Archiviata finalmente Juventus-Inter e con essa, auspicabilmente, tutto lo strascico di polemiche, che ha fatto da corollario ad una partita, giocata in un’atmosfera surreale, come surreale è in questo momento l’Italia, in preda ad un’epidemia di cui non si conoscono ancora i limiti, forse sarebbe opportuno operare una riflessione su alcuni aspetti riguardanti le citate polemiche. 

Prima di scendere nel dettaglio dell’articolo, occorre una doverosa premessa.
Chi sta scrivendo è dichiaratamente e pervicacemente tifoso bianconero da tre generazioni ma, in questo caso, il tifo per la mia squadra ed una non spiccata simpatia nei confronti dell’Inter sono totalmente estranei alle motivazioni che mi hanno spinto a redigere il pezzo.

L’articolo infatti avrebbe potuto tranquillamente titolarsi “La mamma del tifoso stupido è sempre incinta” ma, nello specifico, avrei generalizzato perché il contenuto del pezzo riguarda esclusivamente l’Inter, il Suo Presidente ed una parte dei Suoi tifosi. Preciso però che, se nello specifico, il tema riguarda la società nerazzurra, sono convinto che potrebbe tranquillamente essere riferito ad una qualsiasi altra squadra italiana (a cominciare dalla Juventus).


Procediamo con i “contributi” in rigoroso ordine cronologico

L’iniziativa facebook della Curva Nord

In relazione ai comunicati di fine febbraio della Lega, che disponevano, prima (27 febbraio), la disputa di Juventus-Inter a porte chiuse e dopo (29 febbraio), il rinvio della partita al 13 maggio, sono immediatamente fioccati i commenti di alcuni giornalisti, che hanno ascritto tale cambio di rotta da parte della Lega a fronte di pressioni esercitate sotto traccia ad opera della Juventus e ciò per vari motivi (salvaguardare l’incasso; giocare davanti ai propri tifosi il derby d’Italia). A nulla rilevava, secondo costoro, le motivazioni ufficiali (in quel momento, con l’Italia esposta al ludibrio internazionale, gli spalti vuoti con 170 Paesi collegati avrebbero rappresentato l’ennesimo, pessimo spot per il nostro Paese).

La reazione ufficiale immediata da parte dell’Inter a tale decisione della Lega è stata comunque composta perché legittimamente Marotta ha eccepito che il rinvio di Juventus-Inter ed il recupero (a data da destinarsi) di Inter-Sampdoria rendeva difficile per la società nerazzurra incastrare i vari impegni di un calendario già fittissimo. In merito alle “porte chiuse”, riteniamo che Marotta fosse ben consapevole del danno economico riveniente alla Juventus, stante il fatto che solo una settimana prima aveva concordato con Malagò il rinvio di Inter-Sampdoria (Malagò dixit: “c’erano già 70.000 biglietti venduti”) che, altrimenti, si sarebbe magari potuta giocare a porte chiuse il giorno dopo.

Insomma, tutto abbastanza chiaro.

Ed invece no, perché, puntuale, è giunta la reazione del tifo organizzato nerazzurro, in quanto sulla pagina Facebook ufficiale, la Curva Nord in data 29 febbraio diramava un duro comunicato contro le scelte della Lega Calcio, il cui testo recitava: “Calciopoli… Ci risiamo? Speriamo proprio di no ma se non si interviene subito le sacrosante condanne ricevute in tutti i gradi di giudizio e trasformate progressivamente in vittimismo giudiziario da chi controlla giornali e tv potrebbero costare molto a tutto il panorama calcistico nazionale. Gli spettri del passato paiono proprio riaffacciarsi con prepotenza se per tutelare degli interessi meramente economici della “solita parte” l’Inter si è fatta apparentemente trovare nuovamente impreparata. Come detto dal nostro allenatore questi giorni avrebbero dovuto definire le nostre aspettative e ridisegnare i nostri obiettivi ma davanti a chi ha ancora i mezzi per dettare la propria legge al di fuori del campo ci pare quantomeno improbabile pensare ai risultati sportivi. Il nostro auspicio è che la nostra società sappia farsi sentire nelle opportune sedi per garantire quantomeno un equo svolgimento di un campionato che vorremmo ancora credere regolare. AVANTI INTER, MAI UN PASSO INDIETRO!!!”.

In pratica, secondo tali tifosi, erano già sussistenti tutti i presupposti per istruire un altro processo alla Juventus per una nuova Calciopoli. E’ evidente che il contenuto del comunicato non merita alcun tipo di commento.

Le dichiarazioni di Zhang

A mezzo di Instagram, è quindi intervenuto il 2 marzo il Presidente dell’Inter, Steven Zhang in merito a tutta la vicenda. Il giovane rampollo di Casa Suning è andato giù pesantissimo nei confronti del Presidente della Lega Serie A, Paolo Dal Pino, affermando quanto segue “Giocare con il calendario e mettere la salute pubblica al secondo posto. Sei probabilmente il più grande pagliaccio che abbia mai visto”.

Dopo qualche giorno, il numero uno dell’Inter, ha rincarato la dose contro Dal Pino: “Ho usato termini non sufficientemente duri e ribadisco il concetto: per il ruolo che ricopro ho il dovere di dare per primo l’esempio e rispettare tutte le procedure per la salute delle persone”.

Per commentare la presa di posizione di Zhang occorre partire da un presupposto essenziale, ovvero che la salute pubblica è un bene primario per tutti i cittadini italiani e non è un argomento che sta a cuore solo al giovane cinese. A costui forse sarebbe opportuno rammentare che, in proposito, è la nostra Costituzione (che non è né juventina né interista ma italiana) che all’art. 32 sancisce la tutela della salute “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività e garantisce cure gratuite agli indigenti…”.

Prima di formulare commenti in proposito, credo che Zhang dovrebbe preliminarmente verificare se tale attenzione per la salute pubblica sia analogamente sancita, avvertita e praticata in Cina.

Ciò posto, ci sono alcune considerazioni a margine da rilevare rispetto alle dichiarazioni di Zhang. In primo luogo, sede (social network) e contenuto (offensivo), non appaiono né coerenti né congrui con il ruolo che riveste il Presidente dell'Inter all’interno del sistema calcio italiano. E’ evidente a tutti che determinate dichiarazioni non possono essere rese pubblicamente ma devono essere declinate all’interno delle sedi istituzionali. Chi afferma il contrario e non censura le uscite pubbliche del numero 1 dell’Inter, è palesemente in malafede, perché non ci può essere fede calcistica, che possa giustificare sortite di questo tipo.

In seconda battuta, ho altresì letto che molti addetti ai lavori non abbiano chiaramente compreso la posizione di Zhang, nel senso che in questo bailamme di notizie contraddittorie, l’Inter – secondo quanto ufficialmente riferito da dirigenti di altre squadre - ha prima chiesto di giocare a porte chiuse, poi, in caso di porte aperte, di recuperare prima la partita con la Sampdoria rispetto alla gara con la Juventus.

La Curva Nord saluta l’Inter ad Appiano Gentile

Infine, in un momento in cui l’emergenza sanitaria sta assumendo contorni inimmaginabili sino soltanto ad una settimana fa e si fanno pressanti e costanti i richiami ad evitare assembramenti di qualsiasi tipo ed in qualsiasi luogo, si apprende che una folta rappresentanza della Curva Nord interista si è recata ad Appiano Gentile per salutare la squadra in partenza per Torino, intonando cori ed esibendo striscioni.

Onestamente, riesce veramente difficile comprendere come si possa organizzare e svolgere un evento di questo tipo in un momento così delicato e in un luogo che, a breve, sarebbe stato oggetto delle limitazioni più stringenti, in quanto identificato come “zona rossa”.

Non si tratta di bollare l’incoscienza dei tifosi della Curva Nord dell’Inter ma dei tifosi di qualsiasi altra squadra d’Italia (non ultima l’affluenza dei tifosi allo Stadio per la partita Spezia – Pescara, poche ore prima che venisse pubblicato il decreto che vietava l’accesso negli stadi sino al 3 aprile), che sembra letteralmente sbattersene degli appelli di Governo, Regione e Istituto Superiore della Sanità.

Nello specifico però, la situazione appare ancora più stridente perché qualche giorno prima il Presidente dell’Inter bollava Dal Pino come pagliaccio, in quanto non metteva al primo posto la salute dei cittadini e qualche giorno dopo i tifosi della squadra interista organizzano un comitato di saluto alla squadra, in dispregio dello stesso principio della salute, di cui il loro Presidente si era fatto paladino.

Il precipitare degli eventi sanitari, con l’allargamento della zona rossa a tutta la Lombardia, a buona parte del Piemonte, del Veneto e dell’Emilia Romagna, nonché di uno spicchio delle Marche, mi induce a ritenere che sarà inevitabile nei prossimi giorni la decisione di sospendere, giustamente, il campionato.
L’auspicio è che alla sospensione (o meno) segua comunque una profonda pausa di riflessione da parte di tutti gli operatori del settore (a partire dai Presidenti delle squadre di calcio di serie A) ed il ritorno ad un calcio in cui le polemiche non riguardino più la nostra salute ma la concessione (o meno) di un calcio di rigore.