Quella che si è appena conclusa è stata, per la Juventus una stagione vincente, trionfale e storica. In ambito nazionale la formazione bianconera ha conquistato tutti i trofei in palio, Supercoppa Italiana, Campionato (il quinto consecutivo) e Coppa Italia (l’undicesima e seconda di fila); un piccolo triplete. Inutile dire che, qualora la bacheca fosse stata impreziosita anche dalla coppa con le orecchie grandi ovvero la Champions League l’annata sarebbe stata da considerare leggendaria tuttavia, questa è un’altra storia.
In questo clima di felicità, gioia e festa c’è chi, Simone Zaza è rammaricato, triste e frustrato per non aver avuto la possibilità di esprimere le proprie qualità QUANTO avrebbe voluto. I numeri, d’altro canto parlano chiaro, la punta ha messo insieme 24 presenze tra campionato e coppe delle quali appena 8 da titolare condite da 8 reti, così distribuite: 5 in Campionato, 2 in Coppa Italia e 1 in Coppa dei Campioni. Su queste basi, Zaza sta riflettendo sul da farsi, sospeso com’è tra la volontà di consacrarsi con la maglia della Juventus e il desiderio di trovare una squadra che gli permetta di sprigionare tanto la sua fame di calcio e di campo quanto la sua voglia di essere incisivo sotto porta gonfiando le reti avversarie. Pur avendo giocato poco, Zaza vanta numerosi estimatori sia nel mercato internazionale che in quello italiano. In Premier League il Leicester, fresco Campione d’Inghilterra ha individuato in lui l’erede di Jamie Vardy che si è appena accasato all’Arsenal mentre il Chelsea lo vuole su espressa richiesta di Antonio Conte, suo grande estimatore; in Italia Zaza è, invece sul taccuino di Milan e Roma con i giallorossi che guardano a lui per sostituire il partente Dzeko che non rientra più nel progetto tecnico di Luciano Spalletti.
Nel mio piccolo mi permetto di dare un consiglio a Simone Zaza ovvero prima di lasciare la Juve ci pensi non una, non due ma dieci, cento volte perché tanto la società – che, per l’appunto a gennaio ha respinto gli assalti milionari di West Ham, Crystal Palace e Southampton – quanto Massimiliano Allegri, con il quale, per inciso gli attriti non sono mancati – credono molto in lui, lo reputano un tassello fondamentale sia della juve presente che di quella futura e quindi incedibile; inoltre con la partenza quasi certa di Alvaro Morata lo spazio per lui è destinato ad aumentare con il giocatore candidato a diventare sempre più protagonista. In ultima analisi, il ragazzo ha grandissimi margini di miglioramento sia sul piano tecnico (il piede destro) sia sotto l’aspetto mentale visto e considerato che SI E’ DIMOSTRATO PIU’ INCISIVO E DECISIVO QUANDO E’ PARTITO DALLA PANCINA RISPETTO A QUANDO E’ STATO SCHIERATO COME TITOLARE; infatti, da subentrato oltre ad aver realizzato il gol che, di fatto è valso il tricolore ha evidenziato una maggiore cattiveria agonistica dimostrando di non essere ancora pronto per indossare sempre o quasi la maglia da titolare.
Comprendo il pensiero di Zaza ma, allo stesso tempo ritengo che abbia tutte le carte in regola per sopportare le pressioni richieste da una grande squadra come la Juventus, di conseguenza, penso che debba riflettere con grande attenzione prima di chiedere la cessione perché la storia di questo sport è piena di atleti che, per non aver saputo aspettare il proprio momento hanno vissuto una carriera al di sotto delle loro possibilità.
In chiusura, a mio modo di vedere, non può essere trascurata la solidità del progetto tecnico della Juventus targata Andrea Agnelli il quale, consente non soltanto di guadagnare bene ma anche di competere ogni anno per Campionato, Champions League e Coppa Italia quindi, lottando su più fronti le occasioni per mettersi in luce non gli mancheranno di certo. Caro Zaza, non mollare, mantieni calma e sangue freddo, sarai premiato.
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