Anche se da vecchio tifoso milanista, tuttora mi identifico nella risposta di Francesca da Polenta che risponde a Dante nel V canto dell'Inferno che le chiede di narrare il brutale assassinio del marito Gianciotto Malatesta e quindi “E'l modo ancor mi offende”, devo riconoscere che questo nuovo Milan mi ha finora stupito.
Pur rimanendo “offeso” per ragioni di militanza storica e di cuore, devo quindi rassegnarmi allo “show must go on” e guardare avanti cercando, comunque molto difficilmente, di dimenticare la vergognosa cacciata di Maldini e la vendita di “Capitan Futuro” che hanno comunque prodotto risultati che sono decisamente superiori a quanto avevo pronosticato.
E quindi magari con un tipico salto logico, “della quaglia” come si dice in ambito manageriale, il primato, seppur ancora estivo e quindi decisamente iniziale, delle squadre milanesi mi porta alla memoria un possibile svolgimento di lotta stracittadina per la conquista dello Scudetto, condotto negli anni 75/77 da altre due squadre stracittadine, il mitico Toro di Radice e la Juve prima di Parola e poi di Trapattoni. Il primo round andò al Toro che staccò la Juve di soli due punti, nell'epoca però dei due punti a vittoria, lasciando la terza a 7 punti e il secondo trovò vincente la Juve in un epico testa a testa con un grandissimo Toro “operaio” che lasciò la terza ben a 16 punti di distacco!
Si fronteggiavano attaccanti formidabili. Anastasi e poi Boninsegna con Bettega da una parte e Graziani con Pulici dall'altra. Difesa di molta classe quella juventina. Difesa arcigna e tosta quella torinista. A centrocampo giocatori di classe e potenza come Furino Capello e Tardelli, Dall'altra Pecci, Sala e Zaccarelli. A questo si aggiunge la lotta per aggiudicarsi la seconda stella e tutto quindi potrebbe far prevedere che il campionato possa avere una fuga delle due squadre? Ci sono forti analogie, nel pur breve percorso compiuto finora.
La prima è la ottima condizione fisica delle due milanesi. La seconda è l'assetto direi pressoché definitivo delle due squadre, la terza che è difficile fare oggi una valutazione tecnica della loro reale forza relativa rispetto alle altre candidate avendo, per tanti motivi di gioco e non, affrontato delle situazioni abbastanza facili in cui comunque hanno dimostrato una superiorità netta.
Il Milan supera la Roma che Velox, penso giustamente, viene guidata da un Mourinho ben lontano dai suoi tempi migliori, e l'Inter travolge una Viola reduce da 5 partite in 15 giorni e che resiste per un solo tempo.
Quindi il primo elemento di incertezza sul prematuro derby tra le capoliste è proprio la sosta. A volte benefica e a volte decisamente l'opposto a interrompere ritmo e concentrazione.

Le statistiche della Viola sono davvero incredibili. Prende 4 gol e tiene un possesso palla del 60%. Fa la miseria di due tiri in porta e fa qualcosa come quasi 190 passaggi in più di una Inter essenziale e letale nelle sue ripartenze. Per quasi tutto il primo tempo i giocatori fiorentini fanno uno stucchevole girotondo in mezzo al campo e tranne una sventola di Bonaventura arrivano al tiro di una certa pericolosità solo al 60' del gioco quando ormai, nonostante le sostituzioni, la fatica della ottima prestazione europea incombe.
Quindi giudicare una partita con questo livello di statistiche dice poco o nulla se non a ribadire alcuni elementi essenziali del gioco della nuova Inter. Rimane sorniona nella sua area e ha ripartenze micidiali. Pressa con molta efficacia e conquista palla se il gioco avversario diventa spesso lento e lezioso come quello viola di ieri. Ha inserito e sicuramente migliorerà nel farlo un magnifico Thuram che offre soluzioni di attacco e di scambio, nonché di scalature e posizionamenti del tutto nuovi nel suo gioco di attacco.
Emblematico il primo gol nerazzurro. La Viola fa melina a centrocampo per 20 minuti con il suo centrocampo a giocare lo do a te ché la dai a me e poi in furioso contrasto con una serie di palle perse e riconquistate con decisione, sbuca come un razzo Di Marco, al limitare dell'area viola. Pennella un cross perfetto al centro. Lautaro fa un movimento intelligente e veloce che allarga la difesa e Thuram chiude di testa. E' ancora il francese che concretizza l'assalto alla Viola ormai in ginocchio all'inizio del secondo tempo dopo che Christensen si supera su una conclusione di testa a botta sicura di Lautaro. Offre un assist decisivo all'argentino ormai goleador di livello internazionale nonché capitano della sua squadra probabilmente sulle orme del suo connazionale Zanetti. Il portiere viola causa poi il rigore che Calha sempre più impeccabile nel suo nuovo ruolo trasforma e al 73' contro una Viola che con solo volontà più che altro, tenta qualche assalto.
Il colpo di grazia lo dà ancora Lautaro con magnifico gesto tecnico su cross di un altro esterno di ancora notevole spessore che è Cuadrado che anticipa di classe e potenza il suo oppositore legnando imparabilmente a fil di traversa. Un 4 a 0 decisamente severo ma in fondo abbiamo assistito ad una passeggiata della Beneamata che viene quindi esaltata dalla giustificabile pochezza soprattutto fisica della squadra fiorentina.
Ho già sottilineato che la forza della squadra nerazzurra non è solo data dalla completa assimilazione degli schemi di Inzaghi molto legati alla velocità, alle improvvise fiondate cambiacampo, all'aspettare oggi però con una decina di metri più avanti, il gioco avversario, salvo partire con scambi velocissimi e letali, alla forza propulsiva degli esterni e al controllo difensivo molto tecnico e fisico insieme, ma alla straordinaria, per me, batteria di sostituti che il leader assoluto di mercato che è ancora Marotta, ha messo a disposizione di Inzaghi e che lo stesso comincia con un certa assiduità ad utilizzare.

Da milanista non si può non avere un certo timore del gioco di attacco della nuova coppia di attacco interista, contro una difesa che personalmente avrei preferito molto più rinforzata. Mentre Inzaghi ha dato un certo spazio alla sua notevolissima panchina, Pioli non lo ha fatto con la stessa intensità e spazio in minuti di gioco. Dei panchinari milanisti finora si è visto finora solo un buon apporto di Okafor nel concitato finale contro la Roma, tenendo bene palla e contribuendo così a portare a casa tre punti che lo sciagurato Tomori avevano messo in dubbio, dopo una superiorità schiacciante. Quello che può scaturire da uno scontro, non certo decisivo ma molto indicativo delle reali possibilità, viene messo proprio in dubbio come esito, proprio dalla quasi sospetta troppa facilità con la quale le due squadre abbiano superato i primi tre turni. Viene da pensare che vista l'attitudine interista, possa essere più il Milan a proporre gioco con un centrocampo molto fisico e dotato di velocità. Entrambe le squadre poi portano spesso un terzino a costruire. Bastoni avanza spesso e va pure al tiro e lo stesso fa Calabria nel suo inedito ruolo. Uno scontro in cui francamente non vedo un favorito se non avessimo una difesa non certo impenetrabile.
In attacco giostrano due fuoriclasse di livello mondiale, entrambi cresciuti in personalità e pure in tecnica. Leao e Lautaro sono ormai le stelle indiscusse di queste due squadre. Dalle loro magie, il quarto gol dell'Inter, oppure quello di Leao con la Roma può arrivare di tutto, magari anticipo di un duello meneghino che potrebbe continuare in cima alla classifica.
Due schemi di gioco diversi, ma con molte analogie fisiche e tecniche penso daranno vita a uno scontro molto interessante.