Non conosco esattamente il perché e il per come, ma a me verrebbe da sospettare che laddove Under e Demiral avessero esplicitato con un gesto plateale la loro ferma contrarietà alle politiche del loro presidente, Andrea Distaso si sarebbe precipitato a sottolinearne il loro indiscutibile coraggio civile.

Il rapporto tra politica e sport somiglia per molti versi a quello tra politica e religione.

Periodicamente si torna a discutere sulla legittimità della presenza del punto di vista vaticano all'interno del dibattito politico pubblico. Allorché dal Vaticano giungano intemerate propugnatrici per esempio ad un modello di sviluppo meno aggressivo verso l'ambiente e più attento alla fragilità del fattore umano, Destra e Sinistra immediatamente si posizionano in merito alla loro legittimità di conseguenza, cioè esattamente all'opposto di quando intemerate successive si sforzeranno di sottolineare per esempio lo scempio dell'aborto di massa oppure l'abominio della cosiddetta gestazione per conto d'altri. Ed esattamente lo stesso avviene quando di mezzo ci sia lo sport.

Tommie Smith e John Carlos vengono ancora oggi celebrati come eroi in ragione del coraggio dimostrato a Città del Messico, allorchè osarono opporre niente di meno che il loro pugno chiuso e guantato contro le aberranti politiche segregazioniste della loro madre patria; per non parlare di Cassius Clay il quale, sfruttando la propria enorme popolarità quale indiscusso mito della box, è riuscito ad influenzare come poche altre personalità del novecento, non solo la politica, ma finanche il costume degli Stati Uniti. Che erano già allora una democrazia, forte, solida e ricca, nel caso qualcuno trovasse dirimente la sottolineatura di questo specifico aspetto politico-costituzionale del Paese oggetto di diatribe. 

Andrea Distaso davvero troverebbe oggi l'ardire di poter scrivere anche a proposito dei campioni sopracitati e delle loro gesta, di alquanto inopportune ingerenze della politica nello sport?

La mia opinione è che debba sempre essere considerata legittima qualunque manifestazione del pensiero che non contravvenga ad una norma di legge. E che sia non soltanto legittimo, ma addirittura doveroso che il governo di ogni singolo Paese - evidentemente espressione di una maggioranza - utilizzi quando necessario anche le vicende sportive per cercare di far valere la propria linea politica nelle questioni internazionali più gravi e drammatiche.

Non si capisce infatti per quale fantasiosa tautologia il mondo dello sport dovrebbe poter sottrarsi dalle complessive dinamiche del Paese di cui faccia parte; o per quale altra fantasiosa tautologia il nostro Paese acconsentì per esempio a suo tempo di partecipare ad una finale di Coppa Davis da doversi svolgere in un ex campo di concentramento riservato agli oppositori politici del criminale Pinochet.

Pensare e desiderare lo sport come una enclave del tutto insindacabile all'interno di uno Stato sovrano, non si dimostrerebbe utile alla preservazione di una sua supposta purezza, quanto piuttosto a garantirne la sua totale irresponsabilità.

E' chiaro che in questo modo lo sport possa rischiare eccome di venir utilizzato quale ulteriore mezzo di propaganda nelle mani dei capi di turno, è però altresì vero che laddove ci sforzassimo di considerare la politica non solo come maneggio meschino ma anche e soprattutto come universo dei valori più alti, lo sport consegnato in mani opportune potrebbe legittimamente trasformarsi in un alquanto efficace strumento di giustizia.

D'altra parte, non esistono e non possono esistere gesti, né assenza di gesti, che non siano di per sé eminentemente politici. Anche semplicemente cantando l'inno nazionale o portandosi la mano sul cuore, già viene manifestato un consenso di massima quanto meno verso i valori fondamentali del Paese per il quale viene indossata la casacca. Qualunque essere umano al cospetto di un qualunque accadimento si ritroverà sempre con la possibilità di tacere oppure di dirne qualcosa, e in entrambi i due casi non potrà esimersi dallo scandalo di aver manifestato un pensiero e un'opinione.

Esattamente lo stesso dovrebbe poter valere per tutti i governi del mondo.

Dialm Formurder