Vincenzo Italiano, allenatore sapiente, abile nello spronare i suoi eroi e pronto a difendere a spada tratta la sua squadra. Uno che ha mangiato pane e salame nella provincia. Sia da calciatore che da allenatore. Forse uno degli ultimi romantici, il quale crede che Davide può battere Golia. E fa bene, perché i sogni con lui possono diventare realtà. Basti guardare le sue ultime tre annate. Promozione dalle serie C alla serie B con il Trapani. L'anno seguente viene chiamato per allenare le aquile dello Spezia. Manda in delirio la città ligure. Perché sarà promozione nella massima serie, nel paradiso del calcio italiano. 

Lo scorso anno, con una squadra allestita negli ultimi giorni di mercato, riesce nella pazza impresa di salvarla. Ora, in questa stagione, con un ulteriore salto di qualità, arriva a Firenze. In una piazza storica per il calcio italico. La tifoseria, che in questi ultimi tre anni, ha tribolato per tre sofferte salvezze, chiede di divertirsi con il suo gioco, e possibilmente tornare ad essere una delle sette sorelle. 

La sua Fiorentina si sta allineando al suo credo tecnico-tattico. Pronta al pressing e al sacrificio. A Roma in inferiorità numerica, ha saputo reggere botta. Anzi, a tratti sembrava la Roma giocare senza un calciatore. Questo è un pregio del tecnico. Molte volte, lo scorso anno in inferiorità numerica, il suo Spezia è riuscito a recuperare o vincere con l'uomo in meno. Firenze spera di aver trovato il tecnico che ripercorra il bel gioco e le soddisfazioni date da Malesani e Montella. 

Allenatori che vennero in sordina, ma che fecero molto bene. D'altronde si sa, il calcio è poesia da queste parti, e lui vuol essere il Dante Alighieri viola.