L’Inter è in crisi. Dopo tre sconfitte consecutive in campionato, non c’è più tempo da perdere: il fallimento della gestione De Boer è, ormai, innegabile. D’altronde, non sono solo i risultati ad essere disastrosi (pensiamo alla disfatta casalinga contro il neopromosso Cagliari), ma anche la qualità del gioco. La squadra non ha né un’identità tattica né carattere. Zhang Jindong (il nuovo proprietario dell’Inter, per chi non lo sapesse) si era immaginato un inizio di stagione assai diverso. Tuttavia, da grande imprenditore qual è, non si è perso d’animo; anzi, ha fatto di necessità virtù. E se De Boer è (stato) l’ultimo allenatore della modesta era Thohir, il suo successore sarà il primo dell’era Zhang - il “re” cinese degli elettrodomestici che ama fare le cose in grande. A tal proposito, è appena arrivata in redazione una notizia che ha dell’incredibile. La sezione investigativa di calciomercato.com ha, infatti, scoperto chi allenerà l’Inter, con ogni probabilità, già dalla prossima settimana (l’esonero di De Boer è una formalità). La ricerca della dirigenza nerazzurra è stata laboriosa: il ds Ausilio si è destreggiato abilmente tra i diversi pretendenti, mettendo infine a segno un colpo da fuoriclasse. Ve lo possiamo dire con certezza, il prossimo allenatore dell’Inter sarà l’attuale presidente della Federazione Russa Vladimir Putin. «La strada a Leningrado, cinquant’anni fa, mi ha insegnato una lezione: se la rissa è inevitabile, colpisci per primo» (V. Putin, Sochi, 22 ottobre 2015). Putin corrisponde perfettamente all’identikit fornito a suo tempo ad Ausilio. L’ex direttore dei servizi federali per la sicurezza della Federazione Russa è un grande condottiero, ha esperienza internazionale e un carisma straordinario. La sua conoscenza della tattica è impressionante; suo è il saggio Reprimere e Annientare: schemi offensivi non allineati, che ha rivoluzionato il modo di concepire le fasi di transizione in Russia. Come possiamo immaginare, non dev’essere facile ingaggiare un leader del calibro di Putin. Il quale, ovviamente, riceve molte offerte (soprattutto in seguito ai suoi recenti “mal di pancia” in quel di Mosca). Per il buon esito della trattativa, un ruolo fondamentale l’hanno giocato l’intercessione di Moratti (il futuro allenatore dell’Inter e il presidente del triplete si stimano da sempre; quest’ultimo, inoltre, parla perfettamente il russo – e non è una risorsa da poco in situazioni simili) e il prestigio di cui gode Ausilio presso vecchi membri del PCUS, ora parte dell’entourage presidenziale. I dettagli del contratto sono ancora segreti. Nella tarda serata di ieri, però, il nostro inviato a Mosca Alessandro Acciaccato, è riuscito ad intercettare Putin all’aeroporto, e a strappargli una dichiarazione: «L’Inter è un top club, uno dei migliori d’Europa e del mondo, con una grande storia. È la squadra che ho tifato sin da bambino, e per me diventarne l’allenatore è un sogno che si avvera… A Mosca era finito un ciclo, ho vissuto dei momenti straordinari, grandissime emozioni. Al Cremlino, lascio un pezzo di cuore… Il mio sostituto? Mi sarebbe piaciuto vedere un italiano al mio posto, un vecchio compagno come Bertinotti, che purtroppo, ahimè, non è più fra noi». (traduzione a cura di SergiOne). L’allenatore di Leningrado porterà con sé un team di tutto rispetto. Tra i tanti e valenti collaboratori, segnaliamo: Steven Seagal (vicinissimo a Putin da quando i due hanno lavorato, fianco a fianco, alla reintroduzione del programma di allenamento psicofisico GTO in Russia), con l’incarico di “esperto in calci piazzati”; Gérard Depardieu, già Obelix, sarà “l’addetto alchemico al vigore guerresco”; l’istrionico Mickey Rourke ha, invece, accettato il delicato ruolo di “motivatore”. In questi ultimi anni, si è parlato molto dei metodi di allenamento putiniani. Celebri sono i ritiri punitivi nella dacia a nord di San Pietroburgo, a volte in pieno inverno. «Dormivamo in tenda» ci racconta un ex parlamentare della Federazione Russa, che ha scelto di restare anonimo «Fuori c’erano meno venticinque gradi, e dentro pochi di più. Vladimir stava di fronte al nostro pseudo-accampamento e sparava gli ABBA a tutto volume per non farci dormire… Andò avanti così per una settimana intera, eravamo distrutti. Due compagni non ce la fecero. Noi che ne siamo usciti conquistammo, però, una cosa che non ha prezzo: lo spirito di squadra. Quell’anno non ce ne fu per nessuno… Ripensandoci oggi, la passione di Vladimir per gli ABBA era davvero contagiosa » (traduzione a cura di SergiOne). Judo con Vladimir Putin di Vladimir Putin è un romanzo di formazione che racconta, in chiave autobiografica, la scoperta del judo da parte del giovane, e all’epoca problematico, autore del libro. È prassi che, durante l’insediamento del tecnico russo, una copia sia consegnata a ciascun giocatore, come vademecum all’arte della guerra. Di Judo con Vladimir Putin, Mijailovic ha detto: «Quel libro è il mio Giovane Holden ». A questo punto, bisogna che il buon De Boer si faccia pacificamente da parte. Per il bene dell’Inter, ma soprattutto per il suo. Di Sardegno