Confusione è la parola adatta per descrivere questo momento. Il bel gioco non c'è più, la tranquillità nemmeno. Tutto è svanito in una fredda partita di gennaio, con un legamento che salta e il mondo viola che inizia lentamente a cadere. Cadono le certezze di un attacco sguarnito senza il suo fenomeno, ancora di più con Gomez sempre in infermeria. Cade il centrocampo, prima con un appannaggio lento ma inesorabile di Borja Valero, consumato dalle troppe partite; poi con un Pizarro ancora giocoliere ma con troppi anni nelle gambe; ultimo baluardo, Aquilani, caduto nel buio nell'ultima partita. Cade pure la difesa: mai stata veramente impenetrabile ma comunque l'unica sicurezza di questo inizio stagione. E con Gonzalo che non riesce più nemmeno a fare un passaggio orizzontale, solo i miracoli di Neto ci tengono a galla, quando possibile. Come fare? Come uscire da questo mulinello di mediocrità e inconcretezza che non ci appartiene, che non ci deve appartenere? Il Franchi fischia alla fine della partita, poche volte era successo in 3 anni che il pubblico non gradisse lo spettacolo viola. Ci aggrappiamo agli errori dei singoli, ai capri espiatori, a un Ilicic che reagisce male ai fischi che piombano su di lui ancor prima di entrare in campo, a una dirigenza che non è stata capace in due sessioni di calciomercato di dare la vera sterzata alla rosa della squadra, alla sfortuna, al destino sempre avverso quando vede il viola. Non basta un pantaloncino nero o un paio di buone prestazioni per uscire da questo circolo vizioso, non basta un Babacar oltre ogni aspettativa, probabilmente non basterà il recupero di Gomez. Dov'è quindi il problema di questa Fiorentina abulica? Dirigenza, allenatore, giocatori? La confusione ha ormai assunto un aspetto familiare qui a Firenze. Le uniche grandi speranze le affidi tutte a quel ragazzo con il 22 sulla schiena. Se tornerà ad essere quello ammirato per metà stagione scorsa, forse potrebbe riaccendersi qualcosa in questa squadra, quella cosa che ti ha portato a ribaltare la Juventus in quella partita ai limiti della fantascienza, dove Davide ha sconfitto il grande Golia con la sua fionda. Ma queste sono solo ipotesi, inoltre dobbiamo ancora aspettare tanto per rivedere il fenomeno in campo, e di qui a febbraio possono succedere tante cose a cui è meglio non pensare. L'unica cosa sicura è che a fine campionato finirà un ciclo, uno di quelli che ti lascia l'amaro in bocca pensando "cosa sarebbe successo se..?". Tutto arriva ad una conclusione, mentre il mondo continua a girare. Gli altri vanno avanti e tu li guardi mentre cadi e non riesci ad alzarti, rallentato da un po' di dolori al ginocchio o dal sogno di un buon adeguamento di contratto. E mentre la squadra si perde, Firenze annega nella sua delusione e i primi bersagli sono sotto tiro. Rialzati Fiorentina, rialzati Fiorenza, facciamo cerchio intorno a questa squadra: cadremo o torneremo a correre, ma lo faremo per mano, insieme, stretti da quel legame che solo una piccola città come questa, orgogliosa della sua storia e del suo passato, riesce a creare.