Homo homini lupus è quel proverbio latino che significa “ l'uomo lupo all'uomo”, un aforisma che mette in risalto la volontà umana dell'uomo di sopraffare il suo simile. La volontà di prevaricare l'esistenza del proprio simile a tutto vantaggio di chi si rende fautore di questa cattiva dottrina.

L'istinto animale è sempre stato insito nell'animo umano, sempre disposto a praticare la violenza non solo per l'egoismo di evidenziare la sua forza, ma anche e soprattutto, per la paura di essere sopraffatto dal suo stesso simile. Thomas Hobbes, insigne filosofo inglese vissuto nel 1600, studiò questo fenomeno affermando nella sua giusta teoria, che l'uomo si accosta ad un suo consimile non in virtù di un amore naturale, ma soltanto per un reciproco timore di essere dall'altro sopraffatto.

Certamente anche negli umani esistono rare eccezioni, tipicamente contrapposte a questo pensiero filosofico, infatti abbiamo l'esempio del grande filosofo latino Seneca, il quale affermava “homo sacra res homini” e cioè: “l'uomo è una cosa sacra per l'uomo”.

Non voglio dilungarmi oltre disquisendo questi concetti filosofici, ma ho voluto necessariamente evidenziarli per far notare la diversità di pensiero e dei costumi di vita che segnano l'esistenza dell'uomo e quella della donna. Completamente diversi se non proprio opposti, ma per fortuna si compensano e si fondono in un unico aspetto umano. L'uomo per realizzarsi compleamente ha bisogno dell'equilibrio e dell'intelligenza della donna, come la donna ha bisogno della presenza dell'uomo nella sua vita, nel suo “modus vivendi”.

Questo aspetto ha sollecitato parecchie riflessioni nei miei pensieri di tutti i giorni, trasferendo le motivazioni suesposte nel calcio femminile, che in questo mese di giugno ci sta appassionando tutti con la disputa del campionato mondiale femminile. Noi uomini che ci sentiamo tanto esperti conoscitori di calcio, probabilmente non abbiamo ancora afferrato l'intima essenza che questo sport nasconde. I valori umani, i contenuti dei sentimenti che ci ha mostrato il calcio femminile in questi giorni, sono l'espressione più evidente di un'antitesi all'aforisma suesposto.

Qualcuno di Voi ha notato manifestazioni di violenza (tipicamente maschile) in queste gare femminili? Io non ne ho ancora viste! Oppure qualcuno di voi ha notato atteggiamenti di sfida con principi di rissa? Io non ne ho proprio lontanamente osservate. Asserragliamenti e aggressività nei confronti della terna arbitrale? Nemmeno questo! Ecco la differenza tra uomo e donna. Eh sì, proprio così, è qui che sta la differenza fra i due sessi, proprio nei comportamenti “mansueti”, “affabili” e intelligenti delle ragazze. La nostra CT Milena Bertolini, a proposito di calcio, ha scritto un libro “Giocare con le tette”, allo scopo di sconfiggere quella becera convinzione che vuole intendere come il calcio debba essere uno sport a esclusivo appannaggio del sesso maschile. E invece nulla vieta di praticare questo sport alle donne. E i signori maschilisti se ne facciano una ragione, perché il calcio è uno sport altrettanto praticabile anche da parte delle ragazze. Devo dire che Milena ci stia riuscendo a farlo capire a tutti.

Personalmente trovo il calcio femminile molto gradevole, magari meno spettacolare, meno “maschio”, meno tecnico e meno livellato nella sua essenza, ma sicuramente più sereno, più elegante e non meno avvincente. A questo proposito vorrei sottolineare alcuni atteggiamenti praticati da tutte le ragazze di ogni nazionale che stiamo ammirando in questo mondiale:

Il sorriso ad esempio, giusto per sdrammatizzare tensioni e esasperazioni di gioco che sfociano in comportamenti poco consoni al regolare svolgimento della gara.

L'interlocutoria serena che contraddistingue il rapporto fra giocatrici, avversarie e terna arbitrale.

Le scene non esagerate dovute a colluttazioni fisiche di gioco frequenti. Atteggiamento invece frequente nel calcio maschile allo scopo di indurre l'arbitro a punire emotivamente in maniera più marcata.

La femminilità, prerogativa non ultima che colpisce in quanto tale, per il fatto che, ad esempio, le ragazze in atletica leggera, in virtù degli allenamenti scientificamente esagerati dei tempi moderni, hanno ingenerato figure di atlete con un aspetto fisico “mascolineggiante”, mentre non in maniera altrettanto esagerata, ma squisitamente garbata, gli allenamenti delle ragazze del calcio hanno conservato intatto l'aspetto della femminilità che le rende particolarmente interessanti nella loro inconfutabile leggiadria.

L'aspetto tecnico infine nell'ultimo biennio, ha assunto valori migliorativi impensabili, tanto da renderlo finalmente credibile all'occhio di tutti gli appassionati di questo sport.

A questo proposito vorrei focalizzare l'attenzione sul valore tecnico offerto dalla nazionale degli Stati Uniti che si distingue in modo particolare, tanto da prevedere la loro possibile conferma per la conquista del titolo iridato. Le ragazze della nazionale a stelle e strisce infatti ci hanno mostrato in tutte le gare una tecnica e un acume tattico notevole, ammirando nel loro schieramento un repertorio di movimenti armonici che regala a queste ragazze un valore aggiunto rispetto alle nazionali rivali.

Ma la nostra nazionale italiana? Personalmente devo confessare di essermene innamorato! L'emozione mi attanaglia in modo particolare nel vedere le nostre ragazze all'opera, sin dall'inizio, quando schierate l'una accanto all'altra si tengono strette fra di loro cantando l'inno di Mameli.
E particolare emozione induce la postura e la passione che esprime Elena Linari, Fiorentina di Fiesole, giocatrice difensiva nel cantare con estremo trasporto e concentrazione l'inno Italiano!

Ci sarebbe molto da dire di quanto ancora non è stato detto su queste ragazze e sulla loro CT, ma mi preme sottolineare l'approccio umile che la Bertolini ha saputo trasmettere a tutte le nostre giocatrici componenti della rosa.
L'umiltà appunto, quella che sin dal giorno del debutto esse hanno espresso in campo assieme a uno spirito combattivo e tenace, quell'animus pugnandi giocando senza timore e con la consapevolezza di aiutarsi fra di loro per conquistare l'ambito traguardo del risultato di prestigio.
Non finiremo mai di ringraziare questo gruppo che ci ha regalato finora forti emozioni e non saremo mai parchi di elogi nei loro confronti, consapevoli che i loro colleghi maschi hanno molto da imparare da loro nei comportamenti in campo. Intanto importante è sottolineare una cosa:

Comunque andrà a finire questo mondiale, per le nostre ragazze è stata un'esperienza molto positiva che non potrà che migliorarle ancora maggiormente. In ogni caso esse finora sono arrivate dove non è arrivata la Nazionale dei loro colleghi maschi allenati da Ventura.

Sarà uno stimolo in più per dimostrare che l'umiltà, la volontà di arrivare, lo spirito di corpo e l'abnegazione portano a risultati imprevedibili. Tutti noi ora aspettiamo di rivederle domani contro le avversarie Cinesi, quando le nostre ragazze scenderanno in campo sempre con lo stesso spirito indomito di chi sa che oltre alla vittoria, anche un sorriso in pù è importante per conquistare pure noi appassionati inguaribili di calcio!!

Forza azzurre, vi aspettiamo con tanta trepidazione e siamo convinti che darete tutto, per Voi stesse, per la nostra Nazionale e soprattutto per il calcio femminile!!

 

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