Lunedì scorso il Bologna non si sentiva ancora salvo e ha fatto di tutto per mettersi al riparo da sorprese, provando a fare punti a San Siro. Il Milan ha vinto, ma ha perso Paquetà. A differenza dei felsinei, invece, la Fiorentina era già in ferie e il Milan non ha dovuto far altro che organizzare una gita a Firenze per ritirare i 3 punti. In un certo senso, la partita di ieri mi ha ricordato quelle promozioni che andavano di moda un po' di anni fa (non so ora, a dire il vero), quando si organizzavano gite in torpedone per raccogliere potenziali clienti cui vendere prodotti inutili a prezzi decuplicati. Nel secondo tempo anche i giocatori viola, con la loro squadra in svantaggio, se ne restavano a terra acciaccati per riprendersi con tutto agio, mentre gli spettatori inquadrati in tribuna se ne stavano sorridenti e rilassati. L'atteggiamento dei padroni di casa può essere riassunto con l'espressione "La fatica si chiama cocozza e non m'ingozza, vero?" che usava il mio compianto maestro delle scuole elementari, quando uno dei suoi alunni non dava l'impressione di volersi impegnare.

Il vero potenziale nemico dei rossoneri era costituito dal Milan stesso. La partita di Firenze era in sostanza la classica palla ferma sulla linea di porta da spingere fra i pali, che non è e non può diventare gol finchè non ci si prende la briga di darle una spintarella. Una formalità che, se la si considera troppo una formalità, rischia di non essere espletata nei termini di legge, lasciando colui che aveva il compito di farlo e non l'ha fatto a mangiarsi gli attributi virili. I rossoneri, se non altro, hanno fatto il compito con la dovuta diligenza e si sono idealmente sobbarcati l'onere di andare fino a Firenze per ritirare il premio di 3 punti che il calendario metteva loro a disposizione. E per ironia della sorte, l'unico vero grande pericolo per il Milan lo ha messo in piedi Kessiè che ha scriteriatamente indirizzato un piatto sinistro insidioso nella propria porta. Donnarumma, molto attento a differenza di parechie altre occasioni, ha sventato in angolo.

Sono 3 punti che, alla peggio, torneranno utili per l'Europa League, competizione che solo noi Italiani siamo così idioti da snobbare, convinti che porti via energie utili in campionato. Sarri e il Chelsea, pur senza un parco giocatori eccezionale, hanno ora l'onore di disputare una finale europea, dopo aver raggiunto comunque l'obiettivo di qualificarsi per la Chapions League della prossima stagione. Come diceva l'avvocato Prisco dopo un derby perso a ridosso di un mercoledì di coppa, le coppe europee sono un onore ed è meglio faticare di più  in campionato per averle disputate piuttosto che non disputarle.

Il Milan non è matematicamente fuori dalla Champion's, ma deve fare affidamento sulla Juventus che affronterà la Roma questa sera e l'Atalanta nel prossimo turno. Si sprecano le malignità sui bianconeri, ma i rossoneri di cosa si lamentano? Avevano un vantaggio in classifica interessante, poi nel derby sono entrati in campo con la testa fra le nuvole, a dir poco, mentre contro la Sampdoria hanno servito ai blucerchiati l'assist del gol e con l'Udinese si sono fatti bucare in contropiede nel momento in cui erano in vantaggio.
Se la Juventus dovesse perdere con Roma e Atalanta, il Milan potrebbe lamentarsi della Signora? Non credo, anche perchè, come ha dimostrato la Fiorentina di ieri sera, quando non hai più stimoli e sei già in ferie... non hai più stimoli e sei già in ferie. I finali di campionato sono così. Puoi trovare chi è assatanato di punti e chi entra in campo pensando, metaforicamente, che il sole è cocente e non viene voglia di fare niente.

I rossoneri, in sostanza, rischiano di dover piangere principalmente per i propri errori, mettendoci dentro con generosità anche quelli della vecchia gestione. Ma sempre di Milan si trattava, l'anno scorso come in questa stagione, no? E' un concetto difficile da digerire, lo so...