La situazione determinatasi in seno alla dirigenza del Milan in seguito alla lettera di risoluzione contrattuale che il club ha spedito a Boban è tutt'altro che stabile. Il discorso coinvolge Gazidis e Maldini (Massara ricopre un ruolo meramente formale, non assegnabile a Paolo, non in possesso dei necessari titoli) e indirettamente la scelta dell'allenatore della prossima stagione. E' chiaro ed evidente che la società, scioccata dalla catastrofica sconfitta di Bergamo, non perse neppure un minuto nel contattare il tecnico ritenuto idoneo al nuovo progetto tecnico, il terzo in tre anni, vale a dire Rangnick. Come noto, della iniziativa riconducibile a Gazidis, ma certamente concordata con la proprietà, non fu avvisata la direzione tecnica e, sorprendentemente nessuno si è posto la domanda del perché ciò non avvenne. Sarebbe stato più comprensibile convocare tutte le componenti amministrativa (Gazidis) e Tecnica (Boban e Maldini), concordare il da farsi e quindi compito e competenza di Boban e Maldini realizzarlo. 

Se non è andata così è perchè Gazidis non solo sapeva con certezza che la soluzione Ragnick non sarebbe stata condivisa, ma soprattutto quella disfatta con l'Atalanta, agli occhi dell'AD sudafricano, rappresentava il fallimento della coppia di dirigenti ex calciatori e quindi del probabile divorzio a fine stagione. Inoltre, se come pare fondato, al prossimo candidato allenatore è stato offerto un ampio mandato, così ampio da assolvere anche le mansioni di DS, come avrebbero potuto occuparsi Zvonimir e Paolo di assumere il presumibile loro futuro successore? Da qui la decisione di Gazidis di scavalcarli e agire sostanziamente in prima persona, gettando le basi per chiudere con Ragnick al momento opportuno e fidando che la notizia non venisse fuori.

L'iniziativa però non risolveva il problema contingente del Milan, ossia quello di dover assolutamente uscire dai preoccupanti bassifondi di una classifica che rischiava di trasformare la stagione in un incubo. Ecco perchè Gazidis, preoccupato e con qualche senso di colpa per il suo comportamento invadente, ha ritenuto di "concedere" il suo assenso alle operazioni di mercato invernale lasciate all'iniziativa di Boban e Maldini, altrimenti non si spiegherebbe l'arrivo di Ibra e Kjaer, in aggiunta alle altre operazioni concordate per ulteriormente alleggerire l'età e gli ingaggi della rosa. In un certo senso l'intervento ha funzionato anche più dello sperato, perchè oltre il talento e la personalità di Ibra, si è fatta chiarezza su una rosa avviluppata in tanti equivoci tattici, corrispondenti ai ruoli ricoperti da Suso, Borini, Leao. In particolare, l'aver ceduto i primi due e aver preferito Rebic al giovane francese, ha dato quell'ordine tattico e quella coesione che prima mancava, anche se il livello della rosa rimane quello di una squadra di media classifica.

Purtroppo la notizia dei contatti con Ragnick è uscita e le previste reazioni di Maldini e Boban si sono puntualmente verificate, ognuna nel suo stile; Paolo più controllato e pacato ha bocciato il "profilo" del promesso sposo, mentre Zvonimir si è scagliato contro il futuro suocero (Gazidis) in pratica rinunciando alla fidanzata (il Milan), costretto a lasciare sin da subito. Gazidis, figura che non apprezzo e che trovo assai lontano dallo stile Milan, però non è un fesso; il sudafricano è perfettamente consapevole che non può restare solo al comando di un club che non sarebbe più riconoscibile; a  Maldini, oltretutto una sua precisa scelta, vorrebbe trattenerlo costi quel che costi e d'altra parte Paolo è in una situazione meno conflittuale di Boban.

Maldini è però in un cul de sac: se sceglierà di andare via chiuderà l'agognato ritorno al Milan con due stagioni fallimentari, senza vittorie, senza gloria, senza prospettive; viceversa se resterà dovrà scendere a compromessi, per un ruolo inferiore, per una progettualità lontana dalla sua visione, per un Milan ridimensionato dal rango di club vincente. I tifosi non avrebbero dubbi: sappia dunque che - come quando accettò la dirigenza del club - i tifosi rossoneri hanno in lui la sola e ultima speranza di rinascita del club.