Lo dicono gli indici di ascolto televisivi. Questo festival targato Amadeus è destinato a rimanere nella storia per la magia e la voglia di festa che si respira nel magico teatro dell'Ariston.
La musica, in particolare quella popolare e radiofonica, fa parte del nostro Dna, esattamente come il mondo del calcio, che in questa settimana si è un po' messo da parte per lasciare spazio all'evento che unisce tutti gli italiani; Sanremo, o meglio, il Festival della canzone italiana, quei cinque giorni di fuoco che accendono la competizione musicale come non mai. Mentre il calcio porta inevitabilmente ad uno schieramento per una squadra o per un'altra, la musica ha il privilegio di unire tutti, grazie soprattutto alle emozioni, che in un mondo come il nostro non devono mai mancare.

La festa durerà fino a domenica, poi saranno le radio a dover trasmettere i 24 brani musicali che si sono dati battaglia fino all'ultimo respiro.
Per Alberto Urso, giovane tenore dalle mille potenzialità, questo festival dovrà per forza portare qualcosa; la sua canzone, intitolata "Il sole ad est", è più di una ballata d'amore, anzi, è un valzer dalle mille emozioni che tocca anche il genere letterario.
Lo sa bene chi ha studiato la Divina Commedia, opera illustre e morale che si porta con sé il tema del viaggio, metafora di vita, e dell'amore, unica regola universale alla quale l'uomo dovrà per forza aderire; sensazioni ed emozioni che si ritrovano proprio in questo pezzo, caratterizzato dal desiderio dell'amore terreno e da quel sole ad est che indicherà inevitabilmente la strada per raggiungerlo. 

Percorrere un tratto con il pensiero rivolto all'obiettivo non è così semplice, a volte gli incontri inaspettati e le mille casualità che la vita riserva mirano a distogliere l'attenzione; non sembra il caso di Francesco Gabbani, protagonista dell'ennesima hit radiofonica che non si stacca dalla mente dopo il primo ascolto. Questa volta non figurano scimmie o tratti agnostici, bensì una semplice parola che poi è il titolo della canzone, quel "Viceversa" che porta con sé il senso di condivisione e l'equilibrio sottile tra gli opposti. E' bastato solo un quarto di canzone per sconvolgere la classifica parziale esposta al termine della seconda serata: un primo posto e un mezzo piede verso il podio di domenica notte.
Sembra di rivedere per certi versi Antonio Conte, allenatore top in grado di riportare alla vittoria la Juventus e il Chelsea in una sola stagione; tutto e subito, dicono i tifosi più accaniti, ed è quello che sperano anche all'Inter vista la distanza minima che c'è con i bianconeri. 

Il caso però che ha fatto più discutere è sempre lui: Achille Lauro.
Per quanto un brano possa piacere o meno, forse questa volta si è avuta la certezza che il rapper rappresenta l'emblema di un Paese quasi finito, un luogo in cui ormai i ragazzini di 12/13 anni amano andare in giro per le strade con i classici pantaloni strappati e con la musica trap nel telefono; fa male, per certi versi, e il costume indegno e indecente tenuto da Lauro è l'ennesima testimonianza di come la bellezza stia cambiando in negativo. E meno male che ci ha pensato Diletta Leotta a fornire una spiegazione su ciò che conta nella vita, come lo studio e l'abilità di saper stare in gruppo; la speranza è che il rapper abbia ascoltato attentamente.

Gli omaggi a Mia Martini e la splendida voce di Tiziano Ferro hanno messo in moto la macchina della memoria, provocando emozioni indimenticabili, come quando nel mondo del calcio passano in rassegna la immagini del grande Torino o i campioni che sono stati portati in cielo troppo presto; non me ne voglia il nostro amato football, ma in queste circostanze è la musica che grazie al suo contorno conduce al ricordo e anche al pianto, se liberatorio.

C'è sempre una canzone per ognuno di noi, sia nei momenti belli che in quelli brutti, ma la vita è così, viaggia all'impazzata come il flusso delle note musicali, che cambiano ogni volta ma nella loro diversità trovano il coraggio di creare nuovi capolavori.
Una settimana diversa, ma così bella che quando ripartirà il campionato avrà spazzato via ogni polemica e ci avrà riconsegnato la volontà di giocare in un modo più pulito. E chissà che cosa succederà nella finalissima di sabato.