Premessa doverosa: il Milan secondo me non è mai stato e non è ancora una squadra in grado di lottare per lo scudetto (a prescindere dalla momentanea posizione in classifica che alimenta speranze e illusioni prive di reale fondamento) come lo sono invece negli ultimi anni Inter, Juventus e appena sotto Napoli e Atalanta. Questione di fasi in corso di percorsi di crescita pluriennali avviati. Le squadre citate hanno iniziato 5 o più anni fa, il Milan un paio d’anni fa, e tre anni di differenza con il Covid in mezzo fanno una differenza abissale da colmare che richiede tempi non troppo comprimibili, evitando disastrose scorciatoie, come visto in passato.

Punto di partenza: oggi la squadra di riferimento per la lotta per il campionato è l’Inter che da un paio d’anni ha sostituito la Juventus. L’Inter viene da un percorso fatto di 4 anni consecutivi di partecipazione alla Champions League (gironi) e da un rafforzamento della rosa fatto per vincere subito acquistando, anche grazie alle vendite remunerative di campioni o dalla definitiva maturazione di acquisti azzeccati (Handanovic, Brozovic, Perisic) da parte delle precedenti gestioni (es.: Icardi ) così come ad acquisti, anche a parametro zero o comunque a condizioni favorevoli) di ottimi giocatori grazie a relazioni con i procuratori costruite in 20 anni da Branca e Oriali prima, da Sabatini e Ausilio poi….(De Vrji, Skriniar, Lautaro…). Sul piano degli allenatori l’Inter si è affidata sempre al meglio disponibile sulla piazza al momento, a costo di ingenti investimenti sul loro ingaggio. Il tutto governato da una proprietà stabile, ricca e molto ambiziosa per un progetto a lungo termine, che peraltro ha portato anche ingenti risorse tramite proprie sponsorizzazioni (il fatto stesso che oggi l’ Inter si alleni al Suning center..), al netto delle problematiche finanziarie affrontate negli anni. Tutto questo per ricordare che paragonare oggi Inter ( o Juventus) al Milan pretendendo che il Milan imiti per reazione le mosse sul mercato di tali squadre è secondo me un’idea del tutto disancorata dalla realtà possibile.

In tale contesto il Milan a proprietà dichiaratamente transitoria di un Fondo (e, lo ricordo, con un’acquisizione non fatta per scelta ma per circostanza forzose) e avendo come punto di partenza una squadra tecnicamente si e no da metà classifica ( i cui “campioni” erano Romagnoli, Suso, Donnarumma (3 under 23…) che però è solo un portiere, e Bonaventura oltre agli indefinibili allora Calhanoglu e Kessie, elementi ben diversi dai vari Handanovic, Brozovic, Perisic, Icardi, Skriniar…. ). A ciò si aggiungeva una serie di problematiche “politiche” da risolvere (rispetto di un FFP rafforzato evitato all’Inter, rapporti conflittuali con establishment e media derivati dalla vecchia proprietà di Berlusconi ecc.) ingigantite dalle operazioni borderline della vendita ai cinesi con successivi ingenti investimenti-scommesse a debito sul mercato (scommesse tragicamente perse) che hanno causato una situazione di default finanziario. Poi è arrivata la pandemia, che ovviamente ha colpito di più chi, come il Milan, non aveva cumulato prima determinate rendite di posizione, ma anzi l’esatto contrario. In tale quadro era inevitabile che il Milan potesse e dovesse agire in modi del tutto diversi dal suo competitor Inter, solo all’apparenza in condizioni allora similari.

Elliott ha quindi avviato, dopo un paio d’anni di apprendistato ed errori, un faticoso e lungo percorso di risanamento che a soli due anni dall’avvio è ancora ovviamente ben lungi dall’essere completato. In tal senso il Milan potrebbe essere paragonato all’Inter pre-Conte del 2019 (non a caso con alle spalle la prima partecipazione alla Champions, ma ancora ben lontana dalla lotta per il primato che interessava Juventus, Napoli e Roma). Ossia rispetto all’Inter siamo oggi 3 anni indietro… E anche allora infatti chiedere lo scudetto all’Inter appariva più un’utopia che una possibilità reale.
Siamo quindi arrivati ad oggi con la Juve che acquista Vlahovic, l’Inter che dopo aver acquistato e venduto Lukaku e Hakimi, ma anche Barella, Bastoni, Eriksen, Dumfries oggi compra Gosens e Onana e a breve Scamacca, Frattesi, mentre il Milan immobile rimane al palo. Cosa c’è che non quadra?
Da un lato, oltre alle vicende sopra riportate, io immagino che la proprietà e la dirigenza tecnica del Milan ritengano ( vedremo se a ragione o meno) di poter competere per la qualificazione alla Champions League, se non per lo scudetto, con la rosa che hanno a disposizione a patto e confidando di poterla finalmente utilizzare a pieno regime, cosa in effetti mai vista negli ultimi due anni. E in effetti se il Milan potrà finalmente contare di qui alla fine sempre sui vari Giroud, Bennacer, Rebic, Diaz, Kessie e Messias, visti i precedenti il Milan può giocarsela con tutti, compresa la Juve di Vlahovic e l’Inter.
Dall’altro, gli aspetti che critico nel piano di crescita adottato dal Milan sono i seguenti:
Una ancora manifesta incapacità in sede di mercato, di andare a chiudere degli acquisti una volta dichiaratamente indicati come obiettivi prioritari, anche per un fatto di immagine esterna: se vuoi quegli obiettivi e lo dichiari pubblicamente, poi o li prendi senza tante manfrine, ben sapendo i limiti finanziari che devi rispettare e le condizioni di partenza delle trattative che stai impostando, o eviti di esporti. In questo Maldini e Co. Devono migliorare ancora parecchio. Telenovele viste in passato come quelle con Correa, con Simakan, con Faivre e ora con Botman per una dirigenza decisa e “cattiva” ( in senso buono) sul mercato non devono esistere. Idem per le telenovele sui rinnovi dei vari Donnarumma, Calhanoglu, Kessie, Romagnoli, guardacaso senza nessun rinnovo poi chiuso.
In secondo luogo il piano di potenziamento, ancorchè graduale e “sostenibile”, realizzato finora dal Milan funzionale alla costruzione di una squadra che possa vincere il campionato, sconta secondo me un principale enorme limite frutto di un errore di valutazione. Ossia il fatto di continuare a coprire il ruolo assolutamente fondamentale per le squadre vincenti del centravanti titolare di riferimento con soluzioni tampone (Ibrahimovic, Giroud ) anziché sull’investimento che ti cambia la storia ( al limite a scapito di altri importanti ma non altrettanto decisivi) e lo dice proprio la storia della serie A: basti pensare al Napoli diventato grande grazie a Cavani, poi Higuain, poi Milik e Mertens, ora Osimhen; o la Juve passata da Dybala e Tevez ( strappato al Milan) a Higuain a Ronaldo e ora a Vlahovic; o all’ Inter passata da Vieri a Milito a Icardi a Lukaku e ora a Dzeko e tra poco a Scamacca….Ma ci sono anche la Lazio di Immobile, l’ Atalanta di Zapata e Muriel, la Roma passata da Dzeko a Abraham, la Fiorentina di Vlahovic, l’Udinese di Beto…. E il Milan? prima del quasi 40enne Ibra e Giroud (35 anni) è passato da Andre Silva e Kalinic a Piatek…. Ora c’è Lazetic, 18 anni, ottimo ma se va bene, guardando appunto Vlahovic, potrà essere il titolare fra 2-3 anni, e nel frattempo? Per questo io per l’estate ( sperando nel frattempo in Giroud, Rebic e Leao) spero che nelle stanze segrete di Casa Milan non si parli solo di Botman, Sanchez ed eventualmente un ala destra d’attacco ma soprattutto del centravanti titolare del Milan 2022-23 che non potrà essere ne Ibra, né Giroud né Lazetic. Magari agendo prima di far partire per altri lidi anche i pochi centravanti forti già pronti  per essere i titolari per almeno 3 anni ( in attesa di Lazetic) ancora disponibili ( Scamacca, Nunez, Agustin Alvarez, Kolo Muani, Azmoun o chi per loro).
Tutte le altre questioni vengono dopo). Perché, lo dico ora, se la prossima stagione la inizieremo con Ibra, Giroud, Rebic, Lazetic e Colombo, stavolta non ci saranno alibi o scuse.