Rudi Völler nasce ad Hanau in Germania, il 13 Aprile del 1960. Sono passati 15 anni dall'epilogo della Seconda Guerra Mondiale, nella quale la Germania ebbe un ruolo da protagonista assoluta in negativo con le atrocità commesse dal regime nazista di Adolf Hitler. Il suo percorso calcistico inizia nella squadra giovanile del suo paese natale. Successivamente si trasferisce al Kickers Offenbach, dove resta per quattro stagioni. Nel 1980 viene prelevato dal Monaco 1860. Dopo due anni con la squadra bavarese e la conseguente retrocessione in serie B nella seconda stagione, viene acquistato dal Werder Brema.

Nel 1987, alla cifra considerevole per l'epoca di 5,5 miliardi di lire, viene acquistato dalla Roma, che ha come Presidente l'indimenticabile Dino Viola e come allenatore lo svedese Niels Liedholm. Con la squadra giallorossa vince la Coppa Italia nella stagione 1990-91 mentre sfiora la vittoria della Coppa Uefa, persa solo nella finale di andata e di ritorno contro l'Inter. Sbarca nella Capitale come l'erede naturale di Roberto Pruzzo, sia per i gol fatti che per i baffi in comune. "Era un leader. Affrontava il tifoso che contestava, gli avversari che ti infastidivano, trascinava i compagni", sono le parole del suo compagno di reparto, Ruggiero Rizzitelli. Il difensore Aldair disse di lui, quando era un suo compagno di squadra, in merito alla professionalità del tedesco: "Era il primo della fila in tutti gli allenamenti. Un grande professionista, un campione dentro e fuori dal campo. La mia fortuna è che gioca con me". Se ce lo avessi contro, non saprei come fermarlo». In 198 gare con la maglia giallorossa, l'attaccante tedesco realizza 68 marcature. La Curva Sud giallorossa, la parte più calda del tifo della Roma, gli dedica un coro: “vola, tedesco, vola!”. Dopo 5 stagioni con la maglia della Roma, si trasferisce in Francia all'Olympique Marsiglia. Dopo due anni in terra francese, veste l'ultima divisa da calciatore per due anni in Germania con il Bayer Leverkusen.

Con la Nazionale della Germania Ovest, Völler milita dal 1982 al 1994. Con la maglia della Nazionale tedesca vince un argento agli Europei in Svezia del 1992, due argenti ai Mondiali in Messico del 1986 ed in Corea del Sud ed in Giappone del 2002 ed una medaglia d'oro agli storici Mondiali in Italia del 1990. L'attaccante inglese Gary Lineker disse una frase molto emblematica a riguardo della vittoria tedesca: "Il calcio è un gioco semplice: 22 uomini rincorrono un pallone per 90 minuti, e alla fine la Germania vince".

Dotato di una notevole fisicità e di una grande forza nel gioco aereo, Völler era letale sotto porta.

Nel 2000 intraprende la carriera di allenatore prima con il Bayer Leverkusen e successivamente con la Germania che nei Mondiali del 2002 porta alla finale persa con il Brasile. In seguito allena la Roma per sole 4 gare ed il Bayer Leverkusen, di cui diventa dirigente dal 2005.

In Germania il soprannome di Voeller era "Tante Kathe" (“Zia Kathy”) e gli venne messo dal compagno di nazionale Thomas Berthold che, come lui, proveniva dalla zona di Francoforte. In questa parte del territorio tedesco, le signore anziane che erano solite portare i capelli grigi acconciati in una permanente, venivano chiamate dai bambini “Zia Kathy”. Nella sua città natale, Hanu, in Germania, gli è stato dedicato un importante complesso sportivo. Voller rappresenta una delle tre figure insieme al brasiliano Mario Zagallo e al tedesco Franz Beckenbauer ad aver raggiunto la finale di un Mondiale sia da giocatore che da allenatore. Quando viene inserito nella Hall of Fame della Roma nel 2014, dichiara a testimonianza del fortissimo legame rimasto con la squadra giallorossa: "Roma e la città di Roma per me saranno sempre un posto speciale".