Fino alle 18 di ieri il Milan era un veliero fermo in mezzo al mare a causa di una fastidiosa bonaccia. I rossoneri sono stati, tuttavia, lesti ad approfittare di un flebile refolo di vento per spiegare in tutta fretta le vele e ripartire. Quel refolo, inutile dirlo, è stato il gol di Chala, schierato finalmente in un ruolo più consono. La lettura della partita di ieri mette in evidenza come il problema del Milan agostano è stato di natura fisica, data l'assoluta mancanza di velocità nelle gambe dei giocatori. Sono molti gli elementi che ci permettono di dirlo.

Innanzitutto, l'assenza iniziale di Piatek, sostituito dal volenteroso Silva. Piatek fino a ieri aveva mostrato le gambe intorpidite di chi ha dormito nella posizione sbagliata e, quando scende dal letto, quasi si accascia con la gamba che gli formicola fastidiosamente. Entrato a una mezzoretta dalla fine, il polacco ha mostrato di essere sufficientemente reattivo contro avversari che si erano battuti con foga per un'ora e, quindi, avevano meno da spendere. Anche Paquetà è stato tenuto fuori per un'ora abbondante, perchè è in ritardo di condizione dopo il supplemento di ferie di cui ha fruito in seguito agli impegni col Brasile. Contro avversari stanchi, anche la sua mancanza di velocità s'è sentita meno e ha mostrato ciò che vale. Personalmente credo che fosse questo lo scopo principale dell'esclusione iniziale dei due contro il Brescia, più che un intento punitivo. Lo dimostra la facilità di corsa, in termini relativi, che Piatek e Paquetà hanno mostrato contro avversari già spremuti.

In secondo luogo, e contro un avversario che a Cagliari si era mostrato in forma, il Milan ha corso con un po' più di scioltezza rispetto alla prova indecente di Udine. Niente di che, ma una settimana in più di lavoro ha conferito ai rossoneri un minimo di brillantezza fisica. In terzo luogo, proprio nei cinque minuti finali, con gli avversari sulle gambe, il Milan è apparso velocissimo e potenzialmente letale, pur non concretizzando. Questo perchè se hai poca velocità e tanta massa nelle gambe, appari lento, quando gli avversari sono freschi, ma rapido quando sono in debito di ossigeno. In quarto luogo, lo stesso Bennacer, con una settimana in più di lavoro, ha mostrato di essere un regista presentabile a San Siro. Alla fin fine, chi era Nianggolan quando è arrivato in Italia?

La prestazione di Udine era stata causata anche dalla posizione errata di Chala, schierato in cabina di regia. Il turco non è regista e non potrà mai esserlo, ma si difende con onore se gioca a centrocampo da interno e può essere letale sotto porta. Il gol della vittoria è suo, per cui, critichiamolo quanto vogliamo, ma se nessuno tira fuori i dindi per acquistarlo, teniamolo e facciamolo giocare. Spezzo una lancia a favore di André Silva. Non mi piace, non mi è mai piaciuto e penso che con la sua idiosincrasia allo smarcamento e al lavoro di squadra, possa giocare solo in contesti più tranquilli del calcio italiano. Eppure il merito della vittoria è anche di questo ragazzo che ha lavorato gli avversari ai fianchi facendo un lavoro oscuro, ma prezioso. Ha permesso a Piatek e qualità di fare un figurone nei minuti finali, contro un Brescia che aveva speso molto anche grazie a lui.

Ora, comunque, Giampaolo dovrà approfittare della pausa per far smaltire il lavoro di massa a chi resterà a Milanello nelle prossime due settimane. Chi verrà convocato con la propria Nazionale lo farà probabilmente in quella sede, visto che in quei contesti, di solito, non si lavora in maniera così pesante come durante la preparazione estiva. Possiamo definire il Milan una squadra da Champions? Quello di ieri, no. Non è una squadra in salute, anche se non è nella fase acuta della malattia. Il Milan può essere definito, diciamo così, una squadra convalescente cui ieri è stata fatta un'iniezione ricostituente di tre punti. Rimandiamo il giudizio al momento in cui dovesse dimostrare di essere guarito.