Ho come l'impressione che gli arbitri italiani in Serie A siano scissi in due parti.
La prima è composta da quelli che vogliono la Var e non si vergognano di usarla, avendo recepito il segnale: "Cavolo, non ci fa sbagliare!" tra questi ci sono Calvarese, Giacomelli e pochi altri.
Poi c'è la parte come la chiamo io "Arrogante", composta dai vari innominabili Orsato, Maresca, Mazzoleni, e roba varia. Costoro sono talmente prepotenti arroganti, personaggi della serie "qui comando io e si fa quello che dico io. Se io fischio ho ragione e basta. Punto".
Morale della favola, in mezzo troviamo Rizzoli - grande arbitro - ma oggi scarso tiratore di briglie adito a frenare divisioni interne, pressappoco imbarazzante. Lui non sa derimere la matassa VAR, continuando ad impartire nozioni che manco lui capisce.
In sostanza, se un episodio è dubbio, l'omino col fischietto in bocca deve scendere dal piedistallo ed andare a vedere. Se poi sono 5 volte in un incontro o un solo caso cambia poco. Si recupera ma si verifica. O altrimenti si mettono il saio a fine partita, fanno un bagno di umiltà e si presentano ai microfoni dando la loro spiegazione. Altrimenti i Vari Orsato e compagnia, avranno vinto.

L'arbitro bravo è quello che sbaglia meno, ma anche colui che si nota meno. Poi una socetà massonica come l'Aia gestita da un Palafreniere come Nicchi... (andate a vedere nel 2006 Calcioscommesse, lui dove era) che ha fatto nella sua fortunatamente breve carriera arrosti a non finire, la dice tutta. Quindi tutto il movimento è ormai ostile alla Var cosi com'è. Possono fare riunioni, congressi e congreghe varie, ma non ci capiscono una mazza.