Per me è un esordio, quindi siate magnanimi. Nessuna premessa particolare, con questo articolo vorrei solo esprimere la mia opinione sul calciomercato più ricco, economicamente parlando, di questi ultimi anni.

Il mio parere è che i cambiamenti in corso porteranno un maggiore equilibrio fra le prime cinque squadre del nostro campionato. La Juventus resta la favorita, ma il divario con le altre contendenti si è assottigliato e se, come sembra, la conquista della coppa con le orecchie sia l’obiettivo principale, è naturale che le altre siano pronte ad interrompere la striscia vincente dei bianconeri.

Napoli, Inter, Milan e Roma sono nell’ordine le squadre che hanno maggiori possibilità di riuscirci. Le altre quindici squadre, invece, lotteranno per altri obiettivi. Nella successiva analisi, per ogni squadra, ho rilevato pregi e difetti delle mosse di mercato.

JUVENTUS

La cessione di Bonucci, il meno anziano del trio “BBC”, ha reso la Juventus più alla portata delle contendenti allo scudetto. E’ facile intuire che la batosta di Cardiff ha stimolato Allegri al cambiamento, perché in Europa, giocare con tre difensori centrali, finora ha portato solo delusioni. Magari mi sbaglio, ma le incomprensioni con Bonucci e la sua vendita rappresentano un bell’alibi per l’allenatore bianconero, soprattutto quando deciderà di passare al suo modulo preferito (il 4-3 e fantasia). In tale contesto vanno considerati anche gli acquisti di Douglas Costa e Bernardeschi , esterni d’attacco funzionali più ad un modulo con tre punte che ad uno con due. Nel disegnare la nuova tattica, un terzino difensivo, più che propulsivo (De Sciglio), rappresenta un ulteriore passo verso la conversione. Occorrerebbe un centrocampista di grande corsa e personalità, ma la Juventus 2.0 avrà un modulo nuovo che, almeno nella fase di rodaggio, potrebbe perdere qualche colpo. Senza tornare troppo indietro nel tempo, l’esperimento fu già provato nel disastroso inizio di campionato del 2015. Stavolta pero è diverso, perché il principale obiettivo dei bianconeri sarà la Champions.

ROMA

Ha chiuso il campionato a soli 4 punti dai Campioni d’Italia ma ad oggi non ha fatto nulla per colmare il divario tecnico. Finora ha perso il condottiero Spalletti, la freccia Salah, il muro Szczesny , il duttile Rudiger e la promessa Paredes. Ha guadagnato Di Francesco, che non ha mai allenato una squadra di vertice, ha promosso Allison tra i pali, ha preso Gonalons, (mediocre centrocampista francese), Karsdorp, (giovane terzino Olandese), Defrel (attaccante discontinuo e non di primo pelo) e Hector Moreno (difensore messicano trentenne). L’acquisto più importante è il ritorno di Florenzi, jolly per tutte le situazioni. Se le casse societarie ne hanno sicuramente guadagnato, la cifra tecnica si è probabilmente impoverita. Anche l’eventuale arrivo di Mahrez non sposterebbe l’ago della bilancia, poiché resto convinto che il valore aggiunto della Roma era Spalletti. Non sarà la Roma la squadra da battere, a dirla tutta non la vedo nemmeno fra le prime quattro, anche con Manolas e Nainggolan.

NAPOLI

Il lavoro di Sarri è a lungo termine ed il Napoli, non vendendo nessuno e recuperando Milik davanti, ha sicuramente accontentato il mister, molto più di quanto si possa immaginare. Se l’unico dubbio di questa estate è l’incertezza sul rinnovo di Pepe Reina, con un signor sostituto già adocchiato (Geronimo Rulli n.d.a.) , non resta che aspettare. La crescita del gruppo è costante così come la crescita dei singoli, tutti giovani e bravi. Sembra che il difficile ambiente partenopeo abbia compreso la strategia e stia a guardare. Si aspettano un grande acquisto, in caso di superamento dei preliminari di Champions, magari un grande centrale mancino da mettere al fianco di Koulibaly o un esterno destro al livello di Danilo. Insomma un meccanismo da perfezionare che, se raggiungesse gli stessi punti dello scorso campionato, probabilmente rinnoverebbe i fasti di quando la maglia numero 10 la indossava un certo Diego.

ATALANTA

Riuscirà la Dea a ripetersi? Credo di no. Disputerà un ottimo campionato, con vista sulle coppe Europee, ma difficilmente confermerà la posizione. Il quarto posto l’anno prossimo varrà la Champions, e, già oggi, ci sono almeno due squadre che, almeno sulla carta, le sono superiori. Ammiro Percassi, ho stima per Giovanni Sartori e adoro il modo in cui Gasperini fa giocare le sue squadre, ma vedo la prossima stagione come quella del consolidamento. I pezzi pregiati sono stati venduti a caro prezzo (Gagliardini, Conti e Kessie) ma sono stati presi ottimi sostituti che troveranno il modo di mettersi in mostra. E, soprattutto, il Papu Gomes è rimasto a suon di Euro. Il presente bergamasco lascia ben sperare, magari in un sesto posto.

LAZIO

L’operazione Lotito è cominciata anche quest’anno. Trovato finalmente un buon allenatore, la storia si ripete: vendere i calciatori più richiesti a caro prezzo e sostituirli con sconosciuti in attesa di una rivalutazione immediata. Una plusvalenza annuale che scontenta il popolo biancazzurro e che rimpingua le tasche del Presidente. Tra i nuovi arrivi spicca Marusic, ennesimo calciatore dell’est acquistato a buon mercato ma con un ottimo pedigree giovanile. Lucas Leiva, in sostituzione di Biglia è sicuramente una mossa azzeccata, resta un’incognita l’eventuale sostituto di Keita, dato sicuro partente. Però c’è da dire che le mosse della Lazio sul mercato si concretizzano sempre da metà agosto in poi, per cui bisognerà attendere ancora un po’. Per quello che si è visto l’anno scorso, buona parte dei meriti di Inzaghi sono da imputare alla buona vena di Keita. Un degno sostituto e la qualificazione per la prossima Europa League sarà quasi certa.

MILAN

Non ricordo quanti anni siano trascorsi dall’ultima campagna acquisiti di queste proporzioni da parte di una società italiana. In assoluto è la più dispendiosa di sempre, non solo del Milan. La nuova società vuole tutto e subito e sta operando di conseguenza in maniera funzionale seguendo le indicazioni di Montella. Gli acquisti fatti, tanti, vengono tutti da ottime perfomance nei rispettivi campionati disputati. Per ora il fuoriclasse è Bonucci, ma due o tre dei nuovi arrivi hanno tutti i crismi per diventare tali. L’unica perplessità è dovuta proprio al troppo cambiamento, nove undicesimi della formazione titolare sono nuovi acquisti e, la storia insegna, nessuna squadra ha mai vinto cambiando così tanto. L’arrivo del difensore della nazionale, inoltre, porterà anche un cambiamento di modulo, che passerà ad una linea difensiva con tre centrali. Un posto in Champions è quasi scontato, per lo scudetto forse manca ancora qualcosa. A dirla tutta, ora il Milan avrebbe bisogno di vendere e anche tanto, considerato gli oltre 35 calciatori ancora in rosa. Manca il grande colpo in attacco e Kalinic è solo un ripiego.

INTER

L’operazione di mercato dell’Inter è stata una sola: Luciano Spalletti. Sabatini, che lo conosce benissimo, sa che il tecnico toscano ha nelle proprie corde la capacità di rilanciare i buoni giocatori. E nella rosa dell’Inter c’è già tanta roba. Gli innesti importanti saranno in difesa, mentre qualcuno sarà funzionale (Borja Valero). Dalbert e Vecino, gli ultimi due acquisti, sono comunque costati una cifra vicino ai 50 milioni e forse ci sarà anche il grande colpo, ma solo se verranno sfoltiti i ranghi. Rientrare economicamente nei parametri economici UEFA, il c.d. Fair play finanziario, vuol dire avere anche un monte stipendi adeguato al fatturato. Al momento, con una rosa che supera le 30 unità, la necessità principale è quella di liberarsi definitamente di quei calciatori che, non essendo parte del progetto, hanno anche un ingaggio pesante. Ciò accadrà quando finalmente Spalletti avrà fatto le proprie valutazioni. Questa strategia non è la migliore per costruire una squadra vincente, ma lo è per l’Inter di oggi, alla quale mancava quell’idea complessiva di squadra che ora pare ci sia. Il quarto posto è alla portata dei nerazzurri, anche con la rosa attuale. Per ambire a qualcosa in più manca un centrale difensivo affermato ed un esterno destro, proprio come i competitors più accredidati.

LE ALTRE

La FIORENTINA si è indebolita tanto, ha venduto i giocatori migliori e non li ha rimpiazzati. E’ in pieno rinnovamento perché Corvino ha dato fondo alle proprie conoscenze internazionali, prendendo, per ora, giocatori sconosciuti di sicuro avvenire. La scelta dell’allenatore, Pioli, è funzionale alla strategia di mercato. E’ probabile che, parte delle plusvalenze generate fino ad oggi, saranno reinvestite quando il mercato sarà più calmo e sarà possibile realizzare qualche buon affare. Ad oggi, la lotta per la salvezza sembra l’obiettivo più verosimile.

Il TORINO è una bella squadra, garantisce Sinisa Mihajlovic. Le operazioni di mercato hanno puntato al consolidamento dell’organico, senza nomi altisonanti. Aver mantenuto la squadra della passata stagione è già un bel risultato, anche alla luce dei continui corteggiamenti al centravanti della nazionale. Credo che i granata possano dire la loro per un posto in Europa, soprattutto in virtù del nuovo stadio, che rappresenterà un valore aggiunto, anche in termini di punti.

La SAMPDORIA ha fatto un mercato intelligente, vendendo quei giocatori che avevano mercato (Muriel, Skriniar e Bruno Fernandez) ed investendo il ricavato su quattro italiani (Verre, Caprari, Murru e Ferrari) più il ritorno di Ramirez. Con Giampaolo in panchina sicuramente ci sarà da divertirsi. Il mantenimento della categoria è d’obbligo, ma se non dovesse partire Schick le ambizioni potranno essere altre.

Il GENOA merita un discorso a parte, si ha come la sensazione che Preziosi voglia smobilitare, intanto, però, gli acquisti fatti sono tanti (Landre, Gapkè, Rosi, Galabinov, Zukanovic, Spolli, Bertolacci, Lapadula, Rodriguez e Centurion), con qualcuno di indubbio valore. Insomma il solito Genoa che acquista tutto quello che può a prezzo di saldo nel mercato estivo, per poi vendere al miglior offerente dopo una valorizzazione di quattro/cinque mesi, nel mercato invernale.

Per BOLOGNA, UDINESE, CHIEVO e CAGLIARI non è stato un mercato esaltante, direi piuttosto conservativo. Avendo tenuto le rispettive guide tecniche, presumo che anche le ambizioni saranno votate ad una tranquilla permanenza.

Anche per il SASSUOLO si potrebbe dire la stessa cosa, ma il cambio di allenatore, con un esordiente (Bucchi) al posto di un icona (Di Francesco), e le cessioni di Defrel e Pellegrini potrebbero portare qualche scompenso, con la speranza di conservare il vero fuoriclasse Berardi.

Il CROTONE va inserito nella lista della squadre che lotteranno per salvarsi, nonostante la dirigenza abbia un anno di esperienza in più nella massima serie ed abbia mantenuto sia Nicola che l’intelaiatura tecnica. Gli inserimenti (molti prestiti) ricalcano l’esperienza precedente, quindi la paura di investire è latente. Un secondo miracolo è possibile, ma la vedo dura.

VERONA, SPAL e BENEVENTO dovranno lottare solo per salvarsi? Decisamente si. Il Verona ha sicuramente qualcosa in più, anche da un punto di vista economico. La Spal dispone di un’ottima dirigenza e di un allenatore emergente in grado di dare tante soddisfazioni. Il Benevento è una realtà che approccia alla prima esperienza in massima serie con grande entusiasmo. Sarà difficile per tutte e tre, ma sono convinto che almeno una la rivedremo anche l’anno prossimo.