Da anni ormai il mondo del calcio, almeno quello nostrano, si divide in due grandi correnti di pensiero sull’impronta che deve avere una squadra rispetto al proprio percorso in un’annata calcistica e tra le varie competizioni in cui gioca: il culto del bel gioco e la ricerca del risultato.

Naturalmente l’una cosa non esclude l’altra, ma l’ultimo periodo e soprattutto lo scorso campionato hanno riportato alla ribalta questo importante dualismo. Le due squadre che l’anno scorso hanno tenuto in piedi il campionato di Serie A fino alla penultima giornata, al contrario delle altre massime serie che avevano un vincitore deciso già da settimane, si sono trovate faccia a faccia e si sono scontrate anche per il pensiero dei propri condottieri e per la conseguente applicazione di esso in campo.

Il Napoli, guidato da Maurizio Sarri, ha fatto del possesso palla e del bel gioco la sua caratteristica principale mentre la Juventus targata Massimiliano Allegri ha scelto come pilastro del suo imponente ciclo vincente la qualità del singolo e l’importanza del portare a casa il risultato.

Saremmo degli sciocchi se pensassimo che quanto più volte espresso da Allegri e da tutto il mondo Juve con il celeberrimo mantra di Boniperti “Vincere non è importante ma è l’unica cosa che conta!” sia un aspetto da sottovalutare. Il superamento degli obiettivi stagionali di ogni club di alta fascia che si rispetti passa obbligatoriamente attraverso la vittoria dopo i 90 minuti.

Saremmo altrettanto sciocchi se affermassimo che il gioco spumeggiante profuso dagli azzurri di Sarri lo scorso anno non sia stato oggettivamente un calcio bello, proficuo e allo stesso tempo divertente. L’undici partenopeo con i suoi schemi e il suo possesso palla attivo e propositivo ha dimostrato quanto una vittoria possa arrivare sia per la classifica che per gli occhi del tifoso che nel suo piccolo può godersi del vero calcio spettacolo.

Molti di voi sicuramente si chiederanno il motivo di questa riflessione dato che già un nuovo campionato si è aperto e che sappiamo benissimo tutti chi ha il Tricolore cucito sul petto e chi invece è rimasto con l’amaro in bocca, ma il pensiero che vorrei uscisse da queste righe è qualcosa di più ampia veduta e che vuole essere la miccia per un confronto vero sul modo di pensare il nostro calcio e il modo di giocarlo.

Ora che una nuova stagione è iniziata e che tutte le squadre sono pronte a ridarsi battaglia, ognuna con dei nuovi innesti rispetto all’annata precedente, quale pensate sia la filosofia da adottare per aggredire nel modo migliore questo Campionato di Serie A 2018-2019?

Siete più dei cultori del di Allegri pensiero e pensate che sia il talento dei singoli che mano a mano si hanno a disposizione e la ricerca della vittoria anche a discapito della prestazione la via giusta o propendete per il “Sarrismo” che porta con se un possesso palla propositivo, la ricerca di schemi e la voglia di divertire anche il proprio pubblico centrando una vittoria per la classifica e pure per gli occhi dei tifosi?