Durante l’estate scorsa ascoltavo molto spesso le trasmissioni sportive quotidiane dell’emittente romana Radio Radio. Gli opinionisti, che si esprimevano sul mercato estivo dei calciatori, ritenevano che l’Inter avesse fatto acquisti che la ponevano come la squadra favorita per lo scudetto. In trasmissione tre giornalisti su sei, nei pronostici, indicavano la formazione di Conte come la principale candidata per la vittoria del campionato, seguita nell’ordine da Napoli, Juventus e Roma. Personalmente non condividevo il loro pronostico. Ho la sensazione che questi opinionisti rivolgano principalmente la loro attenzione verso le partite di Roma e Lazio e, soprattutto, siano poco informati (al di là delle notizie di dominio comune) circa la Premier League. Non hanno quindi una idea esatta del valore dei vari giocatori delle squadre inglesi. In particolare ritenevo che i cinque giocatori che il Manchester United aveva praticamente “allontanato”, non potessero essere considerati in quel momento all’altezza del loro nome e del loro passato. Forse Lukaku costituiva un’eccezione a questa mia tesi ma il belga non è mai stato un giocatore di valore indiscutibile e Solskjaer addirittura, nel corso dell’ultima stagione allo United, molto spesso gli preferiva Greenwood, una giovane promessa della primavera. Nella classifica di questi esperti la Lazio non trovava posto tra le prime quattro e soprattutto non si prestava la dovuta attenzione all’Atalanta.

La ragione principale per la quale la Juventus non avrebbe vinto il nono scudetto consecutivo era individuata nel passaggio della guida tecnica da Allegri a Sarri e nella conseguente difficoltà dei giocatori juventini di adattarsi agli schemi proposti dal nuovo allenatore. Mi sembrava solamente uno dei tanti luoghi comuni sui quali ruotano i dibattiti sul calcio, ai quali sono ostile per natura, pronto tuttavia a correggere la mia opinione alla prova dei fatti. La ragione della mia convinzione contraria alla tesi su esposta era (è) che non mi sembrava (sembra) possibile che professionisti importanti e di conseguenza ben pagati, non siano in condizione di conoscere l’intero spettro delle possibilità tattiche che una squadra di calcio può esprimere e siano invece legati ad un unico schema, specie perchè la realtà dimostra che anche nel gioco vale la regola “lo stile è l’uomo” (cit. Leclerc de Buffon) e che si vince e si perde con schemi diversi.
Per quanto riguarda la Juventus di quest’anno, in estate mi sembrava evidente che dovesse giocare con Szczesny, Danilo, De Ligt, Bonucci (Chiellini), Sandro, Pjanic (Bentancur), Ramsey, Rabiot, Cuadrado (D. Costa), Dybala, Ronaldo. La novità doveva essere costituita da Ramsey e Rabiot. Questa formazione infatti avrebbe espresso il senso della campagna acquisti, incompleta solo per il mancato arrivo di un centravanti e per la vendita di Kean che secondo me tornerà in Italia e si farà rimpiangere.
A questo punto è necessaria una breve parentesi. Mai voglio trovarmi in disaccordo con la proprietà perchè sono convinto che per quanto io ami la Juventus, gli Agnelli - Elkann (soprattutto il mio preferito John) la amino più di me ed abbiano interessi superiori ai miei. Perciò penso che facciano quello che deve essere fatto e che rientra nelle loro possibilità economiche, che sono elevatissime, e manageriali, che sono sconfinate. Tuttavia non per questo nè io nè voi siamo esclusi dalla possibilità di formulare un giudizio, sempre educato, sulla qualità e sulle possibilità della rosa della prima squadra e in genere sulla politica societaria. Tutto ciò premesso debbo ammettere che la tesi degli opinionisti di Radio Radio, che la Juventus quest’anno avrebbe scontato la novità dell’allenatore, si è rivelata esatta. Non ha però prodotto il risultato previsto e sperato dagli stessi solo per l’evidente inconsistenza degli avversari, tra i quali finora il migliore è stata l’improbabile (e non pronosticata) Lazio. Sarri ha iniziato la stagione con la stessa formazione dello scorso anno, inserendo solo in seguito all’infortunio di Chiellini il nuovo acquisto De Ligt, insistendo a centrocampo sugli ormai superati Khedira e Matuidi e puntando su Cuadrado terzino. Sebbene in alcune partite sia stato il migliore in campo in funzione offensiva, il colombiano non si è certo dimostrato irreprensibile nel nuovo ruolo. A centrocampo, considerati i problemi fisici che hanno frenato Ramsey, mi è sembrato che lo spazio riservato a Rabiot, che aveva assoluto bisogno di giocare per esprimersi, sia stato abbastanza ristretto. Secondo me però il problema vero, che ha causato alcuni risultati non all’altezza, soprattutto nella prima parte di stagione, non è tanto questo della corretta scelta degli uomini, alla quale il nostro allenatore sembra ormai essere arrivato attraverso la continuità data a Rabiot e la sempre più evidente necessità della presenza di Bentancur, quanto la pretesa di voler proporre fin da subito una difesa alta e un conseguente pressing molto aggressivo in fase di recupero palla a quella che di fatto era una composizione di giocatori abituati ad un modo di stare in campo molto più conservativo.
A questo punto arriviamo alla situazione attuale, cioè alla recente partita contro il Milan, persa dopo un’ora di gioco nella quale abbiamo espresso un grande calcio e segnato due reti delle quali una straordinaria di Rabiot. Dopo c’è stato il cosiddetto black out con l’incredibile rimonta di un Milan, che fin lì non aveva fatto un tiro in porta degno di questo nome, capace di segnare quattro gol ad una squadra assolutamente sconcertata. Ma a cosa è stato dovuto questo sconcerto? Ad un calo fisico di una Juventus che fino a quel punto era sembrata tenere bene il campo? Ad una perdita di attenzione? Alla scoperta dei fenomeni Kessie e Leao, oltre ad Ibra che per la verità ha solo segnato un rigore? Appunto il rigore. E’ questo che ha segnato la svolta riaprendo una partita già chiusa, caricando il Milan e demoralizzando i nostri giocatori. A proposito del rigore c’è da dire che la cosiddetta “massima punizione” ha perso ormai la sua solennità ed è ridotta alla stregua di un jolly pescato al gratta e vinci. L’attuale normativa è troppo invadente, forse però solo in Italia, dal momento che nel campionato inglese i rigori assegnati sono la metà e, di sicuro, quello di martedì in Inghilterra (ma anche in Spagna) non l’avrebbero concesso. Di certo vedersi riaprire la partita grazie ad un rigore piovuto dal cielo può avere effetti corroboranti per chi lo ha ricevuto e devastanti per chi lo ha subito. In ogni caso che la Juventus ne sia stata annichilita in quel modo, senza la forza di lottare, non è accettabile. Vedremo quale sarà il verdetto di queste ultime sette giornate che restano per concludere il campionato. Quello che il finale di stagione riserverà alla Juventus e al Milan. Allora scopriremo se fu vera gloria o una mera casualità.

Un altro luogo comune che va per la maggiore tra i vari opinionisti è che la Juventus abbia una rosa più completa, affidabile e profonda delle altre squadre. Il retropensiero è che i meriti della Juventus siano riconducibili esclusivamente all’abbondanza di mezzi e non alla bravura della società, che invece negli anni si è resa protagonista di operazioni clamorose quali Pogba, Coman, Vidal, Tevez, Bentancur ecc… (presi a basso costo e rivelatisi giocatori fondamentali o, come nel caso di Coman ma potremmo citare anche Emre Can, importanti plusvalenze). Senza dimenticare gli acquisti di Barzagli, ripescato al Wolfsburg quando oramai ce ne eravamo quasi dimenticati, e Pirlo, scaricato dal Milan per presunti limiti di età (l’inter invece lo mandò via un decennio prima per la manifesta incompetenza che caratterizza irrimediabilmente la storia di questa società), autentiche colonne su cui è stato fondato questo lungo ciclo di successi. Due casi del passato definiscono esattamente le differenze tra le grandi del nostro calcio: 1) la Juventus va a Bari e prende Zambrotta, l’Inter va a Bari e compra Ventola spacciandolo per il nuovo fenomeno del calcio italiano; 2) la Juventus va a Bordeaux e compra l’ancora poco conosciuto Zidane, il Milan sempre a Bordeaux acquista il più quotato Dugarry. Sistemato questo aspetto, occorre dire che l’attuale rosa della Juventus, a livello di completezza, ha evidenti lacune nel ruolo di terzino sinistro, a causa della mancata sostituzione di Spinazzola (addirittura in due occasioni abbiamo dovuto adattare al ruolo Matuidi), e nel ruolo di centravanti (non sostituiti Mandzukic e Kean). Inoltre da inizio anno, a causa di infortuni di lunga durata, Sarri non ha potuto disporre di Chiellini, Khedira, Demiral, spesso Ramsey, sostituiti in panchina da giovani dell’under 23. Questo per quanto riguarda l’aspetto numerico della rosa. Quanto alla qualità non mi pare che l’eventuale sostituzione di qualcuno dei difensori titolari non porti significative conseguenza (Milan - Juventus docet). Lo stesso vale anche per il reparto di centrocampo e per l’attacco, dove è notevole solo l’eventuale utilizzo di Douglas Costa in sostituzione di uno dei tre davanti. Sono convinto che il prossimo anno la proprietà provvederà nel migliore dei modi a migliorare e ringiovanire la rosa, come preannunciato dagli acquisti già conclusi di Arthur e Kulusevski.

Chiudo con quella che può sembrare una battuta, ma è in realtà una verità profonda. Qualcuno dice che “questo campionato è falsato” (solo dal virus mi auguro) perchè la Lazio adesso si ritrova sfavorita per il fatto che le avversarie (Juventus, Inter, Atalanta, Roma e Napoli) non hanno più le partite infrasettimanali di coppa ad appesantire il calendario. A costoro, che si riempiono la bocca con tesi espresse con il massimo di pathos, vorrei chiedere: perchè non vi viene in mente che il campionato si potrebbe al limite definire “falsato” prima della sosta, quando la Lazio godeva di un vantaggio determinato dalla figura penosa rimediata nel girone di Europa League?