Nella domenica senza pallone, come un fulmine a ciel sereno, verso ora di pranzo, si è appreso che l’Inter – tramite comunicato Twitter - ha sospeso momentaneamente Radja Nainggolan dall’attività agonistica per motivi disciplinari.
La notizia ha subito fatto il giro del web e ieri campeggiava in prima pagina su tutti i giornali sportivi. Secondo le prime ricostruzioni il belga, recidivo, è arrivato in ritardo all’allenamento mattutino in vista dell’importantissimo match Champions contro il Napoli a Santo Stefano. Il momento in casa Inter non è dei migliori e, reduce dal pareggio beffardo contro il Chievo ultimo in classifica, era richiesto a tutti uno sforzo in più per il fine anno che riserva ancora due importantissime partite che, dopo gli ultimi passi falsi, non si possono fallire. Arrivare con un ora di ritardo quindi vuol dire non capire il momento e visto che era un atteggiamento reiterato la società ha deciso di applicare giustamente il regolamento interno che significa multa ed esclusione. Al di là della sacrosanta multa che gli sarà comminata, quale che sia l’entità – ho letto da 30 a 100 mila euro, quasi facciano a gara a chi la spari più grossa – quello che peserà di più alla squadra sarà la sua assenza. Infatti il Ninja proprio contro il Chievo era ritornato a pieno regime, dopo qualche minuti contro l’Udinese, ed aveva lanciato buoni segnali dopo le troppe assenze per infortunio. Di sicuro avrebbe fatto comodo nelle prossime partite. Salterà quindi sicuramente la sfida contro i partenopei e forse anche quella di sabato contro l’Empoli.

Non so voi, ma io ho subito collegato il provvedimento punitivo all’insediamento di Marotta, poco incline a tollerare comportamenti sopra le righe dei giocatori. Altresì mi è venuto alla mente il famoso sgabello sul quale stava seduto Leonardo Bonucci, punito con un provvedimento simile, mentre assisteva all’andata degli ottavi di Champions League tra Juve e Porto. Sembrerebbe un atto di autolesionismo privarsi di uno dei migliori (?) giocatori, appena recuperato dopo un periodo di stop e a pochi giorni da una partita importante. E soprattutto sarebbe stato più comodo magari metterlo in punizione lo stesso, ma senza tutto il clamore mediatico che il comunicato di domenica ha suscitato. Si poteva fingere una ricaduta dell’infortunio e quindi mandarlo o in panchina o non convocarlo. Il risultato sarebbe stato uguale però senza far rumore, d’altronde si dice che i panni sporchi vanno lavati in famiglia. Forse prima succedeva proprio così, in seguito ad un ritardo o ad altre intemperanze, o si chiudeva un occhio, o si faceva una ramanzina, o solamente una multa. Ma sempre nel chiuso dello spogliatoio. Che ricordi, l’ultimo calciatore dell’Inter ad essere sospeso fu Wesley Sneijder, che non aveva accettato una decurtazione dell’ingaggio, con un’intervista dall’allora dt Branca (dicembre 2012).

Perché questa scelta? Secondo me non è un caso che questo tipo di decisione sia stata presa proprio a poche settimane dall’insediamento di Marotta. Credo che l’ex Juve abbia voluto mandare un segnale all’interno così come all’esterno: adesso la musica è cambiata! Come insegna la Juve, una grande squadra si fonda sulla disciplina e sul rispetto delle regole. Ora c’è una presenza forte alla dirigenza, che prende anche decisioni scomode. La pacchia è finita! Bisogna darsi una regolata, siamo all’Inter non al Pizzighettone, con tutto il rispetto per la squadra lombarda della che non esiste neanche più. Dopo una serie di stagioni anonime, tra cambi di proprietà e di – troppi – allenatori, con Suning le cose stanno migliorando. Si è tornati a respirare l’aria di Champions League, si sta per uscire dal settlement agreement imposto dal Financial Fair Play, il pubblico al Meazza è sempre numeroso, si presagisce un futuro promettente. Ma si sa, il futuro si costruisce sulle scelte del presente e non sono più ammessi errori.

La storia è piena di campioni che non avevano una vita irreprensibile fuori dal campo, insomma non facevano la classica vita da atleta. Mi viene in mente Maradona oppure, per rimanere sulla sponda nerazzurra, diversi protagonisti del triplete, ai tempi di Mourinho, ne facevano di cotte e di crude. Mi ricordo che lo Splecial One in casi del genere li faceva accomodare in panchina, gli faceva saltare solo il primo tempo, perché poi bisognava vincere la partita! Ma c’è una differenza sostanziale, quelli appunto vincevano, non si facevano rimontare dall’ultima in classifica nei minuti finali di una partita sciagurata. Che poi ci vorrebbe anche un po’ di buon senso, va bene che è sabato e la movida milanese ti chiama, però evita di uscire e fare serata dopo una partita che ha il sapore di una sconfitta, per di più se il mattino seguente hai allenamento e sei a pochi giorni da una partita difficile. Bere, fumare, frequentare casinò e discoteche con Fabrizio Corona non è compatibile con la vita che si richiede ad uno sportivo trentenne. Molti addossano le responsabilità del suo acquisto a Spalletti, avranno anche ragione, ma la società, Ausilio in testa, non è esente da responsabilità. La valutazione di 40 milioni di euro circa con la cessione del talentuoso e promettente Zaniolo sono un autogol clamoroso. Per il lauto stipendio che percepisce (4,5 milioni di euro l’anno) non sono accettabili questi comportamenti. Fosse per me, i calciatori, per come sono pagati, dovrebbero lavorare minimo 8 ore al giorno. Dovrebbero presentarsi alle 8 del mattino e andare via la sera alle 18, così come chi è pagato un centesimo rispetto a loro. Già immagino il sindacato calciatori! Monterebbero subito scioperi e proteste perché non si avrebbe molto tempo a disposizione per le sedute intensive di playstation, o per andare ai party, o fare sregolatezze di ogni genere.

La vita da calciatore impone sacrifici, se non ti sta bene, fai un altro lavoro, pagato molto meno. Altrimenti è ovvio che se fai quel tipo di vita, arrivi ai 30 anni ed il fisico inizia a non rispondere più adeguatamente, ti infortuni più spesso ed il recupero è più lento. Per giocare ad alti livelli bisogna fare una vita da atleta che comprende corretta alimentazione, allenamenti regolari e soprattutto riposare bene e abbastanza durante la notte. Parliamoci chiaro, se non segui queste indicazioni difficilmente puoi giocare fino a 40 anni come Zanetti, Buffon, Del Piero, Totti, Maldini, Nedved. Tutte queste leggende hanno fatto della professionalità il loro marchio di fabbrica. Radja di questo passo diventerà presto un ex calciatore. Se un calo nelle prestazioni sportive avviene in chi si è sempre allenato intensamente ed ha fatto una vita sana, figurarsi per chi è agli antipodi della vita da calciatore. Ho letto di molti addetti ai lavori che sono ancora speranzosi che Nainggolan sia un giocatore che possa fare la differenza in buone condizioni fisiche, e che se non fosse stato infortunato adesso la squadra sarebbe agli ottavi di Champions ed avrebbe più punti in classifica. Ed è proprio questo il punto secondo me. I suoi infortuni, secondo me, sono la logica conseguenza di uno stile di vita errato. Purtroppo è la mentalità del belga che è sbagliata, ma gli va dato atto però che è sempre stato onesto, non ha mai fatto nulla per nascondere quali fossero i suoi vizi. Gli piace godersi la vita, quello che fa fuori dal campo sono fatti suoi.

Marotta ha fatto bene a fare quel comunicato! È ora che ognuno si assuma le proprie responsabilità. La stagione è ancora lunga, l'Inter deve tornare in Champions e provare a vincere Europa League e Coppa Italia. Per farlo serviranno i migliori interpreti, la squadra ha bisogno di chi dia tutto in campo. Con o senza Nainggolan bisogna che ci sia un cambio di mentalità. Se ho imparato a conoscere Marotta, dopo otto anni di Juventus, credo che vorrà liberarsi al più presto di quei giocatori che con i loro atteggiamenti dimostrano di non tenere alla causa nerazzura. Per ora è uno sgabello, in futuro si vedrà.