Nostalgia canaglia, si stava bene quando si stava peggio.
Inizio con queste due "frasi fatte" questo mio articolo/confessionale, dove esprimo tutto il mio rammarico verso un calendario che, date le esigenze televisive e una pessima qualità streaming in Italia, non è più quello che amavamo e che aspettavamo per sei giorni impazientemente. Oramai ci gustiamo calcio sette giorni su sette, dal lunedì alla domenica, che per noi "dipendenti" da calcio giocato, dovrebbe essere una "manna santa", un dono divino, ma a mio parere, suscita esattamente l'effetto contrario. Trovarsi alla domenica, dopo un pranzo pesantuccio, esausto sul divano, telecomando in mano e forza ora guardo la Serie A,ma, accendo la TV e realizzo che non sarà una domenica come le altre. In cartello ore 15 solo Venezia-Spezia, che ci mancherebbe, con tutto il rispetto per i tifosi delle due compagini, è stata anche interessante, con più partite e fasi di gioco in un unico match, ma da appassionato/malato di calcio, alla domenica, mi aspetto la solita diretta goal con 5-6 partite in contemporanea. Saltare da un campo all' altro, con la nostalgica schedina del totocalcio in mano, ad esultare per il goal del Torino di turno. Ma purtroppo i nostri sogni, la nostra domenica non esistono più. Tutto ciò per permettere alle nuove app fantasmagoriche di calcio in streaming di poter adempire ai propri doveri, trasmettere in maniera "decente" ciò per cui noi paghiamo fior di quattrini. Ebbene sì, paghiamo profumatamente: abbonamento uno per la Serie A, abbonamento due per la Champions, abbonamento tre,nel mio caso, per la Formula 1. Ma questi mille abbonamenti che paghiamo puntualmente ogni mese, quasi fossero l'acqua potabile, hanno levato a noi malati di calcio la nostra domenica.
Quella domenica che aspettavamo dal lunedì, quella domenica nostalgica passata sul divano a guardare la nostra diretta goal. Il calcio 2.0 non fa per noi. Noi nati negli anni 80', cresciuti a pane e cioccolata e diretta goal.