Estate 2018, dal Flamengo arriva a Madrid un ragazzino esile quanto frizzante, veloce. Il Real ha sborsato per lui 45 milioni. Sembra immaturo ma in squadra B resta solo due mesi e a novembre è già tra i grandi, riesce a fare la differenza anche in Liga. Il suo nome è Vinícius Paixao de Oliveira Junior, noto come Vinícius Junior, classe 2000. Ad oggi conta 46 presenze in maglia blanca e sei reti, un particolare fiuto per gli assist, qualche basso dovuto alla giovane età ma un futuro assicurato.

Esattamente un anno dopo al Bernabeu abbracciano Rodrygo Silva de Goes, in arte semplicemente Rodrygo, un ragazzo indicato dalla UEFA tra i 50 più promettenti per la stagione 2019-2020. Non a caso in patria, in particolare a San Paolo casa del Santos, clube che ha dato le origini a gente del calibro di O’Rei e Neymar, lo chiamano Rodrygol ed impazziscono per lui.

A 17 anni, due mesi e sei giorni, è diventato il brasiliano più giovane di sempre a segnare in Libertadores e il suo dribbling smuove le masse a raggiungere i gradini di Vila Belmiro. A Madrid fiutano l’affare, ancora 45 milioni versati, questa volta nelle casse del Peixe, per assicurarsi un altro gioiellino verdeoro.

Esordisce il 25 settembre contro l’Osasuna, rimpiazzando al minuto 71’ proprio Vinícius, segna il 2 a 0, ed è subito il terzo debuttante più giovane a segnare un gol in camiseta blanca. Passa poco più di un mese, vittoria casalinga del Real ai danni del Galatasaray, tripletta di Rodrygo che si assicura un’altra menzione: secondo giocatore più giovane ad avere realizzato un tris in Champions, davanti c’è solo Raúl. Davanti (a lui) un’intera e pazzesca carriera, parola di Zidane che dopo la tripletta si è lasciato andare in un “non avete ancora visto niente”.

Ma l’asse di mercato blanco-verdeoro è bollente, Madrid non è mai stata calcisticamente cosi vicina al Brasile. La voce è di qualche giorno fa: ne hanno preso un altro. A Rio giurano che tra il Flamengo e la Casa Blanca c’è un accordo tra gentiluomini: il Real ha la prelazione su chiunque passi tra le mura di quello che è rimasto del Centro Deportivo Ninho de Urubu, luogo di formazione storico del Brasile andato a fuoco lo scorso febbraio.

"Quem é que eles levaram?" (Chi hanno preso?) si chiedono tra le strade i tifosi rubronegros. Hanno preso Lincoln, perché è il più pronto, no sicuramente Bill, centravanti 2001 che ha rubato la scena durante l’ultima copinha Sao Paulo. Si sbagliano tutti, il momento è arrivato per Reinier Jesus Carvalho: 30 milioni per un’operazione a cui manca solo l’ufficialità. Il 19 gennaio (giorno del suo diciottesimo compleanno) è atteso all' aeroporto Madrid-Barajas. Si aggregherà al Castilla di Raúl. 

Reinier è ancora minorenne, ma questo vale solo per la burocrazia non per il calcio. Il suo esordio in prima squadra è arrivato nel bel mezzo di un Brasileirao giocato punto a punto con il Palmeiras. Trasferta di Florianapolis contro l’Avai, Jorge Jesus, che assistito ai suoi 30 gol segnati nel 2018 con i piccoli, lo lancia nella mischia dal primo minuto. Il risultato è una vittoria, condita da un assist in no look per Gabigol e la prima reta da professionista.
Mentre ne parliamo, il suo score in rossonero vanta 14 partite, 6 gol e 2 assist tra la vittoria in campionato, quella nella finalissima continentale contro il River e l’avventura al Mondiale per Club.

Il suo stesso percorso ha i contorni di un’avventura. Nato a Brasilia, già all’età di nove anni si trasferisce a Rio, per diventare un “Meninos da Colina”, uno del Vasco. Se c’è qualcosa che non lo ha mai turbato, questa è la rivalità tra i club: dopo qualche anno in cruzmaltinos, passa al Botafogo, da qui al Fluminense, per approdare definitivamente al Flamengo. Insomma che la metropoli sia spaccata dal tifo a lui non interessa, avendo giocato in tutte e quattro le grandi squadre della città.
Da ricordare, anzi, è la finale della Copa do Brasil under 17 vinta proprio contro i tricolor, club che non lo riteneva ancora pronto. Potremmo pensare la stessa cosa adesso se lo immaginiamo in blanco. 
Eppure, nonostante la giovane età, Reinier ha la faccia di chi vuole prendersi tutto. In campo è già abbastanza completo: segna, fa segnare, in avanti gioca un po’ ovunque.

Nasce dieci, ma è stato sia punta che falso nueve. Ciò che impressione davvero di lui è l’impatto che riesce ad avere sulle partite, con l’estrema capacità di esserci dentro, sentire il gioco e risolverlo al momento opportuno con un slancio, un’intuizione. 
Fisicamente ricorda Gabriel Jesus, ma parte da lontano e questo lo ha portato ad essere paragonato a Kakà. Dell’ex Milan ha la potenza in progressione e una tecnica sviluppata che gli permette di mantenere il controllo di palla in velocità. Poi c’è l’estro, quello tipicamente brasiliano, fatto di colpi di tacco, elastici e doppi passi, sono i numeri che impari per strada.

È presto per dire in quanto tempo conquisterà Madrid, ma siamo d’accordo con Jorge Jesus quando lo inserisce tra i profili più brillanti prodotti negli ultimi anni dal calcio mondiale. Se non fosse stato così non avremmo visto il suo futuro tingersi di bianco. Non avremmo visto quello blanco, invece, sfumare in verdeoro.

Boa sorte, crianças.