E' evidente come ogni realtà vincente, calcistica e non, poggi su una struttura organizzativa laboriosa ed impeccabile. Da qualche mese a capo della FIGC come tutti sappiamo vi è Carlo Tavecchio di cui molto si è detto sebbene sia stato spesso tralasciato il suo programma operativo, minuziosamente farcito di speranze ma che si apre con un intento tanto semplice quanto angosciante: quel “rimettere il gioco del calcio al centro del nostro progetto” non lascia presupporre nulla di buono sulla situazione attuale del gioco preferito da buona parte degli italiani. E' chiaro sin da subito, leggendo il programma, come l'obiettivo principale sia rilanciare la federazione e di conseguenza il progetto tecnico che ha fallito in maniera imbarazzante gli utlimi appuntamenti internazionali. Uno dei punti fondamentali del programma è sicuramente quello riguardante la situazione degli stadi che è una delle cause principali di arretratezza del nostro movimento calcistico: Tavecchio ha promesso di impegnarsi a fondo per rifondare il sistema degli stadi in Italia, dai sistemi di sicurezza alla necessita di costruire nuovi impianti cercando un dialogo costruttivo e necessario con il governo. Campionati come la Premier e la Bundesliga, esempi di un business legato al calcio che funziona si basano proprio sulla valorizzazione del proprio brand partendo proprio dagli stadi e dal merchandising di ogni singola squadra della proprio lega. Il calcio odierno è una azienda e questo è sotto gli occhi di tutti, ma come molte altre aziende italiane il calcio italiano non è valorizzato come meriterebbe. Ciò che attrae più di tutto spettatori e quindi fruitori del prodotto calcio è il bel gioco, la competizione ed i campioni e bisogna creare le condizioni poiché questa avvenga sostenendo quelle realtà che contribuiscono a questo obiettivo. Anche solo per la storia calcistica del nostro paese e di molti dei nostri club ci garantisce di partire da una posizione avvantaggiata, ma dobbiamo ancora dimostrare di saperci valorizzare al meglio anche attraverso l'organizzazione di grandi eventi come è stato con la finale di Europa League allo Juventus Stadium e come sarà per la finale di Champions League del 2016 a Milano ed Euro 2020 a Roma. Anche Tavecchio ha sottolineato come sarà fondamentale presentarsi al meglio a questi ed ad altri, eventuali, grandi eventi. Anche il progetto dei Centri di Formazione Federale per la formazione di dirigenti sportivi, tecnici e giovani calciatori lascia ben sperare: è necessaria un'organizzazione più ferrea e funzionale e una proposta simile potrebbe aiutare non poco i processi di scouting nel nostro paese attraverso le selezioni regionali dei giovani calciatori. Il settore organizzativo deve supportare in tutto e per tutto il settore tecnico e questa proposta potrebbe migliorare di molto la sinergia tra i due reparti. Apprezzabile anche la proposta di rivoluzionare il rapporto con il sistema del calcio in quanto alcuni atteggiamenti non sono più tollerabili e affinché il mondo del calcio sia più pulito possibile vanno educate le persone all'etica sportiva e non vi è luogo migliore per farlo che nelle scuole e nelle scuole calcio. In ultima analisi il Club Italia ovvero la proposta di organizzare la Nazionale di calcio come un club con un direttore sportivo, una direzione commerciale ed una direzione comunicazione che è ciò che i vari tecnici passati sulla panchina della nazionale han sempre messo come primo punto del loro programma. Evidentemente non è ancora successo eppure Conte appare il migliore candidato per imbastire il progetto: le prime partite del neo C.T. Han evidenziato già l'impronta del tecnico leccese e questo lascia ben sperare per il futuro eppure bisogna vedere se Antonio Conte riuscirà a forgiare la propria creatura pur non lavorando giorno per giorno con gli interpreti del proprio gioco. I vari Darmian, Florenzi, Verratti ed Immobile dimostrano come i nostri settori giovanili continuino a sfornare buoni talenti ed una organizzazione migliore potrebbe davvero riportarci ai vertici mondiali in termini di movimento calcio. I giovani su cui si può già concretamente lavorare e da valorizzare sono molti: Leali, Bardi, Scuffet in porta; Zappacosta, Rugani, Murru, Romagnoli per la difesa; Sturaro, Cristante, Paloschi, Bernardeschi, Belotti, Destro, Gabbiadini, Berardi, Zaza e Sansone per il centrocampo e l'attacco. Di materia su cui lavorare ce n'è molta e di buoni propositi anche di più. Bisogna solo vedere come e quando sarà messo in pratica.