Sono nato juventino? No, lo sono diventato grazie a mio padre, alla sua passione da romano-juventino, che non è la stessa cosa del romano-romanista e romano-laziale, oppure juventino di Torino.Detto questo fin dalla tenera età ho visto spesso battibeccare tra amici romanisti e laziali, addirittura molte volte si passava dalle parole al rischio di alzarsi le mani, ed io mi domandavo "Ma davvero ci si picchia per la propria squadra di calcio?".

Come detto sono juventino grazie a mio padre, anche lui eternamente juventino fin da sempre, che mi ha trasmesso la passione prima per il calcio, grazie anche ad una scatola di ricordi della sua infanzia-gioventù, con foto di quando giocava al calcio, era un portiere molto bravo, e oltre alle foto sul Corriere Laziale al fianco si leggevano anche le gesta degli altri interpreti delle partite.
Ma oltre al suo passato da calciatore, mio padre custodisce gelosamente in una vetrina, le videocassette della nazionale italiana; tutto il percorso del Mondiale 1982, e io proprio da ragazzino degli anni ottanta, di nascosto, sapendo dove nascondeva la chiave, me le andavo a vedere quando era a lavoro, e così che mi sono visto tutto quell'appassionante percorso, i passaggi da Scirea o Gentile a Tardelli o ad Oriali, per poi passare a Bruno Conti che chiudeva nel mezzo per Paolo Rossi o Graziani. Oltre a quelle videocassette, ha anche il Mondiale 2006, e al piano di sotto tutta la storia della Juventus, tutti i trofei. Mio padre è di quegli appassionati che ogni mattino, ancora oggi, prima di uscire di casa, passa vicino la vetrina, contralla che tutto sia in ordine, perchè basterebbe un colpetto al mobile che potrebbe spostarsi una videocassetta, e se questo succede, allora va a prendere la chiave e rimette tutto in ordine. Ed è così che sono cresciuto amando il calcio, così mio padre mi iscrisse alla prima scuola calcio a soli 4 anni, per farmi provare il vero significato dell'amare il calcio, dentro e fuori dal campo. Non posso che ringraziarlo in eterno per questo.

Come dicevo nell'intestazione, e ora ci arriviamo, io sono juventino, nelle ossa, non uno che, come molti hanno fatto nel percorso della vita, hanno cambiato bandiera, e ce ne ho avuti di amici che da interisti o milanisti si sono trasformati in romanisti, e che spesso da unico juventino mi dicevano "Ma come fa un romano ad essere juventino? Ma se noi tra romanisti e laziali ci 'odiamo' anche tu odi il Torino e i suoi tifosi" ed ecco che prontamente rispondevo "No, io sono uno juventino che non odia il Torino".
Forse, e questo me lo sono chiesto nel corso degli anni, l'essere romano mi 'salva' da questa mentalità chiusa delle stracittadine, quindi è possibile, o quasi certo, che a Torino, e non parlo di dentro lo stadio, la gente della Juve e del Toro si becchino come fanno romanisti e laziali, o milanisti e interisti e via dicendo, ma io non ho mai sentito o nutrito questo 'odio' sportivo verso i tifosi e la squadra del Torino, certo non posso dire che la squadra mi sta simpatica, ma a me è indifferente, che non sta in qualcosa di negativo, ma la calcolo come lo Spezia, il Venezia, il Bologna, quindi una squadra normale, e vi dirò di più...

Tra i dodici e diciotto anni, nella mia cameretta o camera, che dir si voglia, oltre al poster di Alex Del Piero e quello di Zinedine Zidane, avevo il poster di Stefan Schwoch proprio in maglia Toro, stagione 2000-2001, ma apsettate, questo giocatore io lo seguivo dai tempi del Livorno stagione 1994-1995, quando gli amaranto giocavano addirittura in Serie C2, lo conoscevo tramite una trasmissione, scusate se mi sfugge il nome, che facevano su Rai Tre, che parlava di Serie C, quini C1 e C2, e fui folgorato da quanta facilità avesse nel buttarla dentro, io nel percorso della mia vita l'ho chiamato e lo chiamo tutt'oggi il 'Batistuta di Bolzano'. Il suo percorso ebbe molti alti e pochi bassi, anche se la Serie A per lui non si apri mai. Stefan Schwoch giocò dal 1987 al 2008, giocando in squadre del calibro di Livorno, Ravenna, Napoli, Torino e Vicenza dove poi concluse la sua carriera. Non aveva una vera e propria specialità, perchè come detto era un Batistuta delle piccole squadre, quindi non faceva differenza, dal tiro destro al sinistro al colpo di testa all'acrobazia, era un attaccante tuttofare, che io spesso pensavo fosse ottimo come alternativa addirittura nella mia Juventus 1997-1998 dove c'era gente del calibro di Del Piero, Filippo Inzaghi, Michele Padovano, Nicola 'Nick' Amoruso e Daniel Fonseca,quindi avrebbe potuto prendere il posto di uno degli ultimi tre e far bene. Stefan Schwoch si ritirò a 37 anni con 563 presenze e 218 reti, un signor attaccante che in Serie B era ambitissimo, tant'è che nelle due stagioni a Ravenna (95-96 e 96-97) siglò la bellezza di 29 reti in 71 presenze, e si migliorò nel Napoli che scalava le classifiche dopo il fallimento di tre anni prima nella stagione 1999-2000 in realizzò 28 reti in 57 presenze, che portò alla promozione in Serie A la squadra partenopea, anche se poi venne ceduto al Torino, dove mise a segno 8 reti, che bastarono alla promozione in A, ma anche stavolta venne ceduto al Vicenza, con la quale passò otto sette stagioni, tra Serie B e Serie C con 220 presenze e 74 reti.
Così tornando a prima, come potevo odiare il Torino se in camera avevo un giocatore con indosso la maglia del Toro? Forse chi ha passato i derby degli anni 60-70-80 la pensa in altro modo, quelle due squadre se la giocavano per lo scudetto, per una qualificazioni alle coppe europee, ma questo Torino, da quando ricordo, non è mai stato più grande come a quei tempi, anzi ha avuto un declino, poi si è rialzato, ed ora naviga spesso nella parte destra della classifica, quindi non mi sentirei di attaccare una squadra, anche in onore dello squadrone che morì a Superga, e che ho visto un bellissimo documentario oltre al film con Beppe Fiorello nei panni di Valentino Mazzola, che a mio avviso non ho mai visto come mia 'nemica' storica, al contrario di Milan, Inter, Roma e Napoli, anche se quest'ultime due sono una squadra dove sono nato e vivo, e l'altra la squadra di Maradona, quindi anche in questo caso faccio un passo indietro, con l'Inter e Milan forse potrei fare un'altro discorso, soprattutto dal 1997-1998 il rigore di Ronaldo, al 5 Maggio 2002 del quale porto il nome in onore a quella storica giornata per noi juventini e meno per quelli interisti, e soprattutto inserire sia Inter che Milan nel calderone 2006, dove pagò in modo serio soltanto la Juventus, ed un signore, che per rispetto non nominerò, si è portato via con se un segreto, che avrebbe cambiato la storia delle sentenze, che avrebbe portato nei guai sia l'Inter che il Milan, ma non lo fece proprio per la sua fede nerazzurra e per rispetto alla sua città anche nei confronti del Milan.

Quindi essere tifosi di una squadra deve portare ad 'odiare' la squadra e i tifosi della squadra con cui fa il derby?
Penso proprio di no.