli che anche solo con un dito sono partecipi di questo meraviglioso quadro chiamato vita.