Claudio Marchisio lascia il calcio. A "solo" trentatré anni dice addio al calcio.
Niente contratti milionari in Asia o in America, stop e basta, come si faceva una volta.
Fino a qualche anno, questa era più o meno l'età in cui la maggior parte calciatori smettevano di giocare, e lo facevano quasi sempre, ancora da giocatori importanti. Ora no, ora tutti sono e si sentono immortali, dei veri e propri Highlander e non hanno più una fine. Ora o si attaccano alla poltrona fino ai quaranta anni, costringendo le società a compiere scelte impopolari, oppure strappando contratti milionari e andare a giocare in terre sperdute, per il proprio conto in banca, loro le chiamo "scelte di vita" perché dire, "nel calcio che conta non mi vuole più nessuno allora vado a guadagnare altrove" e politicamente scorretto.

Marchisio no, non è stato così. Ha avuto richieste, anche importanti, ma un po per l'amore per la sua Juve, un po per la consapevolezza di non essere più in grado esprimersi a certi livelli, ha detto basta. Avrebbe potuto guadagnare ancora un po', avrebbe potuto accettare una maglia diversa di quella bianconera in Italia, ma lui ha detto no, c'è un sentimento importante e un limite a tutto. Del resto c'è chi è un campione anche dentro e chi per il propio ego e dodici milioni euro, darebbe calci nel sedere anche alla sua mamma. E pensare che Marchisio qualche sassolino se lo poteva anche permettere di toglierselo, perché diciamola tutta, non è che la Juventus sia stata così riconoscente nei suoi confronti. Dopo una vita in bianconero, non ci ha messo poi molto a dargli il ben servito alla prima difficoltà fisica.
Ma lui no, lui è il principino, l'amore che nutre per la Juventus è sincero, profondo, onesto, lui non ha mai messo, e mai metterà il suo ego davanti ai sentimenti. Nell'amore quello vero, si è anche in grado di subire dei torti, di non aver solo rose e fiori, ma niente e nessuno incrinera' mai un amore così.
Nel calcio, come nella vita, esistono quelli che ad ogni difficoltà, prendono le proprie cose e se ne vanno sbattendo porte e lasciando chi ti stava seguendo e dato tutto, e magari anche difeso in situazioni extra rapporto, e chi invece, lotta, sta in silenzio, lavora sodo e da tutto fino a quando gli viene permesso. Poi, sempre in silenzio e con educazione, prende e svuota l'armadietto, senza una polemica. La differenza sta tutta qua. Cla, come affettuosamente veniva chiamato, è così, un uomo d'altri tempi, poco adatto a questo calcio, quello dove i sentimenti li devi lasciare a casa.
Nel giorno dell'addio, l'ultima camminata sul prato dello Stadium, occhi lucidi, nodo in gola, e quel gesto che sa di amore infinito.
Cla si è inginocchiato di sì è tolto una zolla del tappeto erboso, come ricordo, come simbolo di una vita in bianconero.

Uno come te, assolutamente dovrebbe avere la stella allo Stadium, la Juve dovrà inserirla per forza, e se proprio bisognerà toglierla a qualcuno... bhe non credo sia così difficile da individuare a chi potrebbe essere revocata, no?
Claudio Marchisio, uno di noi per sempre.