Esordio pirotecnico quello dell’Inter in campionato che contro la Fiorentina vince, anche con un pò di fortuna ,per 4-3 rimontando e facendosi rimontare fino al gol della vittoria siglato da D’Ambrosio.Insomma una vittoria da pazza Inter.

L’Inter, quindi, inizia con una vittoria il suo campionato come nella passata stagione anche se le due partite non sono certo equiparabili: un anno fa, infatti, i nerazzurri si imposero per 4-0 sul neopromosso Lecce mettendo subito in mostra i dettami tattici di Conte (pressing feroce, esterni pronti a chiudere l’azione sulla corsia opposta, punte che collaborano tra di loro), quest’anno invece è arrivata si una vittoria ma non certo condita da una prestazione convincente anche se (parzialmente) scusabile per via della preparazione anomala: solo un mese fa l’Inter concludeva la propria stagione con la finale di Europa League. In più la Fiorentina aveva già nelle gambe i primi novanta minuti della stagione, oltre ad avere iniziato la pre-season con largo anticipo rispetto alla squadra di Conte. Una prima di campionato, dunque, che ha sì mostrato alcune lacune da parte dell’Inter ma anche dei punti di forza che potrebbero fare la differenza durante la stagione.

Tra giocatori da inserire, situazioni aperte di mercato e squalifiche (De Vrij), Conte ha rivoluzionato la sua formazione tipo partendo dal 3-4-1-2 (che potrebbe diventare il nuovo modulo principe): dopo una metà stagione di buoni risultati con il 3-5-2,Conte optò per il trequartista al posto del regista per dare il giusto spazio e ruolo ad Eriksen. Poi con il continuo faticare del danese nell’inserirsi nei piani tattici di Conte, il tecnico, decise di ritornare all’antico nel momento clou della stagione (Europa League). Ora il nuovo cambio di direzione che potrebbe essere ancora di più favorito dalla presenza di giocatori come Vidal e Nainggolan oltre all’eventuale arrivo di Kantè che farebbe così nascere una media più fisica (cosa questa tanto agognata dall'allenatore).

Come detto in precedenza questa prima dei nerazzurri ha evidenziato alcuni punti critici da migliorare il prima possibile se si vuole provare ad incalzare la Juventus in cima alla classifica. Cos’è quindi che non ha funzionato contro i viola? Sicuramente la difesa ha mostrato più di una lacuna regalando alla Fiorentina ben tre gol, più altre occasioni mal sfruttate dagli uomini di Iachini. Le contestuali assenze di De Vrij (squalifica), Skriniar (sul mercato anche se Ausilio lo ha dichiarato incedibile pur ammettendo l’interesse del Tottenham) e Godin (partito verso Cagliari) non hanno certo aiutato Conte che per la prima di campionato ha optato per un’inedita difesa con Bastoni centrale e D’Ambrosio e Kolarov ai suoi lati. Dopo una stagione di ottimo livello sulla parte mancina del campo, Bastoni ha mostrato più di una difficoltà nel giocare da centrale: coordina poco il lavoro dei compagni e la fase di impostazione da centrale viene depotenziata rispetto a quando gioca sulla sinistra. In più l’assenza di compagni esperti come De Vrij e Godin si fa sentire tutta sulle spalle del giovane difensore lombardo. Male anche i compagni di reparto con D’Ambrosio (che salva la prestazione con il gol vittoria) e Kolarov (alla prima in nerazzurro) che soffrono maledettamente la velocità dell’attacco viola. Se l’idea di Conte era quella di avere una squadra più offensiva (sia D’Ambrosio che Kolarov sono due terzini),allora la sua tattica va rivista soprattutto se si vuole far giocare Perisic come esterno a tutta fascia.

Proprio il croato è un altro punto da risolvere il prima possibile. A differenza degli altri epurati di lusso (Icardi e Nainggolan), Perisic era stato ceduto soprattutto per la difficoltà tattica di inserirlo negli schemi di Conte: da esterno dovrebbe fare sia la fase difensiva che quella offensiva è Perisic a differenza ad esempio di Candreva ha già fatto capire che quel ruolo non fa per lui, mentre da seconda punta (dove fu provato durante lo scorso ritiro estivo) finiva per allargarsi troppo facendo così decadere l’idea di tandem offensivo alla quale Conte non vuole certo rinunciare. La scelta di preservare Hakimi (evidentemente Conte vuole essere sicuro che sia inserito nelle sue idee, come successo con Eriksen nella passata stagione) e spostare Young sulla destra con il croato a sinistra non ha certo pagato anche perché sulla sua corsia agiva un certo Chiesa che in quanto a doppia fase ha dimostrato di essere almeno una spanna sopra al croato. Cosa fare dunque con Perisic? Al momento nessun club si è inserito per il croato e la scelta dell’Inter di non affondare per uno tra Emerson Palmieri e Marcos Alonso lascia trasparire la conferma dell’esterno almeno fino a gennaio.

Merita un discorso a parte Eriksen: nonostante si sia lavorato per metterlo in condizione di giocare nel suo ruolo, il danese continua ad essere un corpo estraneo nell’Inter. Contro i viola tocca pochi palloni e quei pochi che tocca finisce per perderli (come in occasione del vantaggio avversario),vaga perennemente per il campo alla ricerca di una posizione che non trova mai e non è utile nè in fase di impostazione, nè in fase di finalizzazione, nè in fase difensiva dove più di una volta presta il fianco alle ripartenze viola. Vista così Eriksen potrebbe apparire come un calciatore sopravalutato o addirittura inutile ma non è così: sia all’Ajax che al Tottenham ha messo in mostra una classe invidiabile, una grande abilità nell’ultimo passaggio e una facilità di tiro incredibile. Il problema, quindi, sembra essere più mentale magari dovuto al difficile inserimento nella realtà italiana o alla poca fiducia che il giocatore potrebbe sentire nei suoi confronti da parte del tecnico. Spetta ora a Conte cercare di rivalutare e stimolare il giocatore e ad Eriksen di darsi da fare perché ha tutte le carte in regola per primeggiare in nerazzurro. Se però le cose dovessero continuare così, allora sarebbe meglio cambiare strada perché in fin dei conti se togli Eriksen e aggiungi Kantè forse sarebbero tutti più felici. A partire da Conte.

Ci sono però anche note liete nella prima di campionato a partire dal risultato finale: sarà anche pazza e questo sicuramente non piacerà a Conte, ma la voglia di lottare fino all’ultimo è la perfetta linea di congiunzione tra il pazzo DNA nerazzurro e la sete di vittoria di Conte. Lo stesso Conte, poi, è stato l’arma in più dei nerazzurri: ha indovinato i cambi (Sensi, Hakimi e Sanchez hanno cambiato il volto alla partita) dimostrando che con una panchina di qualità il gap con la Juve si è ulteriormente ridotto. In più nel finale abbiamo visto un cambio di modulo che, anche se dettato dal risultato negativo, ha visto Conte schierare la sua Inter con un 4-3-1-2 modulo che potrebbe diventare prezioso durante la stagione anche dal primo minuto. Bene poi la coppia d’attacco con Lautaro sempre più leader tecnico e Lukaku (anche se non al top della forma e protagonista di qualche occasione fallita di troppo) che continua il suo splendido 2020 a suon di gol.

Insomma le premesse per una buona stagione ci sono tutte, ora spetta a Conte e i suoi tramutarle in realtà.