A margine della goduria post 4 pere alla Juve, mi viene spontaneo porre ai mezzi campioni, perché di questo stiamo parlando, Bonucci ed Higuain, se non si vergognano a vedere un campione intero come Ibra che a 40 anni, camminando, si carica sulle spalle il Milan e lo lancia, nelle parole e nei fatti, verso il riscatto.

Ma sono parole che comunque finirebbero al vento perché i due mezzi giocatorini di cui sopra hanno usato il Milan depredando stipendi faraonici, fasce da capitano che rimarranno una vergogna indelebile per i prossimi cento anni, per giustificare i loro fallimenti personali.
Ma è appunto di giocatori beatificati a vanvera che stiamo parlando. Ricordo il Bonucci scaricato dall'Inter come reale fotografia di ciò che è ovvero un centrale come ce ne sono tanti valorizzato per miracolo dall'accoppiata con Chiellini e tornato puntualmente alla sua inconsistenza quando chiamato a condurre la difesa del Milan.
Quanto ad Higuain per carità: gran bomber il quale, però, se lasciato partire senza tanti pianti dal Real anni fa, avrà pure voluto dire qualcosa. Ricordo con ribrezzo la sua isteria ed i suoi pianti greci per non essere andato oltre i 6 centri in rossonero in metà stagione.
Situazioni imbarazzanti, non ho null'altro da dire! La differenza con Ibra è assoluta ed insindacabile! Lo svedese lo fa sicuramente come loro anche per denaro, ma tutto il resto è un'altra storia, un altro universo! Trascinatore uno, piangina gli altri due che tornano scodinzolanti da mamma Juve che, vede e provvede e, soprattutto è l'unica squadra al mondo in grado di dar loro, soprattutto a Bonucci, quella visibilità immeritata che non avrebbero avuto nemmeno in cento carriere, peraltro inesistenti dal punto di vista internazionale.
Difficile perdonare chi ha sputato sulla maglia del Milan: anche se in una fase agonizzante della propria storia, certi personaggi hanno portato per mesi e ad ufo il logo con 7 Champions, quelle, appunto, che persone della loro triste levatura possono solo guardare in TV o in filmati d'epoca.

Da tennista dilettante non ricordo mai, in nessun caso, di campioni assoluti che non abbiamo avuto assoluta devozione, rispetto per le regole (Wimbledon), per gli avversari, per la cavalleria anche in età avanzata.
Chi ha anteposto comportamenti isterici, poco rispettosi o insofferenti, da Paolo Cane' a Kyrgios, è sempre rimasto ai margini, non ha mai avuto accesso all'Olimpo di quei 20/30 fuoriclasse che, invece, hanno un profondo rispetto dell'altro e degli altri.
Dubito che la storia del calcio si ricorderà di Bonucci, ma sono certo che Ibra sarà ricordato tra gli Immortali.