Premetto che le riflessioni che sto per spiegare sono basate unicamente su quello che si legge sui media sulla Fiorentina e anche dall'aria che tira a Firenze, quindi probabilmente soggette a drastiche smentite. Ma è necessario fare chiarezza su quello che il tifoso percepisce dall'ambiente viola. Capitolo Uno: i Della Valle e la società Fiorentina. Partiamo dall'inizio: i Della Valle sono uomini di successo, hanno aziende solide e ci tengono a far risaltare i loro marchi per qualità e affidabilità. Da questo possiamo presupporre che la Fiorentina, essendo in modo semplicistico un marchio dei DV, debba rispettare certi parametri più o meno ufficiali imposti dai fratelli. Noi tifosi li conosciamo benissimo: internazionalità del brand, solidità finanziaria e il famoso fairplay non solo in campo ma nel comportamento generale dei suoi tesserati. Per questo, da quando Andrea ha ripreso in mano la situazione sfuggitagli tre anni fa, la Fiorentina ha puntato sempre di più su Uomini prima che su calciatori: esempio perfetto il buon Borja Valero, che proprio grazie al suo essere prima uomo che calciatore, è entrato subito nei cuori dei tifosi viola. Non solo uomini, ma anche riconoscibilità: grazie a tornei intercontinentali, sponsorizzazioni di altre squadre emergenti e precisi interventi solidali, la Fiorentina sta cercando di portare il suo brand ad essere riconosciuto non solo in Italia e in Europa, ma in tutto il mondo. Oltre al marchio, altrettanto importante è il bilancio: visto ciò che sta succedendo alle squadre italiane ed europee, con mega multe e limiti alla rosa, avere una società sana è un grande vantaggio per non incorrere in conseguenze spiacevoli. Che poi è difficile capire come una squadra possa risanare il proprio bilancio con multe milionarie o con introiti UEFA bloccati, ma questo è un altro discorso.. Da questo ultimo punto si deduce una sola cosa: ciò che si spende deve essere speso in modo ponderato e preciso, sapendo su cosa si investe e quali rischi si sta correndo, perché se è vero che molte scommesse la dirigenza viola le ha vinte, altrettante sono state perse con sprechi di denaro consistenti. Da questo ci colleghiamo al secondo punto: la società Fiorentina e il rapporto Dirigenti/Allenatore. Capitolo due: La Fiorentina e i suoi Dirigenti/Allenatore In una società dove le spese devo essere mirate per contenere gli sprechi, la comunicazione e la fluidità fra i vari reparti dirigenziali, dallo scout all'allenatore, deve essere massima: ciò che chiede l'allenatore non dico che deve essere esaudito, ma sicuramente è necessario fare il meglio possibile per accontentare il mister. Qui già sorgono i primi dubbi al tifoso medio: vedendo la squadra costruita da Pradè e co. quest'anno, non si ha la certezza che tutte le scelte fossero state approvate da Montella. Tutt'altro. Giocatori come Marin, Badelj, Micah Richards, Brillante, Octavio (?) sono stati utilizzati col contagocce, se non completamente ignorati. Che senso ha, se già hai un budget limitato, sprecarlo per gli stipendi e i trasferimenti di questi giocatori? Ed ho preso in considerazione solo il mercato di quest'anno, altrimenti la lista sarebbe molto più lunga. Siamo davvero sicuri che tutti queste scelte siano state avallate da Montella? E perche, se la risposta è affermativa, questi giocatori non sono stati usati? Da qui se ne deduce tranquillamente che l'allenatore, in sede di mercato, ha veramente poca influenza sui dirigenti; si può addirittura arrivare a pensare, ma davvero sono stati i dirigenti a volere questi giocatori? O qualcuno ai piani superiori ha sfruttato le proprie conoscenze per portare a prezzi vantaggiosi dei giocatori che, se pur con un ottimo curriculum, sono risultati del tutti inutili al gioco di Montella? Mistero viola. Capitolo tre: Montella, la squadra, i tifosi. Chiedete a cinque tifosi viola un voto sulla stagione: quattro risponderanno sulla sufficienza, uno vi dirà che è stata ottima. A Firenze purtroppo la mancanza di trofei si sta facendo sentire ed arrivare a due semifinali e vedersi buttare fuori come è successo con Juventus e Sevilla non è boccone facile da ingoiare per i tifosi. Soprattutto perché contro i bianconeri c'era veramente un'ottima possibilità di passare il turno, anche contro una juve che di lì a poco sarebbe diventata uno schiacciasassi. Ancora molti non si spiegano come siamo possibile incassare in casa 3 gol dovendo difendere un 1 a 2 esterno frutto di una prestazione esaltante. Ingenuità di una squadra che è abituata a fare il suo gioco sia contro la prima che l'ultima della classe; magari un approccio più cauto sarebbe valso la finale, ma è giusto anche apprezzare la coerenza del pensiero di Montella, che come tutti ha i suoi pro e i suoi contro. Col Sevilla purtroppo non c'è stata proprio partita: fisicamente e tecnicamente schiacciati per 160 minuti buoni di partita da una squadra che è abituata a vincere in un contesto europeo. Perché allora fischiare e deridere la propria squadra nonostante abbia dato tutto per arrivare in finale? Probabilmente la reazione è dovuta all'ennesimo sogno infranto, all'ennesima seccatura di vedersi buttati fuori sul più bello. A Firenze poi, si esagera sempre, anche se per troppo amore. Il distaccamento dai cori che si è letto poi nel comunicato della Fiesole è stata una mossa per cercare di calmare gli animi dello spogliatoio viola e per cercare di riappacificare un ambiente troppo bistrattato per un'occasione persa. Si è addirittura arrivati quasi a fare da scudo a Montella con quel comunicato, rimettendo la patata bollente in mano alla dirigenza con la richiesta di dimissioni di Cognigni. Ma tutto questo perché? è forse percepibile all'esterno che qualcosa non funziona nella sede viola? Che ormai non ci sia più quella sintonia e quella libertà di cui godevano i primi anni Pradè, Macia e Montella? Forse si o forse no, ma da quello che vediamo noi tifosi probabilmente è cosi. Per concludere, la situazione viola si può riassumere in poche parole: La dirigenza, quella composta dagli uomini di sport, non ha più l'importanza nelle decisioni che aveva un tempo, ne consegue un mercato creato su misura non per l'allenatore ma per rispettare un bilancio come da volontà dei Della Valle. A chi tocca farlo rispettare? Proprio a Cognigni, che spesso avalla l'acquisto di giocatori convenienti ma del tutto inutili per Montella e poche volte centra il miracolo, vedi alla voce Salah. Tutto questo si ripercuote sul mister, che si ritrova in mano un gruppo tale e quale a quello dell'anno prima, solo con giocatori più vecchi di un anno e con qualche stimolo in meno. Giustamente, chi di voi ci starebbe ad allenare una squadra cosi? Non Montella, che di questo gruppo, come detto da lui, ha già spremuto il 110%. Ne consegue che col prossimo mercato ci dovrà essere rivoluzione, ma sarà cosi? Se sì, e se soprattutto alla sue condizioni, Montella rimarrà ben volentieri e cercherà di far acquistare giocatori per completare la rosa, magari anche rinunciando alla quantità in favore della qualità. Ma davvero è possibile tutto questo senza intaccare il bilancio in modo grave? Ecco qui il nodo dalla Fiorentina di oggi: se compri devi farlo rispettando i parametri, ma se lo fai non ti puoi permettere di rivoluzionare una squadra. Provi allora vendendo il pezzo pregiato di turno, ma come fai poi a sostituirlo? E l'allenatore è disposto a continuare senza un pilastro venduto per fare cassa? Il classico cane che si morde la coda. Manca poco più di una settimana ed il mistero verrà risolto, sperando, almeno secondo la mia opinione, che si arrivi ad un compromesso fra Montella e i Della Valle, che permetta sia la crescita della squadra che il rispetto del bilancio, magari intaccando giusto di un po' quest'ultimo per poter veramente puntare più in alto di quanto fatto fino ad ora.