Non sarà il solito articolo in cui vengono lodate le virtù dei predecessori e denigrate quelle di chi li ha succeduti. O forse un po' sì, dai. Me lo perdonerete. 

Partiamo dell'oggi, dalla conferenza stampa di Sarri che precede la semifinale di Coppa Italia di domani, quella col Milan - un Milan avvelenato per aver perso in quella maniera il derby dopo averne fatti due e averne subiti 4 in 45 minuti. Quindi occhio - che risulta una gara fondamentale per risollevare il morale di tutto l'ambiente, dopo la Caporetto di Verona. Il mister sembra aver scalato una montagna, ha il volto sommesso di chi sta ricevendo frustate da tutte le parti, si sofferma in una lunghissima chiacchierata coi giornalisti.
Devo ammetterlo, sul piano della comunicazione il buon Maurizio non ha la stoffa dei migliori, lo puoi cogliere facilmente in contropiede. E' genuino, dice quello che pensa. E davanti a un esercito di penne pronte a colpirti al minimo svarione è come andare in battaglia dimenticandosi lo scudo a casa. A un certo punto mi sono preoccupato che scoppiasse in un pianto liberatorio. Deve averlo randellato per bene Agnelli l'altra sera, insieme a Paratici (che pure lui una bella randellata se la meriterebbe). Ma dicevo, Sarri: non ho colto, almeno a parole, la voglia di buttare il cuore oltre l'ostacolo. 

Io amo i proverbi: in questo momento mi viene in mente "Aiutati che Dio ti aiuta". Poi se ti viene in aiuto pure Chiellini meglio ancora. Che almeno se deve appendere al muro (Ibra docet) qualcuno che non corre, lo fa direttamente in mezzo al campo. 

Il problema, Maurizio - sì mi rivolgo a te in prima persona - è che se i tuoi giocatori non vedono un leader, uno che quando entrano negli spogliatoi a fine primo tempo si straccia le vesti (e qui Conte docet) perché stanno giocando con la retromarcia, allora se ne fregano. Pensano che di più non si può fare. Tanto tornati a casa c'è la wag di turno che li consola. Ah, l'abitudine... brutta compagna di vita (al contrario della wag di turno). 

Cosa funziona e funzionava di Conte? Che il suo essere un martello pneumatico, entrando nella testa dei giocatori, li convince di essere forti (ciao Giak, a proposito, come stai?), li fa correre il doppio delle loro capacità, li gasa, è come una droga potente che altera i sensi. E poi quelli sono 10 anni che non vincono. 

Cosa funzionava di Max? Voglio subito dire che, nonostante gli fossi affezionato, credo fosse giunto il momento di una separazione. Tutti i cicli finiscono, anche se ti chiami Guardiola. Dicevo, lui sapeva tenere alte le motivazioni, in campo si sbracciava. Con lui siamo giunti al livello successivo, quello della consapevolezza di essere forti e che prima o poi la sfangavi in qualche modo. Anche se dovevi fare 70 minuti dietro la linea della palla. Poi, eventualmente, lancio lungo su Mandzukic e tutti a festeggiare Ronaldo che se ne inventava una delle sue. Eravamo camaleontici, era questa l'intuizione. Tanto bistrattato quanto pragmatico, un grande osservatore, uno che si adattava alla grande. Un sopravvissuto. Se però ogni tanto avesse studiato di più i suoi avversari, magari non avremmo perso con l'Ajax. E' intelligente ma non si applica

Sarri invece ha un credo. Una filosofia. Difesa a tre? Never. I giocatori per questo credo li ha? No. Vuole fare un calcio di movimento, palla a terra, grande agonismo. Recupero alto e triangolazioni. Tutto bellissimo. Ma purtroppo - e dico purtroppo - il materiale umano non è adatto. La rosa è stagionata, i ragazzi hanno vinto tanto e corso, soprattutto, tanto. Allora ecco che l'integralismo di Sarri viene meno. Entra in crisi, non sa più cosa fare. Si affida alla cabala. Io speriamo che me la cavo. Il meccanismo si è inceppato. Perde a Napoli, perde a Verona, perde a Roma con la Lazio. Eh ma cosa vuoi fare se ti mettono l'uomo su Pjanic? Lo sposti, mister. Eh ma da mezzala non ha lo strappo... eh ma da trequartista non lo voglio snaturare... 

Allora come fare? Diciamo che tiro in mezzo Darwin.
E' questione di adattamento. Il più forte sopravvive. Allegri lo sapeva. La società non ti fa la squadra che vuoi, cosa che avveniva in altre realtà? Ti adatti. Se vai incontro alle caratteristiche dei giocatori, se gli dai fiducia, se li fai giocare come sanno, ti vengono dietro. Se li costringi a fare robe che in carriera non hanno mai fatto, prima non ci riescono e poi si deprimono. Certo, argomento a parte sarebbe il mercato: credo, infatti, fermamente che ci si debba consultare SEMPRE quando si va su un giocatore. I soldi ce li metto io Maurizio, a te va bene sto qui? si, Fabio, per portare le borracce in allenamento. Parlare, parlare e ancora, parlare. 

Insomma, venendo al dunque: Sarri si adatti con quello che ha. Se è un gran conoscitore di calcio gli verrà facile far quadrare un minimo la squadra. Senza snaturarla. Che si arrivi almeno a battagliare fino alla fine - che poi sarebbe anche il nostro motto - in tutte le competizioni. Vincerle, magari... si può vedere... chissà... 

Dall'anno prossimo auspico un bel ricambio umano, vado nell'ordine: Cuadrado riportiamolo alto e compriamo un terzino destro (no, Danilo nel computo non vale); Sandro ormai è la controfigura di se stesso da tempo; Pjanic, ahimé, o lo vendi ora o non lo vendi mai più; Khedira e Matuidi, grazie ma voltiamo pagina - vi vorremo sempre bene; Pipita, anche a te voglio bene ma o fai un finale di stagione superlativo oppure ci salutiamo anche noi; Bernardeschi... vabbè; Rabiot, faccia vedere che non sarà la prossima plusvalenza; Ramsey, ci dimostri che oltre ad aver imparato pizza, spaghetti e mandolino sa anche come si gioca a calcio; infine Douglas: se fossi integro io ti farei un contratto in bianco a vita ma così è difficile, davvero. 


Buona Inter - Napoli a tutti.