Non deve essere semplice per nessuno trattare l'argomento coerenza, in generale, ed anche quando si tratta di sport.
Abbiamo perso i valori di un tempo, quelli tramandati da generazione in generazione. Quei valori sani e sinceri che ti facevano vivere sereno in famiglia, fra gli amici, tra colleghi di lavoro. Quando c'era difficoltà ci si aiutava, oggi invece si preferisce filmare con lo smartphone qualsiasi sventura pur di metterla in rete.
Siamo tutti peccatori e nessuno di noi può negarlo... in fondo siamo fatti di carne ed è umano sbagliare. Ma quando stai nuotando con piacere nel mare degli errori, e ti piace, e non ti accorgi che quel mare non è più quello di un tempo, allora significa che qualcosa non sta andando. Quasi tutta la maggior parte degli sport di vetrina, calcio in primis, è diventato un correre più forte dietro a una moneta, piuttosto che ad un pallone. Attaccamento a maglie e società sono oggi una rarità, ma è la conseguenza normale del fatto che quasi tutta l'umanità è diventata più attaccata alle cose che alle persone. I tifosi sono diventati tuttologi capaci di passare, in una stagione, ad odiare squadra e giocatori, dopo averli a lungo osannati come divinità. Tutti pronti a criticare in maniera distruttiva piuttosto che costruttiva.
Dovremmo tornare ad avere più umanità. Perché dietro ogni sportivo, professionista o novello, c'è dietro un essere UMANO. Invertiamo il senso di marcia, e torniamo all'essenziale... Perché come disse Einstein: il mondo non sarà distrutto da quelli che fanno il male, ma da quelli che li guardano senza fare nulla!
È giunta l'ora di riprenderci ciò che è nostro. Quei valori persi o dimenticati nel cassetto della memoria, quei valori tramandati da famiglie che con quel poco che avevano, hanno saputo dare tanto!
Un abbraccio a voi cari lettori. 

Mr Dibla.