Era il 28 gennaio quando FC Internazionale ufficializzava l'acquisto di Christian Eriksen. Il calciatore ex Tottenham veniva presentato al Teatro Alla Scala Di Milano, tra squilli di tromba, euforia dei tifosi nerazzurri e parte della critica che solleva dei dubbi sul possibile schieramento tattico del danese nello scacchiere di Antonio Conte. 
Appena dopo quattro giorni dal suo arrivo a Milano, a causa della tante assenze del centrocampo nerazzurro, l'allenatore dell'Inter, schiera immediatamente il danese titolare. Eriksen gioca da mezzala sinistra e lo fa senza infamia e senza lode; così al minuto 58' viene sostituito da Marcelo Brozovic, rientrante da un infortunio. La settimana successiva va in scena Il derby della Madonnina e Christian Eriksen conosce la sua prima panchina. Entra comunque sul risultato di 3 a 2 per l'Inter cogliendo su calcio piazzato un incrocio dei pali strepitoso da 30 metri. Da lì in poi l'Inter giocherà l'ultima partita, prima della pausa imposta dal covid-19, a Torino con la Juventus e non lo farà mai con il danese Titolare. Durante la sosta forzata, Antonio Conte studia un un cambiamento tattico che possa far rendere al massimo il danese. L'Inter pertanto si presenta a Napoli per il ritorno delle semifinali di Coppa Italia, non più con il classico 3-5-2 bensì con un 3-4-1-2 studiato ad hoc per l'ex Tottenham. Eriksen segna una rete direttamente da calcio d'angolo, che non basta per garantire ai nerazzurri il passaggio alla finale e nella partita successiva, ovvero il recupero della partita di campionato con la Sampdoria, sforna per Romelu Lukaku l'assist del momentaneo 2-0. Eriksen quindi offre due buone prestazioni che fanno ben sperare.
Ma dalla partita successiva contro il Sassuolo, qualcosa cambia, sul giocatore danese De Zerbi attua una marcatura a uomo, che limita drasticamente l'ex Tottenham, che offre una prova decisamente insufficiente. L'allenatore del Sassuolo verrà emulato da tutti i suoi colleghi e chiunque affronterà l'Inter metterà un giocatore che marchi a uomo il danese. Il calciatore scandinavo soffre terribilmente questa nuova realtà al quale non era abituato in Premier League, le sue prove incolore fanno ricordare ai tifosi interisti un fuoriclasse che all'Inter, per il medesimo motivo, non ebbe fortuna: Dennis Bergkamp. L'Inter arriverà seconda a un punto della Juventus, in finale di Europa League ma Christian Eriksen lo si vedrà solo per qualche scampolo in Europa.
Durante il mercato estivo con l'offerta giusta il giocatore potrebbe anche partire ma a causa della pandemia, arrivano solo richieste di prestito, pertanto inizia la nuova stagione ed Eriksen viene confermato all'Inter. Il calciatore non gioca mai una partita da titolare, l'Inter torna al 3-5-2, Antonio Conte quando cerca di essere generoso gli regala esclusivamente i minuti di recupero di qualche partita. Così il giocatore inizia a lamentarsi dal ritiro della sua nazionale, Beppe Marotta fa sapere che non fa parte del progetto e Martinus Schoots, Procuratore del suddetto calciatore, fa causa all'Inter, rea di non avergli ancora pagato le commissioni per il trasferimento del calciatore.  Siamo agli inizi di gennaio e il rapporto tra Christian Eriksen e l'Inter appare più incrinato che mai. Arriva la prima partita di Coppa Italia e Antonio Conte in conferenza stampa asserisce di stare lavorando a un Christian Eriksen playmaker, poiché in rosa manca un vice Brozovic e bisogna fare di necessità virtù. La prova del nazionale danese è tutto sommato sufficiente, ma nulla che possa far pensare che l'ex Tottenham possa mai entrare nelle grazie dell'allenatore interista. Ma siccome nel calcio, come nella vita, mai dire mai... ecco che arriva la scintilla che potrebbe segnare un nuovo inizio. Al minuto 88' nel derby di Coppa Italia, Christian Eriksen fa il suo ingresso e al minuto 97' su calcio piazzato disegna un arcobaleno che manda in paradiso la Beneamata e all'inferno i diavoli rossoneri. Il danese, stavolta per quanto fatto vedere in campo, conquista le prime pagine dei giornali e con esse la titolarità in campionato contro il Benevento. Schierato nuovamente da playmaker, contro la squadra campana, si vede un giocatore sia più sicuro di sé che libero di inventare calcio. Il danese difatti, nella nuova posizione, verticalizza come nessuno nella rosa interista, detta saggiamente i tempi della manovra e soprattutto sbaglia poco o nulla. Impreziosisce la sua prova con il piazzato che deviato da Improta sblocca la partita e fa un lancio per Hakimi "alla Pirlo". Sicuramente è ancora presto per trarre qualsivoglia conclusione... ma l'impressione è che questa storia sia ancora tutta da scrivere.
Forza Christian!