Vorrei analizzare il momento Milan partendo proprio dagli attori principali: i giocatori. Citerò tre nomi simbolo di questo percorso iniziale.
Il primo che faccio è ALEXIS SAELEMAEKERS.
Sì, proprio l’esterno belga. Simbolo di una rinascita e di una svolta nello scouting che da anni portava solo giovani inadatti e poco funzionali. Il classe ‘99 è una costante sulla fascia, dotato di corsa e dinamismo. Gioca bene con entrambi i piedi e fa della generosità il suo punto di forza. Incendia la fascia ormai da troppe partite, menzione meritatissima.

Il secondo nome è quello di FRANCK KESSIÉ.
L’ivoriano è il motore resistente di questo Milan. Polmoni d’acciaio e doppia fase da urlo. Spesso compare sul tabellino marcatori, soprattutto per merito del fattore penalty. Uno dei leader dello dello spogliatoio, il suo soprannome è tutto dire: “Il Presidente”.

Terzo e ultimo nome: ZLATAN IBRAHIMOVIC.
Scontato? Sì. Avrei potuto nominare Kjaer, ministro difensivo e conferma del lavoro genuino della dirigenza. Avrei citato volentieri anche Calabria, ottima “sorpresa” di questo avvio e attualmente il terzino destro più in forma del campionato. Ma faccio il nome dei nomi, il nome di re Zlatan. Facilità imbarazzante di andare a rete e decisivo come non mai. Palla in banca quando circola tra i suoi piedi. La sua arroganza offensiva serviva come ossigeno e si vede.

Menzione d’onore: GIGIO DONNARUMMA.
Piccola riflessione sul portierone rossonero. Sicurezza da giocatore navigato tra i pali. Parate di livello assoluto e curriculum che parla da se. Gli elogi si sprecano ormai. L’età? Lasciamo stare, risulterei monotono e poco originale.