Il concetto che la perfezione non esiste ci accompagna da sempre e difficilmente sarà diverso anche per il futuro. Il miglioramento invece, rappresenta un traguardo importante per qualsiasi cosa si faccia o si decida di fare, perché presuppone un'analisi attenta di ciò che è stato fino a quel momento.

E sicuramente un'attenta analisi preliminare sulla quantità di errori arbitrali evitabili con l'aiuto di un supporto esterno ha convinto (correttamente) la nostra Federazione ad introdurre a partire da questa stagione il tanto conclamato VAR (Video Assistant Referee).
I numeri a distanza di 5 mesi dall'inizio del campionato sono confortanti e stanno dando ragione a chi ha fortemente lottato a favore di questa innovazione. Gli errori si sono notevolmente ridotti e di conseguenza sono aumentate le decisioni corrette, ma le polemiche, quelle, non si sono mai placate. Anzi, sono diventate di maggiore impatto proprio a causa del VAR e del suo utilizzo.
C'è chi torna a parlare di malafede, chi pensa di ritirare la squadra, chi ne ride sarcasticamente su, sentendosi sempre e comunque succube e non protetto... Insomma, nonostante i numeri evidenti, anche il VAR fa parlare e, per uno strano scherzo del destino più che di una serie di coincidenze negative, sta facendo parlare più qualcuno di qualcun altro.

E così, come dopo la partita contro il Napoli, ci ritroviamo nuovamente a vedere un Walter Zenga polemico nei confronti del VAR, più che di Tagliavento, per il gol regolare non concesso al suo Crotone contro il Cagliari.
O ancora dobbiamo nuovamente ascoltare le parole forti del presidente Giulini che si è visto a suo dire, sfavorito dalle decisioni prese da Tagliavento così come già successo con Calvarese contro la Juventus.
E Inzaghi e la sua Lazio? Chi ha in coraggio di spiegare all'allenatore biancoceleste, notoriamente contro-VAR a partire da quel Lazio-Torino, che il gol di Cutrone era da annullare per un fallo di mano?
Persino Donadoni ha alzato la voce di fronte alle telecamere nel post partita di Napoli per quel fallo di mano di Koulibaly non rivisto e per la facilità di concessione del calcio di rigore (generoso) a favore dei partenopei.

Il problema è che a differenza del periodo A.V. (Anti Var, così come utilizziamo fare storicamente prima dell'avvento di Cristo) diventa più difficile controbattere a chi polemizza. Perché nessuno potrebbe negare l'assoluta inesattezza della decisione presa da Tagliavento nell'annullare il gol regolare del Crotone. Un tempo invece l'assistente avrebbe alzato la bandierina, l'arbitro si sarebbe fidato considerando la miglior posizione del collega, il gol sarebbe stato annullato e nei post partita, comunque polemici, avremmo parlato di difficoltà di valutazione più che di errore umano.
Oggi invece, tutto questo non ci è più possibile perché l'arbitro ha appunto la facoltà di rivedere un episodio per dare ad esso la valutazione corretta che, nel caso di un fuorigioco, resta una e una sola.
Discorso diverso per Napoli dove, a Mazzoleni, non viene data una colpa per aver giudicato involontario il fallo di mano (cosa assolutamente comprensibile) ma per non essersi preoccupato minimamente di andare a rivedere l'episodio per una corretta valutazione. Idem per il calcio di rigore concesso. Morale della favola: il VAR esiste, utilizziamolo.

Completamente dissociato dai casi precedenti l'episodio di Milano dove il Var è stato si preso in considerazione, mantenendo però il focus sulla posizione di Cutrone più che sulla regolarità dell'intervento. Risultato: posizione regolare (vista e valutata correttamente),tocco di gomito (non visto quindi non valutato), gol concesso.

Insomma, l'ultima giornata ha regalato numerosi spunti utili per analizzare ancora una volta le modalità di utilizzo del supporto VAR e le diverse interpretazioni con annessi errori da parte degli arbitri che, nel bene e nel male, restano e resteranno gli assoluti giudici degli episodi dubbi.
Occorre però trovare delle soluzioni che possano risolvere quantomeno quegli errori, vedi caso del fuorigioco, in cui, ripeto, la valutazione corretta resta unica. In quelle situazioni servirebbe più che supporto, un vero e proprio giudizio assoluto dato magari da una consultazione da parte di un arbitro al monitor che possa esprimersi con assoluta certezza sull'episodio.
O ancora si potrebbe dare agli allenatori la possibilità di richiedere, per un numero limitato a partita (es. 2 volte) la possibilità di chiedere all'arbitro di consultare il VAR in quei casi in cui (vedi mano di Koulibaly) si pensa possa esserci una scorrettezza.
Sono molteplici quindi le possibili migliorie che si potrebbero adottare per rendere ancor più efficiente l'uso di questa, ribadiamolo, grande e corretta innovazione presente nel mondo del calcio e magari, l'utilizzo della stessa in sempre più campionati, favorirà il confronto riguardo possibili soluzioni capaci di ridurre ancora di più le polemiche.

La perfezione, come detto all'inizio non si potrà mai raggiungere, ma i miglioramenti sono sempre ben accetti e sicuramente chi di dovere si adopererà in tal senso.
Noi ci riserviamo il diritto di tornare a commentare le nuove, speriamo minori, piccole lacune di questo sistema sperando che a lamentarle non siano più i vari Zenga, Giulini o Donadoni.