La 5 giornata di Serie A è stata consegnata agli archivi, una giornata che dà il via ad un'intensa settimana di emozioni calcistiche che passerà per il turno infrasettimanale di martedì e mercoledì e che si concluderà lunedì dopo averci dato il verdetto del "match scudetto" Napoli-Juventus e del derby capitolino Roma-Lazio.

Una giornata, quella appena conclusa, che possiamo definire da cliché, poiché gran parte di quello che questa giornata ci ha regalato è un qualcosa che siamo abituati a vedere, che frequentemente accade nel nostro campionato.

La legge del più forte
La Juventus non molla un colpo, dopo la tanto discussa vittoria nella notte europea del Mestalla, la vecchia signora s'impone anche all'Ezio Scida di Frosinone in una trasferta che si è rivelata essere molto più complicata del previsto. A risolvere la partita è stato il gol del solito Cristiano Ronaldo che mette alle spalle di Sportiello una palla che vagava per l'area di rigore rendendo vani gli 80 minuti di perfezione difensiva attuati da un Frosinone che finalmente sembra essere diventato squadra.
Al 90' la Juventus raddoppia con il più classico dei gol di contropiede da calcio d'angolo avversario che porta la firma di Bernardeschi a coronamento di una settimana da sogno per il giovane italiano autore di una prova straordinaria anche contro il Valencia mercoledì in Champions.
Una Juventus stanca e poco lucida, che continua a presentare qualche pecca sotto il profilo del gioco, ma che alla fine porta a casa i 3 punti e continua il suo filotto di vittorie consecutive, che ora segna 6 partite. E se in queste sei partite la squadra di Allegri ha vinto senza mai offrire un bel gioco sorge spontanea la domanda: quando arriverà anche il bel gioco, la Juve sarà definitivamente pronta per la coppa dalle grandi orecchie?

Gli scugnizzi di Carletto
Se da un lato abbiamo la Juventus che s'impone con la legge del più forte data da un ricchissimo organico e da una società indiscutibile, dall'altra parte abbiamo invece gli scugnizzi di Carletto, che corrono, si divertono, emozionano e vincono 3 a 1 in un campo difficile come quello di Torino, candidandosi per un altro anno ad essere gli avversari della Juve nella lotta scudetto.
A capo dei ragazzi di Carlo Ancelotti non poteva esserci che Lorenzo Insigne, nato e cresciuto a Napoli autore di una doppietta che porta il giovane attaccante napoletano  a quota 4 gol in 5 partite e se affiancati ad Insigne ci sono un Mertens inspirato, un instancabile Callejon e un sorprendente Verdi, il Napoli può davvero mettere pressione ai bianconeri che dovranno dare il massimo in tutte le competizioni.
Il Napoli, inoltre, può contare su un'arma in più rispetto all'anno scorso: l'esperienza. Infatti grazie ad Ancelotti il Napoli adesso può acquisire quella mentalità da big che potrebbe debellare l'unica piaga della quale il Napoli ha sofferto per anni, quella dell'incostanza.
Altra motivazione importante per i partenopei è quella di dimostrare a tifosi e presidente di essere ancora una meravigliosa realtà di questo campionato portando i tifosi a riavvicinarsi alla squadra e al Patron De Laurentiis di portare a Napoli qualche grande nome, non arrivato in estate, per ridurre di un altro gradino il gap con la Juventus.

90 minuti per segnare
L'inno dell'Inter dovrebbe assolutamente essere corretto data la quantità di gol che l'Inter sta cominciando a segnare dopo lo scoccare dei 90 minuti.
La squadra di Spalletti vince una partita importantissima al Marassi dopo ben 3 gol annullati, a siglare la rete è Marcelo Brozovic uno degli uomini chiave di questa Inter.

Un'Inter che dopo la pazza partita di San Siro contro il Totthenam torna a segnare nell'extra time segno che l'Inter in campo c'è sempre e che alcuni problemi di condizione atletica sono stati ormai lasciati alle spalle. 
Continuano invece quelli di natura tattica dato che l'Inter continua a non entusiasmare sul piano del gioco, troppo lento e statico aggravato da un periodo particolare di Icardi ancora fermo a 0 gol.
I nerazzurri sembrano aver costruito una squadra dedita al dominare l'avversario fisicamente, a stremarlo per tutta la durata della partita per poi colpirlo e metterlo k.o proprio come nella box, ma gli evidenti limiti offensivi sono comunque da eliminare, magari attraverso l'inserimento di un'altra punta al fianco del troppo spesso isolato Icardi che porterebbe, quindi ad un cambio modulo che adesso tanti tifosi si aspettano, probabilmente ormai stanchi di vedere cross messi in area di rigore nella speranza che qualcosa succeda. Spalletti adesso ha ormai saldamente in mano il timone della corazzata nerazzurra che però deve essere bravo a limare e perfezionare e a gestire.

Ore CALDE a Roma
Mancano 5 giorni ad uno dei derby più seguiti dagli amanti di calcio del mondo, e Roma Lazio non poteva arrivare in un momento più interessante, con i giallorossi in crisi profonda, con un Di Francesco a rischio panchina e con una Lazio invece sempre più in forma dopo una partenza in salita dati anche i difficili impegni delle prime giornate.
La Roma perde 2 a 0 in casa di un Bologna che si era rivelata sorpresa negativa di questa stagione e che invece batte con una gara perfetta i giallorossi allenati da Di Francesco che vede la sua panchina traballare sempre di più, anche dopo la sconfitta senza storia del Bernabeu. Più che a Di Francesco i tifosi giallorossi sembrano additare le colpe di questo periodo negativo al Ds Monchi, reo di non aver regalato all'allenatore Pescarese un degno organico che ha visto la cessione di elementi fondamentali come Alisson,Strootman e Nainggolan. Sorride invece la Lazio che ritrova i suoi talenti principali Immobile e Savic e che batte 4 a 1 un Genoa insidioso, candidanosi per un altro anno per la corsa al posto Champions sfumata per un soffio lo scorso anno.

Il campionato della rinascita
Quest'anno il campionato italiano sembra finalmente essersi scrollato di dosso quell'alone di mediocrità che lo ha circondato per molti anni.

Oltre all'acquisto di Ronaldo, infatti quest'anno le "piccole" risultano essere spesso insidiose e ben costruite, mentre le squadre che generalmente ricoprivano la parte centrale-alta della classifica sembrano poter puntare ad un gradino più in altro. Oltre la meravigliosa prova del Frosinone contro la Juventus, abbiamo un Sassuolo sempre più entusiasmante guidato da De Zerbi e Boateng, Spal e Udinese che combattono per l'Europa League, e un Parma che fa entusiasmare i suoi tifosi grazie ai gol "alla Weah" di Gervinho.
Il miglioramento delle squadre di media bassa classifica rende il campionato molto più aperto e bello dando anche una speranza di rinascita alla nostra nazionale essendo queste squadre piene di giovani italiani pronti ad avere un po' di spazio nel calcio che conta.

Il Fattore VAR
In un campionato che sembrava voler ridurre l'utilizzo del Var ecco che in Sampdoria Inter ben 3 gol vengono annullati grazie al sostegno tecnologico. Le decisioni di Guida si sono rivelate essere tutte estremamente esatte, a destare perplessità è la difficoltà a capire quando utilizzare il Var e quando no, essendo stati commessi errori importanti come nella partita dell'Inter col Parma (fallo di mano di Di Marco) e nella gara tra Sassuolo ed Empoli quando non è stata utilizzata la tecnologia per ravvisare che la palla era uscita nell'azione che ha portato al gol del 3 a 1 di Di Francesco.
Il fattore VAR che si allarga fino a diventare diminutivo di VARsavia capitale della Polonia, dalla quale viene il centravanti del Genoa Piatek, capace di segnare 5 gol in 4 partite facendo diventare la sua marcatura cliché del nostro campionato. L'unico a riuscirci prima di lui era stato Andrij Shevchenko, paragone che porta il giovane polacco a dover convivere con una grossa aspettativa sulle spalle che però per quanto fatto vedere ha tutti i mezzi per poter onorare.