Il 23 Ottobre del 1966 nasce a Bologna Alessandro "Alex" Zanardi.

A Castel Maggiore inizia la sua grande passione per la Formula 1. Nel corso della sua carriera sportiva Zanardi ha vinto di tutto, due campionati CART nel 1997 e nel 1998, quattro medaglie d'oro ai Giochi paralimpici di Londra 2012 e Rio 2016 e otto titoli ai campionati mondiali su strada. Il 15 Settembre del 2011 arriva il tragico incidente per il pilota italiano. A tredici giri dalla fine sul circuito di Lausitzring. in Germania, dopo aver compiuto la sua ultima sosta, uscendo dai box, Zanardi perde all'improvviso il controllo della vettura probabilmente per la presenza di acqua e di olio sulla traiettoria di uscita. Dopo un testacoda va verso la pista mentre in contemporanea arrivano a fortissima velocità Patrick CarpentierAlex Tagliani. Il primo riesce a evitare lo scontro mentre il secondo no, la vettura di Tagliani colpisce perpendicolarmente la vettura del pilota bolognese all'altezza del muso dove erano le gambe del pilota e spezza in due la Reynard Honda, la macchina di Zanardi. Il pilota bolognese è gravissimo, non ha più gli arti inferiori, è gravissimo e rischia di morire dissanguato. Viene portato all'ospedale di Berlino dove rimane in coma farmacologico per quattro giorni. Miracolosamente si salva dopo quindici operazioni e sei settimane di ricovero. Con la riabilitazione ed una forza di volontà straordinaria Alex si rialza da questo tragico episodio e si riavvicina al mondo delle corse e al paraciclismo dove trionferà, ancora una volta. 

Oggi Zanardi è un simbolo straordinario ed un esempio per tutti per la capacità di non mollare mai e per la straordinaria voglia di vivere. Tra le sue frasi emblematiche vi è una che racchiude il suo spirito immenso: "Quando ti capita di arrivare a casa da perdente devi cercare di trovare una nuova opportunità, per capire che ce la puoi fare. Avevo due possibilità: rinunciare o cercare di appassionarmi a un nuovo progetto. Ho scelto la seconda, perché nello sport avevo capito che la cosa più bella è lavorare al progetto più che raggiungerlo. Oggi sono una persona molto felice, talmente felice da dire che l’incidente è stata la cosa più bella che mi potesse capitare".