Il primo anno di sperimentazione del Var nel calcio non è ancora sostanzialmente terminato. Sì perché è indiscutibilmente la più grande innovazione a riguardo, l'introduzione dello stesso per la prima volta ai Mondiali di calcio di Russia 2018.

Dalla stagione calcistica appena terminata, due dei maggiori campionati come Serie A e Bundesliga, seppur in maniera differente hanno deciso di sperimentare l’utilizzo di questa nuova tecnologia.
Due le differenze principali però, laddove in Italia il sistema Var technology è collocato in ogni stadio in un’apposita camera, in Germania è stato predisposto a Colonia il centro di controllo, una “Var Room” dove vengono proiettate e valutate le immagini da tutti gli stadi; HQ in Colonia che funge da direzione centrale, solo lì infatti possono essere riviste le immagini e può dunque essere richiamato l’arbitro di ogni incontro, che potrà dunque solo ed esclusivamente in questo caso, rivedere le immagini e decidere di conseguenza, altra differenza fondamentale rispetto alla Serie A, dove è sostanzialmente l’arbitro ad avere il controllo della partita, del gioco e dunque dell’eventuale uso del Var.

Vorrei esprimere alcune valutazioni ed avere un vostro parere, poiché andando un po’ controcorrente, la mia opinione in merito al Var è che dovremmo iniziare a considerare di fare un passo indietro. Mi spiego.
Inutile dilungarsi troppo sullo stesso Var, considerando che ad oggi, chiunque abbia sentito parlare almeno una volta di “Football”, avrà di conseguenza sentito nominare quello che è divenuto, ahimé, il suo primo corollario: il Video Assistant Referee; è fondamentale però, non dimenticare i due principali motivi per i quali il Var è stato introdotto e cioè: far sì che vengano commessi meno errori possibili e di conseguenza dissipare ogni dibattito in merito ad eventuali errori arbitrali.
Tantissime statistiche ci sono state propinate durante l’anno, innumerevoli percentuali e infinite considerazioni, per lo più “di parte”, sono state fatte in merito all’utilità del Var relativamente al primo obiettivo, ma una, tra l’altro espressa in un articolo di calciomercato.com, mi ha colpito più delle altre:

Percentuale errori senza VAR: 5,78%

Percentuale errori con il VAR: 0,89%.

La Serie A ha guadagnato una (minima) percentuale di 4,89% in errori di meno, con errori altrettanto gravi comunque commessi che hanno influito sui piazzamenti finali delle squadre, non so di contro quanto ci abbia perso a livello di spettacolo, soprattutto non so quanto ci abbia davvero guadagnato a livello di credibilità e risparmio delle polemiche!!

Durante l’anno mi sono interrogato sulle conseguenze dell’introduzione del Var, sugli aspetti negativi e/o positivi, sul quanto facilmente possa salvare la credibilità di una partita così come renderla ridicola, ho provato sulla mia stessa pelle la differenza di percezione e reazione all"episodio da Var", che un qualsiasi spettatore, ancor più tifoso e amante di calcio potrebbe avere, nel caso in cui fosse presente allo stadio o davanti una tv.
Nuove discussioni e prese in giro tra amici di fede calcistiche diverse, polemiche televisive interminabili sui casi Var senza mai raggiungere un verdetto finale, domeniche passate a rimuginare su quell’episodio in particolare. Così riassumerei la stagione 2017/2018 con l’introduzione del Var e per l’eventuale raggiungimento del primo obiettivo, la statistica parla da sé.

Tornando alle polemiche e discussioni televisive poi, più volte quest’anno ho ripensato ai tempi in cui il grande Biscardi invocava (inutilmente) la moviola in campo! E all’epoca sorridevo, pensando che il CALCIO sarebbe diventato come una qualunque series Fifa o Pes, dove ogni calcio d’angolo viene assegnato perfettamente e ogni fuorigioco fischiato al millimetro. Sia chiaro, ciò che è giusto è giusto anche nello Sport, soprattutto nello sport più seguito al Mondo che è il calcio, nessuno vorrebbe vedere altri casi “Mano de Dios” o “Mano de Henry”, il Trap credo ne ricordi qualcosa, semplicemente credo che il gioco non valga la candela.
Dopo un anno di considerazioni e ripensamenti, questo sfogo nasce il 15 giugno 2018, precisamente al minuto 24’ di Portogallo – Spagna. Diego Costa da battaglia da solo, com’è solito fare, a chiunque gli si trovi davanti, ne butta giù uno, fa un paio di finte e la piazza col destro all’angolino.
Tutto bene, non fosse che da quest’anno ai Mondiali c’è il Var (che ricordiamolo va, in sostanza è uno strumento di supporto predisposto per aiutare l’arbitro a rivedere le immagini video di un caso dubbio, al fine di confermare o modificare la decisione presa in campo a velocità normale) e guarda caso l’arbitro della partita in questione è l’italiano Rocchi coadiuvato al Var da Irrati. Gioco fermo un paio di minuti, semplice consultazione audio, goal convalidato, 1-1. La grande novità rispetto ai campionati nazionali però, è che essendo un Mondiale, tutti gli spettatori così come i giocatori sui maxi-schermo negli stadi, avranno la possibilità di vedere le stesse identiche immagini video messe a disposizione dell’arbitro...

Partendo dal presupposto che la coppia Rocchi-Irrati è la stessa che ha (quasi impeccabilmente) arbitrato quest’anno partite importanti quali Juventus – Napoli o Lazio – Inter nel nostro campionato, sfido chiunque a dire che non sarebbe quantomeno successo un “processo alle intenzioni” se avesse convalidato quel goal in una di queste due partite, per giunta con un silent-check, senza necessità di rivedere le immagini!
Polemiche comunque sorte a seguito di Portogallo - Spagna, conclusasi con uno straordinario 3-3, in tutte le trasmissioni calcistiche, ovviamente in scala molto inferiore rispetto a quanto, per mesi, saremmo stati costretti a leggere ed udire in Italia.
Tornando all’episodio Diego Costa, da italiano, mi sembra una presa in giro la convalida del goal da parte di Rocchi, in considerazione delle volte in cui il ricorso al Var e la conseguente valutazione dell'episodio è risultato determinante (vedi Vecino in Inter - Juventus), un’ennesima presa in giro direi nei confronti di milioni di italiani costretti a giugno a dover tra l’altro guardare un Mondiale senza propria nazionale.
Anche in questo caso (credo), obiettivo di eliminare dubbi e polemiche non raggiunto.

La mia considerazione conclusiva è però un’altra, molto realista e in termini poveri, l’arbitro all’interno di un campo di calcio è uguale al calciatore, con diverse responsabilità e un portafoglio molto meno zeppo magari, ma come il calciatore soggetto all'errore. Così come a Baggio fu concesso sbagliare un rigore, ad un qualsiasi segnalinee dovrebbe essere concesso sbagliare la chiamata di un fuorigioco senza dover necessariamente dibattere sulla eventuale disonestà della chiamata stessa!
Un altro aspetto fondamentale, per quanto piccolo, è che nonostante gli arbitri si attengano ad un regolamento, è innegabile che possano esserci episodi con una sola interpretazione oggettiva, ed altri in cui la soggettività di arbitro in arbitro porti a decisioni differenti.
Il problema è che oggi, giustamente ma a causa di un interesse puramente economico, ciò che conta è solo il risultato.
Il calcio è da sempre lo sport più emozionante e seguito al Mondo, sport fatto di 90 minuti di intensità, di contatto fisico, di tattica e tentativi di perdere tempo, di giocate straordinarie e imprese impensabili, di 23 uomini che fanno gruppo e diventano leggenda, di squadre sconosciute che mirano alla gloria. E ancora, mezzo di aggregazione, di opportunità per i giovani e per città che riemergono dalla società grazie a questo bellissimo sport.

Siamo nel 2018 e l’evoluzione in termini di tecnologia non potrà prescindere dallo sport, ma non credo il calcio abbia nella sua naturalezza ed essenza, necessità dell’intervento del Var, per banalizzare non vorrei trovarmi a vedere una partita di calcio interrotta ogni 5 minuti (motivo per cui in Premier hanno deciso di rimandare l’esperimento, essendo il campionato inglese il più veloce ed entusiasmante in Europa?), con calciatori alla continua ricerca del contatto dubbio da rivedere e reinterpretare, con dopopartita ove i 90 e più minuti di gioco vengono messi in secondo piano rispetto all'utilizzo o meno della tecnologia (in Real Madrid - Juventus ad esempio, trovo impensabile e senza senso l'idea che un arbitro che fischi immediatamente il fallo da rigore di Benatia, possa cambiare opinione se posto davanti ad uno schermo, indipendentemente dalla presenza o meno della tecnologia) , dove tifosi esultano ed esplodono di gioia per poi vedersi annullare un goal dopo 10 minuti.

Il Mondiale di Russia 2018, seppur appena iniziato, ha già dato dimostrazione di conseguenze bizzarre. Sarà la novità per tutti, sarà la consapevolezza che ciò che accade viene contemporaneamente trasmesso nelle televisioni di tutto il mondo, ma episodi quali Miranda e Neymar protestare dopo aver visto allo schermo la spintarella di Zuber, gli ultimi 15 minuti di Costa Rica – Serbia, in cui non si è praticamente mai giocato e dove si è ricorso al Var per ammonire Prijovic dopo una manata in faccia all’avversario o ripeto ancora una volta, la manata di Diego Costa valutata (al Mondiale) regolare da Rocchi, non fanno altro che alimentare i miei dubbi sull'utilità e la credibilità di questo mezzo.

Per non parlare poi di casi assurdi avvenuti durante l’anno, come ad esempio il famoso rigore assegnato in Mainz – Friburgo con le squadre già rientrate nello spogliatoio a fine primo tempo, o il goal annullato alla Juventus contro l’Atalanta per un fallo avvenuto prima quasi a centrocampo, o ancora il rigore assegnato contro la Juventus in casa del Genoa, dopo la visualizzazione delle immagini al Var, ma senza accorgersi di un fuorigioco abbastanza netto. Ce ne sarebbero molti altri di episodi da prendere in considerazione, ma finiremmo solo col continuare ad aprire dibattiti senza mai trovarci d’accordo.

Considerando i pro e i contro di questo esperimento Var e le conseguenze della sua introduzione, anche e solo in merito alla proporzione spettacolo/errori in meno/risultati non falsati , credo si stia semplicemente snaturando quello che è il Calcio, se poi gli organi di vertice vogliono innovare tanto per mettere in gioco nuovi interessi economici, rendendo il calcio un altro sport, che lo dicano pure.