Smarrita.

E' il termine più adatto per descrivere la Juventus in questo delicato momento della stagione.

Ciò che manca disperatamente a questa squadra è un condottiero, un cavaliere che la guidi, l'accompagni nelle sue sfide e che l'aiuti a fare bella figura in pubblico. 

Per tre intensi anni è stata affiancata da un grande condottiero, quel tale Antonio Conte che sta ben figurando accanto alla una primadonna nerazzurra e che per primo ha saputo ricoprire questo delicato ruolo, facendo sentire la Signora di nuovo qualcuno nell'ambiente a cui appartiene.

Per i cinque anni successivi ha bussato alle porte della signora un cavaliere errante, raffinato, elegante, dai modi puri, Max Allegri, la cui figura e le cui qualità sono oggi motivo di discussione all'interno della comunità bianconera, nella quale si intrecciano sentimenti misti di nostalgia ed orgoglio.

Da sette mesi, ha raccolto queste pesante eredità sir Maurizio Sarri, forgiato l'anno passato dall'aria londinese.
Le sue referenze erano pregiate, il garante del bel gioco sembrava il compagno perfetto, il cavaliere perfetto. Ma il campo oggi dice che questa coppia ancora non si è formata, viaggiano su binari diversi, ancora non si incontrano e ci si chiede se questo incontro avverrà mai.

Il tempo è galantuomo, restituisce tutto, ma per il cavaliere Sarri il tempo è un grande nemico, ma non ha altra scelta: deve riprendere la sua signora, prima che qualcuno lo faccia al suo posto.