Qualcosa ieri sera, allo juventus stadium, non tornava. Le notizie ufficiali riportavano il quasi tutto esaurito, circa 40000 persone, di cui quasi 2000 provenienti da Firenze. Se uno per strada vi fermasse e vi dicesse che 2000 sono più di 38000, probabilmente lo prendereste per pazzo. Ma ieri la logica non è tornata a casa presto e non è riuscita a sintonizzarsi su Rai uno. "Si sente solo Firenze" cantavano i duemila, duemila che parevano uno stadio intero. Il calcio è strano e lo sappiamo, è per questo che ci siamo innamorati del pallone e della sua imprevedibilità, ma chi sano di mente a gennaio avrebbe potuto pronosticare una Fiorentina cosi? Chi avrebbe mai pensato che vendere Cuadrado e portare alla corte di Montella Diamanti, Gilardino e un egiziano avrebbe portato a tutto questo? Smobilitazione, si sentiva alla radio; è finito un ciclo scrivevano i giornali. E invece siamo qui, con 23 giocatori che festeggiano all'unisono sotto un piccolo spicchio del nuovissimo stadio juventino, vergine di sconfitte stagionali, baluardo d'orgoglio bianconero. Qualcosa non tornava ieri sera a Torino, lo si era visto già dalle formazioni. Una Juventus un po' leggerina dietro, ma con un centrocampo formidabile e un attacco di tutto rispetto; la Fiorentina orfana dei suoi migliori interpreti a centrocampo schiera un inedito trio Mati-Kurtic-Badelj, con il cileno costretto ad uno sforzo per aggiungere un po' di fantasia ad una squadra un po' rimaneggiata, per via di infortuni e (giusto) turnover. Adesso prova a credere a quel passante che felice ti ferma e ti dice che la sua squadra ha vinto, nonostante tutto questo. Di più, che la sua squadra ha rischiato pure di archiviare la qualificazione portandosi sul 1 a 3. Forse lo prendereste ancor più per pazzo, o forse anche voi ieri sera eravate increduli davanti alla tv. Da qualche mese, qui a Firenze, qualcosa non torna più ma ci siamo smessi di chiedere perchè ed abbiamo iniziato a goderci la vista di questa splendida anomalia. Poco importa se per la strada non si parli altro che arabo e sui giornali si facciano solo orridi giochi di parole. "Salah quel che Salah; Sim Salah bim" e cosi via. La ragione, da metà gennaio a questa parte, ha rinunciato a mettere piede a Firenze. Quando la passione scorre così a fiumi, non ne hai bisogno, soprattutto se sei un tifoso. La Fiorentina adesso ha fame, si vede. Quella fame che forse un po' mancava ai bianconeri; quella spinta che riesce a farti imporre su una formazione tecnicamente più forte e più agonistica di te; quella compattezza che ti permette di portare a casa tre punti lottando in 9 contro 11 per dieci minuti buoni; quel sacrificio di squadra che ti consente di portare a casa una vittoria che vale oro. è tutto qui il cambiamento di questa strana Fiorentina, nello spirito di un gruppo che finalmente rema dalla stessa parte, dove non si guarda a sé stessi ma al proprio compagno. Tutti difendono, tutti attaccano, come se undici persone fossero una sola cosa. E se siete di passaggio a Firenze, non vi fate spaventare da tutte quelle parole arabe pronunciate a caso e da tutte quella bandiere dell'Egitto, ma godetevi la splendida unione fra città e squadra, che un rapporto cosi non lo troverete da nessun altra parte. E poi, Salah quel che Salah.. (Perdono, ci sono cascato pure io)