Qui seduto davanti a uno schermo, penso alla mia fortuna. Posso lavorare da casa. C'è chi il lavoro l'ha perso, chi un lavoro vero non lo ha mai avuto, ma è sempre stato sfruttato...
Poi penso a medici, infermieri quelli che per adempiere al proprio dovere mettono a repentaglio la propria salute e quella dei propri cari, vedendo persone soffrire e morire. Eppure in questo frangente di inizio primavera, ogni tanto la mente vaga e va a finire al Milan, al calcio. La cosa più importante fra le meno importanti (Sacchi dixit).
Il nostro Paese sta affrontando per il momento con grande dignità questa prova, tranne qualche idiota irrecuperabile. Il pensiero è già rivolto al domani, dopo che tutte le lacrime saranno versate. Cosa sarà cantavano Dalla e De Gregori, già, cosa sarà...
Spero che questa catastrofe possa essere la fine traumatica di un mondo ingiusto, per lasciare spazio ad un mondo migliore, egoisticamente mi accontenterei di un'Italia migliore.

E allora cosa sarà del calcio? I campionati Europei sono già stati rinviati ed il Campionato e le Coppe? Pensare di costringere i giocatori a disputare tutte le partite mi pare francamente una follia con buona pace di presidenti avidi e fuori dal mondo. Comprometteremmo questa stagione e la prossima.
L'unica soluzione è giocare dei mini tornei. Avrebbero il vantaggio di un numero limitato di partite, il fascino dell'eliminazione diretta ed anche il pregio di far concludere la stagione in maniera decorosa e giusta.
Le prime quattro di A, dovrebbero giocarsi lo Scudetto. Dalla quinta all'ottava, la qualificazione all'Europa League. Le ultime due direttamente in B. Le prime due di B, promosse in serie A. Terz'ultima e quart'ultima si giocherebbero con le formazioni di B permanenza o retrocessione con la terza e la quarta della serie B.

Appena verranno allentate le misure sanitarie, i giocatori e tutte le persone che ruotano intorno a loro, dovranno essere sottoposte ad ogni tipo di analisi e rimanere in ritiro fino al termine di questi mini tornei. Il tutto a porte chiuse.  
Per la prima volta in vita mia, la febbre del tifo forse non brucerebbe, cercherei solo di godermi la bellezza di questo gioco straordinario, anche se il cuore rossonero, rimarrà sempre rossonero fino all'ultimo battito.



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