Non c'è peggior sordo, di chi non vuol sentire, proverbio che calza perfettamente quando si cerca il confronto con i tifosi interisti. Per anni hanno spiegato agli altri, l'importanza del FFP e di bilanci in ordine, la grandezza del "loro progetto" e la sicurezza di espandere il marchio Inter, in tutto il mondo, grazie alla potenza economica di uno dei cinesi più ricchi al mondo. Ridevano del "calvario Milanista", sbeffeggiavano le altre tifoserie, al punto di proiettare sul Duomo di Milano, l'ombra di Messi, pronto a vestire la loro maglia, nonostante abbiano tentato di renderla sempre più brutta. Invece non sarà il campionissimo argentino, in partenza da Barcellona, ad arrivare nel capoluogo Lombardo. Nel drastico ridimensionamento che la dirigenza neroazzurra sta mettendo in atto, per non rischiare il fallimento ( sempre smentito e ritenuto irreale), dopo le cessioni di Hakimi e Lukaku, il grave ed inaspettato infortunio di Eriksen e la rescissione del contratto con l'allenatore Conte, oltre all'allontanamento di Oriali, colpevole di aver dubitato della serietà della Proprietà, l'unico Messi che si può abbinare alla seconda squadra di Milano, non è certamente un calciatore, ma piuttosto una considerazione :"Messi Male".                                                                                     

Sgombriamo subito il campo da ogni malinteso. La cessione di Lukaku per 115 Milioni, non viene da me messa minimamente in discussione sotto l'aspetto economico, anzi può essere tranquillamente annoverata fra le operazioni vantaggiose a merito di Ausilio e Marotta, ma è la tempistica ad evidenziare fin troppi contro sensi e specialmente riduce sia gli obiettivi che l'immagine di una Società che, fresca della vittoria dello scudetto, annunciava un futuro ricco di successi.

Il punto è proprio lo scudetto, perchè da tifoso Milanista, non sono certamente "vedovo di Gigio", di cui è superfluo spiegare i motivi di uno strappo che era irreparabile se non con commissioni e ingaggi, fuori da ogni logica commerciale. Non dispero neppure della partenza gratuita, del "turco triste", che a quanto pare porta anche un po' di sfortuna, ma sono amareggiato di aver consegnato il campionato ad una squadra che nonostante mille difficoltà economiche, si è compattata dietro all'allenatore macinando vittorie e raggiungendo un traguardo quasi impossibile che forse potevamo ostacolare maggiormente e che la sconfitta a la Spezia ha spianato.

Non sono quindi a gioire dei problemi neroazzurri, che oltretutto avranno gravi ripercussioni anche nella costruzione dello stadio, rinviando ulteriormente l'inizio di lavori che sembrano alquanto impossibili, ma almeno abbiate il buon senso di lasciarci fuori da confronti che non hanno alcuna parvenza logica. Quando i nodi vengono al pettine bisogna saperli affrontare. La Juventus ha ricapitalizzato i debiti, il Barca taglia gli stipendi e il Milan ha affrontato un percorso fin troppo lineare, iniziato fra sogni e proclami, continuato con l'esclusione dalle competizioni Europee e da una ripartenza fatta di silenzi, di giocatori quasi sconosciuti, di tanti prestiti e ilarità di addetti ai lavori e non. Eppure oggi, con la pandemia che ha ulteriormente aggravato la situazione di moltissimi club, nazionali e internazionali, il Milan ha recuperato tanta credibilità e molte posizioni su quella classifica mondiale dalla quale eravamo ai margini. Oggi la Juventus non regala i soldi al Sassuolo per l'acquisto di Locatelli, ma tratta un prezzo equo, così come il Milan ha ridiscusso la valutazione di Tonali. Il Barcellona lascia partire Messi, senza ricavare alcun utile perchè già alleggerirsi dello stipendio è un miglioramento, (oltre che un monito a tutta la squadra) obbligatorio per evitare il tracollo finanziario. Ma questo è solo uno dei casi, il più rilevante perchè coinvolge uno dei giocatori più conosciuto e importante al mondo, ma l'effetto domino è solo all'inizio.

Il calcio è talmente bello che riuscirà a superare ogni avversità. Fra mille difficoltà l'Inter giocherà il campionato con lo scudetto cucito sulle maglie e non è cosa da poco, poi sarà il campo a dare i suoi verdetti, perchè lo "scudetto dei bilanci", non interessa a nessuno e alla fine bastano undici giocatori che indossano la maglia della squadra che tifiamo e il cuore batte forte, fra gioie e dolori.