Uno degli slogan più amati dalla società Juventus è "vincere non è importante, è l'unica cosa che conta".
In effetti tale affermazione suona affascinante, per non dire trainante, nello sport, soprattutto professionistico, dove la vittoria costituisce il coronamento di un impegno che si dipana quotidianamente e per certi versi ne connota il significato più essenziale.

Ma siamo sicuri che sia sempre vero? Siamo sicuri che vivere lo sport solo in virtù del risultato faccia bene allo sport e a chi lo pratica? Nello sport giovanile dilettantistico quanti allenatori hanno creato danni irrecuperabili escludendo o emarginando i giovani atleti non ancora sufficientemente pronti? Magari ragazze o ragazzi che dovevano ancora crescere non solo fisicamente o tecnicamente ma soprattutto psicologicamente e che paradossalmente cercavano nello sport, soprattutto di squadra, quella strada destinata, a portarli ad una piena crescita e consapevolezza di sè. Consapevolezza che poi si sarebbe concretizzata in prestazioni ottimali.

Quanta impazienza, quante urla fuori luogo da parte di allenatori e allenatrici il più delle volte scarsamente educatori e finalizzati a vedere nella vittoria più che il risultato di un impegno del gruppo, la realizzazione di una loro gratificazione personale.

Nel mondo professionistico si dirà che tali nobili principi non possono valere in quanto, come sopra scritto, l'essenza dello sport professionistico è la vittoria. Ma anche qui occorre andare più a fondo e ricordare che la ricerca di una vittoria a tutti i costi presenta insidie. Nello specifico del calcio professionistico stiamo constatando come l'assunto della vittoria quale unico leit motiv può condurre ad errori nella programmazione tecnica, ad una scarsa ricerca di un gioco che alla lunga dia i suoi frutti anche in termini di risultati e allo svilimento delle risorse giovanili.

Se le società di calcio sempre più vogliono assumere un ruolo più ampio come nel caso della Juventus in cui abbiano assistito alla trasformazione (o perlomeno al tentativo) della sua immagine ovvero al re-branding finalizzato a creare una compagine di entertainment popolare, ebbene devono assicurare un prodotto che dia piacere a chi lo vive e dove la vittoria costituisce la ciliegina (ancorchè ponderosa) di uno spettacolo appagante.