Sarà che abbiamo una tendenza autolesionista, ma siamo sicuri che il nostro campionato sia inferiore rispetto agli altri? Ieri il goal di Koulibaly al 90' è stata una risposta alle odiose esclamazioni: "eh ma la Premier è di un altro livello!", "in Spagna si gioca il vero calcio", "la Francia sta crescendo a dismisura"... Ok, tutto quello che volete... ma l'Italia?
Preciso che la riflessione va al di là di aspetti strutturali, organizzativi e regolamentari (ignoti ai più che si espongono su tali temi), ma solo tecnici... da semplice tifoso del nostro calcio.
Il ragionamento è semplice e scorre gradualmente... Abbiamo ancora la miglior scuola di portieri al mondo che va dalla leggenda di Gigi Buffon (sul quale bisognerebbe scrivere un'enciclopedia), al nuovo che emerge (ma con lo stesso nome) Gigio Donnarumma, fino ai Stefano Sorrentino, Andrea Consigli e Mattia Perin. A questi si aggiungono portieri stranieri ma "costruiti" e cresciuti nel nostro paese: Alisson Becker (colui che in questa stagione ha numeri da top 3 al mondo); il sempre troppo poco elogiato Samir Handanovic (meritevole di una vetrina europea per far risaltare agli occhi di tutti le sue qualità); Thomas Strakosha (che a suon di prestazioni fa brillare gli occhi del signor Lotito).
Per il reparto difensivo lo spunto è semplice: le migliori squadre dei campionati stranieri hanno coppie difensive come quelle che vantano i nostri top club? Benatia-Chiellini, Koulibaly-Albiol, Fazio-Manolas, Miranda-Skriniar, Romagnoli-Bonucci. Con tutto il rispetto per i vari Sergio Ramos, Thiago Silva (emerso in Italia) e Diego Godin... il resto non regge il confronto. La Lazio non è stata dimenticata, la difesa non è di quelle solide (salvando la faccia dell'olandese De Vrij), ma sopperisce con quello che è quest'anno uno dei migliori centrocampo d'europa.
Milinkovic, Luis Alberto, Leiva e co. fanno venire voglia di guardare una partita della compagine di mister Inzaghi e fanno brillare gli occhi del presidente Lotito.
A questi sommiamo le conferme chiamate Nainggolan, Allan, Pjanic, Strootman e le scoperte Torreira, Barella, la nuova versione di Brozovic, Veretout e Cristante. E se pensiamo che Immobile e Icardi, che svettano nella classifica dei marcatori di tutta Europa, sono gli attaccanti di Inter e Lazio che non si giocano lo scudetto, allora non vi è necessità di aggiungere altro.

Oggi l'unico campionato (tra i top) ancora aperto su tutti i fronti (scudetto, Champions, Europa League e salvezza) è il nostro... sì, la nostra Serie A. Negli ultimi anni, solo un dato è puramente oggettivo ed è il dominio spagnolo nelle coppe europee con Siviglia, Barca e Real (le ultime due non sono una novità). Anzi due... la Juve ha fatto due finali negli ultimi quattro anni. Chi è che diceva che "il campionato italiano non è un buon allenamento per affrontare l'Europa che conta"? Il resto sono tutte supposizioni, in cui dovremmo tenere in considerazione anche il nostro campionato. E se si dice che il nostro calcio debba ripartire su tutti i fronti, almeno ripartiamo esaltando le qualità del nostro torneo. 

Ciò che mi viene spontaneo oggi è ringraziare quel gigante senegalese che ieri al 90' minuto di una domenica sera che sembrava terminare con uno squallido zero a zero, ai più (sottraendo i tifosi juventini) avrà fatto pensare "ma che campionato stiamo vedendo quest'anno?" Con ansia aspettiamo che giunga sabato, e poi domenica, ed ancora l'altro sabato, fino al 20 maggio.
Anzi, se ci ripenso, meglio di no. "Mancano già quattro giornate alla fine del campionato?", "Dobbiamo aspettare di nuovo fino a metà agosto?". Sì, è l'angoscia di chi ha una malattia chiamata... calcio.