Tranquilli, non accuso nessuno, i vaneggiamenti sono i miei. Le partenze sono quelle che tutti prevedono. Insomma, nulla di nuovo, Potete saltare su qualcosa d’altro, se non avete tempo e voglia per queste cose leggerine e un po' banali, scritte giusto perché ho voglia di cazzeggiare un po'.

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Mentre l'accesso alla prossima CL è ancora il thriller di fine stagione, assieme a qualche lieve sussulto in zona salvezza, e potrebbe ricevere una scossa se Inter e Atalanta, impegnate a Napoli e a Torino, contro i bianconeri (impegnati anch'essi a far digerire un cambio di maglia sociale non proprio facile, non avendo altri interessi di classifica), dicevo se Inter e/o Atalanta lasciassero, come possibile, punti importanti per strada, permettendo a Milan (a San Siro contro il Frosinone) e Roma (in trasferta contro il Sassuolo) di portare i loro denti vicino ai polpacci delle avversarie.

Vedo meno bene il Torino (a Empoli e, poi, contro una Lazio in cerca di un posto in EL, anche se davvero difficile da conquistare).

Poi, finalmente, saremo liberi di salutare chi parte e brindare con chi arriva.

  • I saluti

Conte. Conte alla Juve, oppure all'Inter, ma con il telefono a portata di mano nel caso chiamasse la Juve, anche un minuto dopo aver firmato e con il contratto a portata di mano, tanto da essere afferrato e strappato irrimediabilmente prima di correre fuori e saltare in macchina per tornare in bianconero, senza alcun imbarazzo e facendo ciao ciao dal finestrino abbassato.
Avvistato pure a Roma, forse anche a Lecce, a trovare i parenti, è appetito ovunque e accasato già da tempo con molti, ma in attesa che Allegri si dia una mossa o che Agnelli confermi quanto detto uscendo dalla Champions e allora sarà costretto a diventarne il suo peggior nemico, con perfido sorriso sulle labbra e accanto a Marotta. Questo potrebbe voler dire che Suning avvierà un progetto di qualità o, almeno, ci proverà seriamente.

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Spalletti ai titoli di coda, in modo non proprio elegante ma, presumo, portandosi via gran parte della cassa che gli appartiene per diritto. Perché dovrebbe rinunciarvi? Pane e companatico garantito per altri due anni per lui e i suoi collaboratori. Professionalmente ne soffrirà e, perfino, penso che non sia completamente giusto. Ha fatto quanto ha potuto ed è stato sfortunato con gli acquisti suggeriti da lui medesimo, che solo adesso si stanno rianimando. In parte è stato autolesionista, quando ha cercato nemici all'interno dello spogliatoio per rinsaldare un collante che forse sentiva che veniva a mancare o, forse, un giorno, invece della faccia di Icardi ha visto sovrapporsi quella di Totti e non ci ha visto più.

Poi, recuperare è stato difficile perché qualcuno ha usato un accelerante, sotto forma di tweet che destituiva Icardi dal ruolo di capitano, per far divampare il fuoco e quando Marotta, con la felpa dei pompieri, come qualche politico à la page, ha cercato di fermare il fuoco, gran parte del danno era già stato fatto e non restava altro da fare che raccogliere quel poco ancora in grado di essere utilizzato e ripartire, male, verso il finale di stagione. Affidata la fascia di capitano al fido Handanovic, suo portiere anche a Udine, si è risistemato in sella e ha provato a fare da condottiero l'ultima parte del tragitto.
Mai si sarebbe aspettato che la spada con cui aveva ferito a morte il suo più forte alleato potesse essere girata verso di lui ed allora ha capito che non era Robert Redford a sussurrare ai cavalli della stampa le indiscrezioni ma chi con tweet comunicava sentenze poteva usare altri canali, ma lo stesso metodo, per punzecchiarlo a morte professionale.
Lui che odia l'avvocato di Icardi, per averlo costretto a smettere di dire che il ragazzo si era macchiato di cose inenarrabili, anche se troppo giovane per potergli addossare anche alcuni eventi del periodo della strategia della tensione in questo paese, si troverà costretto a chiedergli il numero di telefono per rivendicare contro l'Inter un trattamento più equo e meno cruento di quanto riservato all'ex capitano. Gli verrà forse risparmiato solo di essere citato nei comunicati degli ultras più ultras della curva, cosa non da poco, e di essere chiamato uomo di m..., in simpatico e sguaiato coro, ma valigie in mano e saluti in bocca, no.

Peccato, credo che sia uno degli allenatori più validi. La sua prima Roma era una delle mie preferite da seguire, oltre la squadra per cui tifo, perché aveva un gioco divertente. Ma aveva anche Pizarro e Totti, tra gli altri. Qui, all'Inter, non aveva che qualche cucchiaiata di qualità e quel tipo che segnava anche nelle condizioni più difficili. Un vero 9. Lui non ama i veri 9 e voleva un falso nueve, perché fare una trentina di goal non vuol dire niente se la squadra non si esprime al meglio. Così adesso abbiamo una squadra che non si esprime al meglio però non abbiamo più un vero nueve.

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Icardi destinato irrimediabilmente ad altri lidi, anche se la moglie dice che non si schiodano da Milano.
Spero che rimanga in Italia. Mi spiace sempre vedere partire i giocatori migliori. Dissi lo stesso per Cancelo. Pensavo che la Juve avrebbe dovuto riportarlo in Italia visto che l'Inter non era in grado di tenerlo. Così è stato. Fino all'infortunio e alla pausa atletica si era comportato benissimo poi ha avuto un calo. Ma non ho cambiato idea su di lui. Così come ero contento quando si accostò Rafinha alla Roma. Perché no?
Icardi andrà a Torino. Chissà. Meglio. Se è scarso, come si spingono a dire rancorosi alcuni, o non attaccato alla maglia, nonostante le affermazioni ostinate della moglie, non si fa che bene a darlo alla Juve per indebolirne la squadra. No? Altro che chiedere in cambio contropartite. Bisognerebbe lasciarglielo con un fiocchetto davanti ai cancelli della Continassa, sperando che venga accolto nonostante il ben misero curricolo di 2 classifiche di cannoniere del campionato vinte a 26 anni, con una squadra che lasciava disastri nei campi che visitava, peggio degli unni di Attila, per quanto la faceva da padrone ovunque. Poi, con molta modestia lasciava ad altre vincere i campionati. Maledetta anima gentile!

Vedremo chi sarà tanto scellerato da ingaggiarlo. Magari, invece, andrà davvero a Madrid, da Simeone. Boh!
Chissà se gli mancheranno gli ultras più ultras della curva. Ne troverà altri. Magari a favore, questa volta.

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Ma ai saluti sono anche altrove. Gattuso al Milan. Per un po' sugli scudi, quando ha occupato prepotentemente il terzo posto ed era lanciatissimo a divorare l'Inter nel derby. Poi, tutto si è sgonfiato, anche se viaggia con 2 punti in più nel paniere rispetto alla stagione passata, "inquinata" però da Montella, quando si laureò migliore, dopo Allegri e Sarri, per punti fatti dal suo arrivo. Quindi, si è un po' montellizzato nella resa. È innegabilmente un grande combattente ma ha una squadra che, a mio avviso e con i ritocchi di mercato fatti in inverno, avrebbe potuto esprimersi meglio. Si ha un po' di pudore nell'addossargli qualche limite e qualche responsabilità, soprattutto da parte di chi ha fatto il tifo per lui quando indossava i colori del Milan, ma credo che pochi vorrebbero che rimanesse.

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Pochi vorrebbero che rimanesse anche Allegri, reo di avere mantenuto quanto premesso al Wanda Metropolitano e non quanto lasciato sognare nel ritorno contro l'Atletico. Le premesse si sono avverate e i sogni infranti contro l'Ajax. Forse ha avuto la sfortuna (che normalmente invece è cosa gradita) di giocare la prima fuori casa. Pochettino è andato in finale non imponendo il suo gioco ma attuando quello che Mourinho suggeriva per battere l'Ajax, altrimenti impossibile da fare lasciandoli giocare: torre davanti e palloni lunghi a saltare il centrocampo. Nella prima parte della partita ha preso due goal e sembrava che dovesse andare a casa. Nella seconda parte è riuscito ad estenuarli e a farli correre anche a vuoto. Poi, anche la fortuna è scesa in campo e ha deciso chi dovesse sorridere e chi no. In Champions ci sta.

Allegri non ha "l'attenuante" del bel gioco, per digerire meglio una sconfitta e renderla più presentabile. Se avesse avuto qualche giocatore più in forma e qualche altro che in campionato fa il bullo ma che gli è diventato di ricotta contro l'Ajax, adesso magari sarebbe in dolce attesa. Il lieto evento ancora possibile avrebbe magari evitato che il fiele traboccasse dalla voce e dagli scritti dei tifosi e tutti noi avremmo ancora da sperare che le grandi orecchie della coppa fossero afferrate da mani che l'avrebbero riportata in Italia.

Io pensavo ad una separazione comunque, a fine stagione, per saturazione di entrambe le parti. Coppa o non coppa, affettuosi saluti. È stato bello. Auguri per il futuro e un pieno di entusiasmo verso un altrove per Allegri e con un nuovo direttore d'orchestra a Torino, magari con spartiti differenti, innovativi e sperimentali, da suonare. Questo vorrebbe dire che anche Ronaldo dovrebbe magari adattarsi al repertorio, altrimenti basterebbe un qualsiasi professionista, bravo ma non per forza dotato di fantasia, per far suonare un repertorio adatto al solista. E, allora, perché non implorare Alegri di restare? Lui si è già beccato del "cagòn" ed è sopravvissuto, un altro, magari, ne morirebbe in corso d'opera.

Altrimenti ne serve uno all'altezza di Ronaldo, visto che non apprezza i piccoletti, ma i testa a testa, che Allegri è bravo ad evitare, potrebbero ferire qualcuno, soprattutto l'immagine della società.

Forse Allegri resterà, malgrado se stesso, i tifosi e la società e io me ne farò una ragione (non è questa una previsione sbagliata che mi demoralizza, avrei pagato per dare ragione ai giornalisti che furbescamente proponevano l'Inter antagonista della Juve, ad inizio campionato, invece lì ci ho azzeccato, con mio dispiacere) ma non è detta l'ultima parola. Forse Conte straccerà davvero un accordo giornalisticamente già fatto con l'Inter e raggiungerà Torino facendosi l'autostrada sulle ginocchia, ma ci credo poco, a questo punto.

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Forse ci sarà un grande vociò di saluti e uno starnazzare di colpi di mercato verrà scatenato dopo la 38.a giornata. Alcuni si avvereranno, altri inciamperanno in scuse di prammatica per non essersi verificati, ma il punto di partenza sarà deciso sempre da quello che ha inciso nell'ultima stagione e la Juve si ripresenterà come punto di riferimento. Sarà interessante vedere come ci si attrezzerà, tra i possibili sogni e la realtà finale, per vedere chi sarà il suo spauracchio della prossima stagione, sperando che dopo appena cinque giornate non accada di doverci dedicare a seguire qualche corsa di ippica (mai fatto) o all'amata musica, per riempire il vuoto di interesse lasciato dal campionato.