Tempo fa ho scritto che i cinesi stanno comunque facendo un buon lavoro all'Inter su conti, marketing, sul brand, ecc: bene, evidentemente però non ancora abbastanza. I famosi ricavi di una società di calcio non dipendono solo dal campo di gioco: bisogna trovare investitori, accordi commerciali validi, insomma nuove iniezioni finanziarie. Diversamente, si è relegati ad una dimensione di seconda fascia, e serate indimenticabili di calcio, come è stata in piccolo comunque, quella dell'appena trascorso 20 maggio, rischiano di essere una totale rarità. Figuriamoci i trofei.

In questo momento all'Inter sono tutti presenti all'appello: uomini, squadra, tecnico, tifosi. C'è solo un grande assente: Suning. Non perché debba fare follie sul mercato, così sbilanciando malamente i conti; ma per il fatto che la rivoluzione societaria sembra non stare al passo con quanto avviene in campo. Spalletti ha fatto bene a parlar chiaro: quest'anno non si bleffa come l'anno scorso. Non si fanno promesse da marinaio, come ha fatto Suning con accordi che non ha poi rispettato. Questa mossa, è chiaro, esplicita un aut-aut del tecnico alla dirigenza: o si va avanti con progetti vincenti, oppure...ciao! Io non credo che Spalletti abbia l'età che ci vuole, ma soprattutto la voglia, per stare in un progetto quinquennale...o decennale. Quindi, avanti con la finanza creativa: bisogna trovare i soldi per tornare in alto sin da subito. Basta con "anche per quest'anno, vinceremo l'anno prossimo": sono sette anni che va avanti questa solfa, anzi otto.

Se Cancelo e Rafinha se ne vanno, ed alla fine anche Spalletti, siamo punto e da capo con l'anno zero. L'ennesimo. Dicano una volta e per sempre, i cinesi, cosa intendono fare realmente: se vivacchiare per farsi un po' di pubblicità, o se vogliono rilanciare, non dico alla grande, ma almeno in maniera decisa ed adeguata agli accadimenti delle stagioni. Quest'anno si è raggiunta la Champions, e l'anno prossimo? Che si fa? Si esce ai gironi in Europa e si raggranella un quinto posto in campionato?

I tifosi interisti si meritano ben altro dei contentini: più di un milione di presenze, quest'anno, al Meazza parlano chiaro. Vogliamo una squadra competitiva, un ambiente che riassaggi più spesso l'allegria della vittoria.
Se i cinesi non possono stare al passo, che trovino un buon compratore per questa società: il calcio è emozione, non sempre in positivo, ma è emozione. E' da questa componente che viene poi ogni fortuna, anche economica. Quindi, se ci sei, Suning, batti un colpo. Oppure, cari cinesi, lasciate perdere con il calcio, non fa per voi.

Vi stiamo aspettando, cari cinesi, e speriamo non invano.