Cinque giornate alla fine del campionato di Serie A. Meno di un mese per conoscere tutte le posizioni e quindi, quali saranno le quattro società a rappresentare l'Italia nella prossima edizione, della competizione europea più importante e seguita.
Per noi tifosi del Milan è stata una stagione ricca di soddisfazioni. Eppure dopo le ultime due sconfitte, sono in molti a scommettere che la squadra allenata da Mister Pioli fallirà la qualificazione alla Champions. Per quanto difficile è un obiettivo ancora ampiamente raggiungibile, sicuramente molto più alla portata di quanto lo si potesse sperare ad inizio campionato, quando i pronostici davano Juve, Napoli e Inter a lottare per il titolo e Atalanta, Lazio, Roma e Milan, nell'ordine elencato, a cercare il miglior piazzamento. Così come siamo stati fiduciosi a settembre, ora piangersi addosso non serve a nulla.                 

Già il fatto di essere riusciti, ancora una volta e tutti insieme, tifosi e giocatori, a seguire tutte le chiacchiere e le distrazioni, che ci hanno accompagnato per tutta la stagione è servito solo a lasciare fuori dal rettangolo di gioco, tutte quelle energie fondamentali per gestire quello splendido vantaggio, frutto di un'impeccabile girone d'andata. Recriminare oggi, per i punti persi, contro formazioni ampiamente abbordabili per quello che questa squadra ha saputo mostrare per moltissimi mesi, non serve più a nulla. Ora conta solo la prossima partita e l'avversario di turno che verrà a giocare sabato sera a San Siro.

Questo Milan, così "scarso", oramai "spacciato" e sovrastato da squadre "invincibili", a cinque giornate dalla fine, benchè dato oramai per sesto, o nella migliore delle soluzioni per quinto, con Pioli licenziato, Donnarumma e Calha destinati a giocare per la Juventus e le cavallette che distruggeranno Milanello, non permettendo più di allenarsi, strano a dirsi, ma è ancora padrona del proprio destino. Certo, con due scontri diretti, con la Juventus e l'Atalanta, da giocarsi in trasferta, ma prima c'è il prossimo turno da giocare, che potrebbe condizionare in modo determinante le restanti quattro giornate, almeno per quanto riguarda la squadra rossonera. Milan contro Benevento, allenata da quel Pippo Inzaghi che ci ha regalato tantissimi gol e soddisfazioni, può essere la partita che decide tutta la stagione rossonera. Vincendola il Milan si assicurerebbe i tre punti, ma allo stesso tempo spianerebbe la strada verso la salvezza, sia al Torino che al Cagliari, nostri avversari nelle giornate successive, rendendo meno insidiosi due ostacoli che dovranno essere superati, senza passi falsi. Allo stesso tempo, la Juventus, impegnata in trasferta contro l'Udinese, subirà anche la pressione psicologica e consapevole che dovrà affrontare anche l'Inter, allenata "dall'amico" Conte, sono certo che per quanto la trasferta in Friuli sia storicamente molto semplice per i bianconeri di Torino, non sarà facile conquistare l'eventuale vittoria.

La voglia di giocare la Champions è grande. Manca ai tifosi, ai giocatori ed anche a tutti quegli avversari che riconoscono nel Milan una di quelle società che ne hanno scritto la storia, al punto di inserirla nella Super Lega anche se assente dal panorama mondiale da troppi anni.                       
Se Atalanta e Napoli sembrano esibire una forma invidiabile e destinate ad assicurarsi i due piazzamenti utili dietro l'Inter, resta un solo posto a disposizione che, trascurando la Lazio del presidente Lotito, a cui si perdona di non giocare contro il Torino e si porta il recupero a fine campionato, oppure l'uso a proprio piacimento, dei tamponi Covid e degli eventuali indisponibili, (dove di sportivo c'è ben poco), saranno Juventus e Milan a contendersi quel posto così importante. La squadra più vincente in Italia e la formazione italiana che meglio ha rappresentato il nostro calcio nel mondo. Cinque giornate per conoscere l'esito finale. Maldini, Gattuso, Pippo e Pirlo, anche da loro dipende il nostro futuro, ricordando le tante partite di Champions giocate con la stessa maglia.  Allora sarebbe bellissimo se proprio Pirlo che ha preferito dimenticare i trascorsi gloriosi, riuscisse nell'impresa di farci ancora vincere. Cantare il suo nome e gioire per un traguardo così modesto, quando eravamo abituati a molto, ma molto di più. 

Nel calcio di oggi, gli stadi sono deserti, il gol di Mutari verrebbe concesso, il passaporto a Suarez no, perchè per quello serve un'esame, ma questa è un'altra storia, che dovrebbe ugualmente impedire l'accesso alla Champions, ma che si tenterà di concludere a tarallucci e vino, perchè il "diavolo" è sempre il Milan e il suo ritorno fa paura.