Sia dopo l'eliminazione della Juventus che quella della Roma, i dirigenti delle due società con i più ampi settori delle due tifoserie hanno fatto appello all'introduzione del Var. Non parliamone, poi, all'indomani del discusso passaggio del Real ai danni del Bayern. “Ah, se ci fosse stato il Var... “ è l'adagio più ripetuto di queste settimane.
Eppure io continuo a ritenere che, anche con lo strumento attualmente in uso in Italia e Germania, sia i torinesi che i capitolini non avrebbero potuto fare di più. Sicurissimo per la Juve, abbastanza per la Roma, ma bisogna ammettere che, di tutti gli episodi da moviola di queste settimane, passando anche per #InterJuve, il mano di ieri in area del Liverpool appare già incredibile non averlo visto in campo (ma in campo, anche questo è vero, le azioni durano un decimo di secondo).
Tuttavia sarebbe errato criticare la #Var in sé, quanto la sua attuale filosofia di applicazione. Così com'è - e difficilmente potrebbe, nel complesso, essere diversa - il suo protocollo di applicazione trasferisce la sovrana discrezionalità dell'arbitro di campo ad un collegio di arbitri, di cui egli diviene una sorta di "primus inter pares“, ovvero colui che decide una volta ascoltato il parere degli altri, poco importa se in maniera diretta ("guarda che è rigore") o indiretta ("ti consiglio di riguardarlo al monitor"). Un processo che, benché un po' più farraginoso, appare certo più democratico ma non meno discrezionale.
Si pensi poi in un Paese in cui, a torto o a ragione, chi è deputato a giudicare ("li ggiudici") o reprime ("e guardie") secondo le leggi dello Stato è visto spesso con sospetto, comunque come capriccioso Cesare che volge il pollice all'insù o all'ingiù in maniera del tutto irrazionale e ed estemporanea. È, dunque, questo imperio assoluto della discrezionalità comunque tutta arbitrale che bisogna limitare o, in qualche modo, calmierare. E, come già qualcuno aveva fatto notare, è proprio la #Pallavolo a venirci in aiuto per capire come, col suo brevissimo e semplicissimo protocollo al riguardo:

[...]

3. Il VideoCheck può essere richiesto da uno dei due allenatori in panchina entro 7 secondi dal termine dell’azione. La richiesta può essere avanzata solo dalla squadra che ha perso l’azione a seguito della decisione arbitrale. Tranne il caso in cui venga evidenziato un fallo di servizio, qualora il controllo delle immagini comporti una modifica della decisione arbitrale in favore della squadra che lo ha richiesto, l'altra squadra ha diritto, entro 7 secondi, di richiedere a sua volta il Video-Check per un altro dei falli previsti.
Nel caso in cui a seguito di una doppia richiesta di Video-Check le immagini evidenzino due situazioni di gioco che attribuirebbero il servizio in modo opposto (ad esempio palla fuori e tocco falloso di rete), il 1° arbitro dovrà valutare quale fallo si è verificato temporalmente per primo. Analogamente qualora venga richiesto un Video-Check per un fallo che il 1° o 2° arbitro ritenga essere avvenuto dopo il termine dell’azione (ad esempio tocco di rete dopo l’impatto della palla con il terreno), l’arbitro non accoglierà la richiesta e informerà della motivazione l’allenatore che l’ha effettuata (la richiesta non verrà ovviamente detratta da quelle disponibili). 
Nel caso in cui l’allenatore della squadra che ha perso l’azione sia stato espulso o squalificato o abbia momentaneamente abbandonato l’area di gioco, la richiesta dovrà essere effettuata, se presente, dall’assistente allenatore che, in possesso dei requisiti previsti dalle normative federali ne abbia, previa autorizzazione del 1° arbitro, assunto le funzioni. Solo nel caso in cui tale tecnico non sia presente in panchina, sarà il capitano in gioco ad avanzare la richiesta.

4. Entrambe le squadre hanno il diritto di richiedere il Video-Check due volte per ogni set. Se il controllo delle immagini porta ad una modifica della decisione arbitrale in favore della squadra che lo ha richiesto, il numero delle “chiamate” a disposizione per la squadra richiedente rimarrà inalterato per quel set;  qualora invece, dopo il controllo delle immagini, venga confermata l’iniziale decisione arbitrale, il numero di chiamate a disposizione per la squadra richiedente verrà ridotto di uno. Si precisa infine che eventuali richieste di Video-Check non avanzate in un set non sono cumulabili nei set successivi [...]

Un protocollo, insomma, quasi già pronto per esser letteralmente applicato al calcio, giusto il tempo di trasporlo a situazioni di gioco equivalenti da disciplina a disciplina. Ieri, dunque, Di Francesco avrebbe richiesto di rivedere quel fallo di mano, Allegri qualche settimana prima di rivedere il rigore provocato da Benatia, l'altro ieri Heynckes un paio di episodi a loro sfavorevoli, sabato Spalletti di rivedere un paio di interventi di Pjanic. E se, esaurito il numero delle chiamate a disposizione della propria squadra, diciamo un massimo di due per tempo, si dovesse assistere a una quinta o sesta situazione dubbia? Beh, di colpo l'attenzione si sposterebbe di certo un bel po' anche sulla propria incapacità ad amministrare i jolly a disposizione secondo criteri tecnici appropriati all'entità e al minuto dell'evento da porre sotto la lente d'ingrandimento. In altre parole, se sul finire del secondo tempo, e in caso di un possibile fallo di rigore a proprio vantaggio, un Gasperini - facciamo solo un esempio - non dovesse più trovarsi alcuna chiamata Var a disposizione perché due le aveva già consumate per fastidiosi eppur passabili precedenti errori d'ammonizione dei suoi, dopo il fischio finale non avremmo questo assurdo e inutile accerchiamento mediatico dei direttori di gara, ma una buona parte dei giornalisti e dei tifosi atalantini che si chiederebbero: "Gasperini, ma che hai fatto?“