"I campionati lungo un secolo di storia calcistica hanno sempre raccontato una storia, racconti di squadre che si sono misurate nelle nazioni e che hanno portato a casa il titolo, diventando campioni. Poi però giunse la coppa, ben diversa dal campionato, accessibile solo a pochi eletti. Nacque la coppa dei Campioni, dei più forti di ogni luogo, pronti a misurarsi per diventare il migliore di tutti. Beh, se come dicevo il campionato racconta una storia, la coppa dei Campioni non ha nulla da raccontare: perché la storia, alla fine, sono proprio i Campioni." I quarti di finale di champions si sono appena conclusi ma il ricordo di 4 sfide incredibili è tuttora nelle menti dei tifosi che hanno gioito e si sono disperate per le 8 squadre che si sono qualificate per le Final 8, dove purtroppo non compariva alcun nome italiano. Bayern, Real, Atletico Madrid e Chelsea sono le vincitrici di questo turno che ci ha offerto non poche sorprese e uno spettacolo degno di questa competizione. Domani verranno effettuati gli ultimi sorteggi (forse un po' troppi a mio modestissimo parere) che proclameranno le sfide da cui Lisbona troverà le sue due contendenti. In breve i percorsi che hanno portato queste 4 squadre a poter ambire, mai come ora, al trofeo più prestigioso al mondo. Bayern: ci eravamo lasciati con il Bayern agli ultimi giri prima del traguardo Bundesliga, e la compagine bavarese non ha deluso le aspettative. Campionato e record su record confermano ancora una volta le grandi qualità del tecnico Guardiola e di un gruppo che non sembra essersi stancato di vincere, e ancor più di imparare calcio. Nel mentre c'era ovviamente la sfida con il Manchester, squadra forse troppo sottovalutata nei sorteggi, ma che mai sfigura in una coppa che conferisce sempre energia che in campionato a volte può assentare. Ma il Bayern è troppo anche per un buon Manchester, e il risultato l'ha dimostrato. Se il Bayern vuole segnare, segna. Può sembrare assurdo, ma è quello che è accaduto nella doppia sfida. 2 gol dei bavaresi a pareggiare immediatamente i gol di, rispettivamente, Vidic all'andata, e Evra nel ritorno. Difficile ricordare un dato simile. Se ogni squadra campione deve avere, ovviamente, una straordinaria capacità, quella del Bayern è senza dubbio la fermezza nell'imporsi sull'avversario. Difficile vederli lontani da Lisbona, ma nella coppa dei campioni non c'è nulla di scritto. Real Madrid: da pronostico i blancos non deludono, ed eccoli pronti all'ennesima semifinale, sperando che sia questo l'anno giusto per la decima coppa, che manca proprio dall'ultima finale, dall'ultima vittoria. Già, perché lo squadrone della capitale spagnola è quasi sempre il favorito, si sa. I giocatori del Real sono i più bravi, anche questo si sa. Poi però arrivi in una coppa dove spesso è meglio camminare nel silenzio, invece di fare i prepotenti e crearsi tanti nemici. E nessuno più del Real sa che cosa significa questo. Il Dortmund, nuovamente rivale con Ronaldo & Co., ha messo più che in bilico la qualificazione del Real. Dopo un secco 3 a 0 all'andata in cui il Real ha fatto vedere cosa significa avere tanti soldi, al ritorno, dove l'anno scorso vennero messi in ginocchio ancora una volta, le cose non sono andate nel verso giusto. Rigore sbagliato e 2 gol regalati agli avversari in poco più di mezzora hanno quasi compromesso quanto di buono fatto all'andata. Fortuna che gli avversari non erano quelli dell'anno scorso, o solo in parte, e fortuna che quelli che ci sono adesso sono significativamente più deboli, il Real se l'è cavata. In semifinale però, dove non si può più scherzare, questi errori non potranno essere commessi. La decima è vicina, ma nessuno ha intenzione di regalarla facilmente. Specie ai nemici per eccellenza.. Chelsea: qualche giorno fa mi sarei aspettato di scrivere Psg e non Chelsea a ritrarre le 4 squadre rimaste in Champions, ma mi sbagliavo. Interpretare la champions in base ai dati, statistiche e i numeri delle squadre che la giocano è poca cosa. Lo dimostra, ancora una volta, lo Special One Mourinho. Lui che davanti i media fingeva di non crederci, e ci stava convincendo anche a noi. Il risultato dell'andata, in cui i parigini si sono imposti 3 a 1 ha mostrato le difficoltà di una squadra che subisce tanto, e fatica a fare gioco. Poi però nessuno si ricorda di cosa accade quando metti proprio Mourinho allo Stamford Bridge. Chiamatelo piano B, o asso nella manica, ma i campioni, o in questo caso il Campione, Mou, sa pienamente quello che sta facendo. E razionalmente si prepara alla bolgia, alla guerra più cruda e complicata che in un campo possa avvenire. Guerrafondaio forse, o naturalmente predisposto al caos, sta di fatto che lui riesce, con lucidità e astuzia, a comandare quel caos, e a farlo suo. 3 attaccanti possono sembrare un arrembaggio disperato, ma in realtà è la mossa finale. E se la fa Mou, allo Stamford Bridge, il risultato può essere uno solo. Avvisati tutti, i Blues ci sono, e Mourinho è di nuovo con loro. Atletico Madrid: e poi c'è l'Atletico. Fantastico, ecco chi ha sbaragliato la concorrenza, e contro ogni pronostico di inizio stagione ora si ritrova non solo in semifinale di champions, ma con una liga, solitamente comandata da quelle due solite che tutti conosciamo, che può ancora essere conquistata. Nei due cammini però, c'è di mezzo chi ha sempre oscurato il lavoro dell'Atletico, lasciandoli sempre al secondo posto, molto lontano dal primo. La Spagna quest'anno non porta due squadre, a farlo ci pensa solo Madrid. La storia del Real e delle sue imprese la conoscono tutti, ma i campioni a volte devono cedere lo scettro. I campioni non smettono di nascere e questa volta sembra che a Madrid abbiano fatto i bravi e si siano divisi un equo numero di questi straordinari atleti. Rimane il Real favorito, lo sarà l'anno prossimo, quello ancora. Ma l'Atletico, che questo lo sa, punta ad altro. Sono i campioni dell'umiltà, della praticità, dell'essenziale. Loro guardano tutti dal basso verso l'alto, ma non abbassano mai la testa. E quest'anno, ci provano, non più nell'Europa delle piccole dove hanno affinato le loro arti, ma nella coppa che non ha rivali, nella coppa più importante. La coppa di una vita intera, di un lavoro intero. Simeone e la sua banda ci sono, il rosario che spunta dalla camicia nera anche perché non sempre si può puntare sulle proprie forze, ma si deve credere fino all'ultimo, finché si può. Le grandi, Bayern campione in carica, Real favorito, e il Chelsea dello Special One non potranno solo mostrare gli artigli per far loro male. Con l'Atletico o combatti o sei fuori. il Barca, non una squadra qualunque, e il Milan che pur essendo lontano dagli anni più gloriosi rimane sempre competitivo in Europa, non hanno avuto chance. Che la scalata continui. Moleskine