Carpe diem! È questo che Zinedine Zizou Zidane deve aver pensato quel 26 maggio di pochi mesi fa quando con il Real Madrid ha alzato la terza Champions in due anni e mezzo, record storico, nella sua testa durante i festeggiamenti deve essere scoccata una scintilla che gli ha fatto prendere la decisione di rassegnare le proprie dimissioni.
Sicuramente lui che da dentro viveva l'ambiente deve aver avuto qualche sensazione che qualcosa stava cambiando in quella stratosferica formazione. Non solo l'aver saputo in anticipo della partenza di Ronaldo, ma un qualcosa deve aver percepito.  
Anche perché non aveva in tasca un contratto magari monster con un'altra squadra, ma ha lasciato punto e basta, senza un'altra panchina, lui sapeva cosa sarebbe successo quest'anno, e ha avuto ragione, o almeno i fatti ad oggi gli stanno dando ragione. 

Manita presa dal Barcellona, ieri nel classico di Spagna, da un Barcellona pure senza Messi, è costato il posto a Lopetegui, che quest'anno ha vissuto il suo anno nero. 

Prima con la nazionale spagnola dove è stato allontanato alla vigilia del mondiale russo, proprio per colpa del suo accordo col Real, ora appiedato anche dallo stesso Real Madrid. 
Insomma, il caro Zizou ha capito prima di tutti che la magia che attorniava il Real Madrid era svanita, terminata, si era rotto l'incantesimo e lo ha capito prima di tutti, ha detto grazie di tutto ma io me ne vado.

In Perez abbastanza in empasse sul mercato, che prima ha perso il suo "figlio" Ronaldo, poi non è riuscito ad ingaggiare un top player all'altezza e in fine ha trattenuto a forza Modric, anche se lo perderà più avanti. Il Real sta affrontando una crisi abbastanza seria che ora dovrà gestire il nuovo Solari, e non Conte, ma che poi avrà un'altro nuovo condottiero la prossima stagione.