Allo stadio Artemio Franchi di Firenze il cielo è scuro, così come i volti di giocatori e tifosi. È dura tornare a giocare dopo la tragedia della scorsa settimana. Sette giorni non bastano per guarire quella cicatrice che ci è rimasta nel cuore, segnata da un ragazzo che ci ha lasciato troppo presto.  Le squadre si schierano i campo e nel minuto di silenzio in suo ricordo, gli occhi vanno verso il cielo ed il pensiero va a Davide grande capitano della "Viola". I sostenitori di entrambe le compagini hanno dimostrato commozione e cordoglio quando, al tredicesimo minuto (tredici come il numero di maglia di Astori), hanno creato una coreografia con il nome Davide ed il numero 13. Scroscianti gli applausi dopo un silenzio assordante. Dopo svariate occasioni, la Fiorentina trova  la rete al venticinquesimo con Vitor Hugo, successore alla fascia che, di fronte ad una maglietta con la foto del suo capitano, fa il saluto militare in segno di rispetto.  Le occasione da registrare avvengono verso il termine quando, prima, il Benevento colpisce un palo con uno stacco imperioso di Coda e, poi, la squadra "gigliata" spreca con Benassi che non riesce ad insaccare un tap-in dopo la papera di Puggioni che non trattiene una "sassata" partita dai piedi di Badelj.

La Viola vince e porta a casa i tre punti in una giornata tutt'altro che facile dal punto di vista emotivo.  Ora si guarda avanti o, almeno ci si prova, con quella cicatrice che brucia, ma che può essere da stimolo a dare il meglio per il proprio capitano.

"O Capitano! Mio Capitano! Il nostro viaggio tremendo è terminato, la nave ha superato ogni ostacolo, l'ambito premio è conquistato , vicino è il porto, odo le campane, tutto il popolo esulta, occhi seguono l'invitto scafo, la nave arcigna e intrepida..." 

Walt Whitman